Da.Bac.
Anche a Città di Castello la crisi abitativa si fa sentire. E’ stato infatti presentato, nella sala della Giunta comunale tifernate, il bando pubblico per sfratti “incolpevoli” di Ater (Agenzia territoriale per l’edilizia residenziale) Umbria. Alla presenza del sindaco tifernate Luciano Bacchetta e di Maria Grazia Ricci (del CDA di Ater Umbria), Stefano Vinti, assessore alle politiche abitative della Regione Umbria ha illustrato ai presenti la delicata situazione degli sfratti e ciò a cui può portare questo bando. L’assessore regionale si è rivolto a tutti gli eventuali proprietari di appartamenti sfitti o invenduti, che potranno mettere questi a disposizione dell’Ater Umbria per affittarli, a canone concordato, alle famiglie che hanno subito uno sfratto per “morosità incolpevole” (ovvero quelle che non sono in grado di rispettare il contratto di locazione a causa del semplice fatto che la crisi gli ha portato via il lavoro). “Siamo, per la prima volta in Umbria, di fronte ad una situazione del tutto inedita: via il lavoro, via la casa. Non ci siamo mai confrontati con un caso simile” ha aggiunto Vinti.
I numeri – L’assessore regionale, per rendere meglio l’idea ha presentato anche alcune cifre. Gli sfratti, in Italia, sono aumentati, dal 2008 al 2013, del 70%. Gli sfratti per “morosità incolpevole” in Italia sono aumentati, nello stesso lasso di tempo, del 110%. Nel 2012 in Italia ci sono stati circa 70.000 sfratti. Circa 1250 in Umbria di cui il 90% per “morosità incolpevole” (950 di essi solo nella provincia di Perugia). Gli sfratti in Umbria nel 2012, rispetto al 2011, sono aumentati del 18%.
“L’indice di sofferenza abitativa” in Italia, ovvero il rapporto tra gli sfratti e le famiglie, è di uno sfratto ogni 371 residenti e uno sfratto ogni 74 famiglie in affitto. In provincia di Perugia è di uno sfratto ogni 280 famiglie e uno sfratto ogni 56 famiglie in affitto.
Il confronto con la media nazionale dice, dunque, che la crisi strutturale abitativa della nostra regione non è inferiore a quella italiana, anzi è peggiore.
Il bando – Di fronte a questo dato e “di fronte al fatto che i governi nazionali che si sono susseguiti hanno azzerato il comparto dell’edilizia residenziale pubblica”, Stefano Vinti ha quindi proposto la soluzione: fare un bando “che dica ai signori proprietari di uno o più appartamenti sfitti o invenduti (tra i 7000 e gli 8000 in Umbria) di non tenerli lì ma di offrirli all’Ater entro il 22 dicembre 2013 (termine di scadenza del bando)”. L’agenzia, come ha ricordato il consigliere Maria Grazia Ricci, si occuperà materialmente di trovare una nuova sistemazione per le famiglie beneficiarie dell’intervento che ne faranno richiesta entro il 20 gennaio 2014. Essa può offrire, per tre anni, fino a 7600 euro (200 euro al mese). Poiché gli affitti sono a termine concordato, la differenza tra le 200 euro prese dall’Ater e l’aliquota minima del canone concordato (che in Umbria si aggira mediamente tra i 350 e i 400 euro) sarà coperta dall’inquilino. Quest’ultimo passerà dai 600-700 euro del canone libero alle 150-200 euro.
Gli “appelli” di Vinti – Vinti è passato poi ad alcuni “appelli”: “Cogliamo questa occasione per rivolgerci e far sapere ai piccoli proprietari (tra cui sono anche presenti cassaintegrati, commercianti in difficoltà, etc.) che possono mettere in gioco i loro appartamenti sfitti, ricavandone da essi anche un sostegno per il loro reddito. Poi mi rivolgo direttamente anche al vescovo della diocesi di Città di Castello, Domenico Cancian, perché metta a disposizione gli appartamenti inutilizzati della curia all’Ater”. Ancora una volta, infine, Vinti si poi è rivolto al prefetto di Perugia perché sospenda, fino alla fine del prossimo mese di gennaio, l’esecuzione degli sfratti, come ha fatto già il prefetto di Terni.