Cinquantenni in fila del Vescovo per chiedere aiuto e un posto di lavoro. Grande ruolo della Caritas - Tuttoggi.info

Cinquantenni in fila del Vescovo per chiedere aiuto e un posto di lavoro. Grande ruolo della Caritas

Redazione

Cinquantenni in fila del Vescovo per chiedere aiuto e un posto di lavoro. Grande ruolo della Caritas

Mar, 18/12/2012 - 15:14

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Claudio Bianchini
Ora anche i padri di famiglia bussano alla porta del Vescovo, segno drammatico di una crisi che colpisce duramente anche sotto il torrino. A segnalarlo è lo stesso Monsignor Gualtiero Sigismondi, che sabato scorso ha incontrato la stampa locale per un confronto in diretta ai microfoni di Radio Gente Umbra.

C'è chi non ha mangiare

Gli chiediamo qual è la situazione a distanza di un anno, quando ci raccontò di lunghe file al suo ufficio: “purtroppo – fa sapere – la fila si è prolungata, ad aumentarla sono molti cinquantenni che hanno perso il lavoro e non hanno più la speranza di poterlo trovare. Inviano i curriculum ma non si sentono presi in considerazione, ogni giorno mi confronto con queste realtà e provo molta amarezza. A volte c’è proprio la necessità di soddisfare la fame, me ne accorgo dalla sofferenza che si vede dallo sguardo. Ma non c’è rabbia, quasi mai si supera la misura anzi è tutta gente con grande dignità”.

Caritas protagonista

La Chiesa locale non si tira certo indietro: “la Caritas fa moltissimo e sabato, grazie anche alla Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno, inaugureremo l’Emporio della Solidarietà, che ci permetterà di avviare un’operazione dignità consentendo a chi ha bisogno di scegliere direttamente i beni di cui necessità, senza assegnargli un pacco dono”. Viene poi rilevato che “la Caritas è sin troppo presente, e spesso diventa l’ultima sponda, magari quando si è già bussato da altre parti o non ci sono altre porte alle quali bussare”. Da qui un invito alle istituzioni “ad essere presenti nel sociale con analogo impegno, dato che non sempre accade”.

La Chiesa investe sulla cultura

Il Vescovo ha mantenuto stabili i budget per il Museo Diocesano e la Biblioteca Jacobilli, seppure il riscontro ed i numeri – è stato rilevato – “non siano all’altezza dell’offerta” ma per il futuro si deve puntare anche sulla cultura, considerandolo un investimento.

Il vescovo 'benedice' le pavimentazioni

Monsignor Gualtiero Sigismondi nelle vesti di residente del centro storico, interviene sul tema pavimentazioni: “anche io ho dovuto subire disagi per i lavori sotto casa e ancora in corso, sopportando i rumori e la polvere, ed uscendo ho sempre ringraziato i tecnici per l’opera che stanno facendo, che ci darà splendore e bellezza”. Ed ha svelato un piccolo retroscena: “quando vengono degli ospiti in città restano impressionati da questi interventi”. Capisce i disagi dei commercianti ma è si dice convinto che “alla fine ne trarremo tutti giovamento”.

“Non sono un etrusco”

Un pregio ed un difetto dei folignati: il Vescovo vede i suoi concittadini come un popolo “molto effervescente” nell’imprenditoria, nell’impegno sociale e culturale, insomma una realtà con “vivace intraprendenza”. Si pecca però di campanilismo. Monsignor Sigismondi ironizza quindi sulle sue origini di Ospedalicchio: “non sono un etrusco, ma un umbro, sono nato sulla sponda sinistra del Tevere”.

A Foligno un solo seminarista

Un problema da risolvere è quello delle vocazioni che vede Foligno come fanalino di coda in Umbria, con un solo seminarista: “è un motivo – ammette – di grande preoccupazione, dobbiamo dedicarci alle persone per la loro crescita, purtroppo siamo meno presenti nell’accompagnare le coscienze”.

Richiamo ai politici

Ai politici un invito: “non dovrebbero preoccuparsi del consenso personale e della prossima tornata elettorale, ma piuttosto dei bisogni reali della gente, è questa la differenza tra politici e statisti ed è l’unico modo per guarire le persone dalla grave malattia che è la disaffezione dalla politica”.

Gli auguri alla città

Infine un modo speciale per augurare a tutti un buon Natale: ‘nel mio presepe, che contemplerò in silenzio – svela il Vescovo – metterò la scritta ‘Infrangibile Fragilità’ per contemplare Cristo. E’ Infrangibile nella Sua Divinità, ma si è fatto fragile nella nostra umanità”.

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