La chirurgia robotica dell’ospedale di Spoleto torna ad essere un’eccellenza grazie al nuovo robot “Leonardo da Vinci XI”, operativo al San Matteo degli Infermi da un mese e presentato ufficialmente oggi.
Un’apparecchiatura che sostituisce il vecchio robot, che ha fatto la storia della chirurgia, non solo locale. Uno strumento costato alla Regione Umbria circa 3 milioni di euro e che consente al polo ospedaliero di Foligno – Spoleto di avere pari dignità, dal punto di vista della robotica, rispetto agli ospedali di Perugia e Terni, anch’essi dotati dal “Da Vinci” di ultima generazione.
Numerosi i presenti alla presentazione, alla quale hanno presenziato il direttore dell’ospedale cittadino Luca Sapori, il direttore generale dell’Umbria Umbria 2 Imolo Fiaschini, l’assessore regionale Luca Barberini ed il sindaco Umberto De Augustinis. Tra gli intervenuti anche alcuni primari, quelli coinvolti nell’utilizzo del robot: Graziano Ceccarelli (chirurgia di Foligno, ma storico utilizzatore della robotica spoletina), Giampaolo Castagnoli (chirurgia di Spoleto), Luigi Mearini (urologia di Foligno) e Fabrizio Damiani (ostetricia e ginecologia di Spoleto).
Sindaco “Comune sarà attento” | Due Tac in funzione
“L’amministrazione comunale – ha esordito il sindaco De Augustinis – sarà particolarmente attenta all’ospedale, vogliamo che sia rinforzato, che funzioni meglio, che le persone che ci lavorano siano più gratificate in quello che fanno. Raccomanderò a chi avrà la delega alla Salute, nella Giunta che si sta formando in questi giorni, di avere una particolare e cura sull’ospedale”.
Ha invece voluto ringraziare in particolar modo i servizi tecnici e gli uffici che si occupano di acquisti per “la velocità e la competenza che hanno avuto” il dg dell’Usl Fiaschini. Che, nel ringraziare il presidente della Fondazione Carispo Sergio Zinni, ha annunciato come a breve sarà in funzione la nuova Tac (donata appunto dalla fondazione bancaria), che sarà affiancata anche dalla vecchia. “Abbiamo perso alcuni mesi perché volevamo tenere entrambe e finalmente abbiamo avuto il nulla osta della Regione: il San Matteo avrà quindi 2 Tac”.
Ceccarelli: “Spoleto ha fatto la storia nel 2002, ora integrare è il futuro”
Tra gli interventi più sentiti quello del dottor Graziano Ceccarelli, allievo del professor Luciano Casciola proprio nell’ambito della robotica, che per anni ha operato al presidio ospedaliero spoletino e che è recentemente approdato a Foligno dopo esperienze fuori regione. Il primario della chirurgia generale folignate ha voluto in primis ringraziare l’azienda sanitaria e la Regione che hanno “fatto la scelta di continuare su un percorso lungimirante iniziato anni fa. Nel 2002, quando la robotica era arrivata a livello mondiale solo 2 anni prima, – ha ricordato – Spoleto si era dotata di essa, in Italia ce ne erano solo 4. Oggi siamo ad inaugurare una evoluzione di questa tecnologia che a Spoleto ha visto un po’ la sua storia. In giro per l’Italia e per il mondo, come equipe e io tra loro, siamo stati contattati per portare il nostro contributo. L’azienda sanitaria e la Regione stanno continuando a credere in questo. Vorrei anche migliorare questo progetto, vorrei portarlo ad una omogeneizzazione, ci sono tutte le premesse per collaborare con alcuni colleghi. Questo è il futuro: bisogna integrare sempre più, non solo a parole, ma nei fatti. I pazienti – ha osservato Ceccarelli – non fanno più scelte legate ai km, ma legate alla qualità ed al livello di offerta che viene dato. Se lo creiamo a km 0 è ancora meglio. Quello che è fondamentale è offrire servizi e risposte nelle condizioni migliori in assoluto. La tecnologia non è tutto, servono professionisti per usarla in modo corretto, ma se si uniscono entrambe le cose si hanno buone risposte per la popolazione”. Quindi l’auspicio di avere in tempi brevi degli anestesisti, figura carente in tutta l’Usl (a Spoleto ne mancano 4), con il concorso bloccato da un ricorso.
“Grazie a Ceccarelli – ha spiegato il primario di chirurgia di Spoleto, Castagnoli – intendiamo creare una struttura sempre più unificata con Foligno. Questo non è un robot di Spoleto, ma dell’azienda”. A fare uso del “Leonardo Da Vinci XI” anche il primario folignate di urologia, Mearini: “Questa macchina ha peculiarità che ci consentono di fare interventi con una semplicità e precisione migliori, con una qualità migliore delle prestazioni e probabilmente anche un aumento della quantità”.
“Il robot – ha commentato il primario di ginecologia, Damiani – ha una valenza diversa. All’epoca fu il frutto di una visione illuminata del dottor Casciola e dei suoi collaboratori, adesso è il risultato di una programmazione precisa degli obiettivi. L’investimento fatto è grande, ha bisogno di un supporto di tipo professionale, di infermieri e anestesisti, adeguato per poter fruttare al meglio.
Barberini “Terzo polo della sanità umbra”
“Oggi è una giornata importante – ha detto l’assessore Barberini – perché si realizza un intervento in collaborazione tra la Regione, le Usl, gli operatori e i professionisti per mantenere, non solo la storia che ha caratterizzato il presidio ospedaliero di Spoleto, ma per guardare avanti e con un occhio diverso al futuro che si apre anche a nuove prospettive. A Spoleto è nata una scuola di chirurgia robotica – ha proseguito – ma forti di questa tradizione, ora occorre cambiare passo per rispondere alle nuove esigenze di salute dei cittadini. Con la scelta di acquistare questo strumento di avanguardia – ha aggiunto – abbiamo voluto guardare ad una sanità innovativa che non si ferma. Per questo robot abbiamo investito 3 milioni di euro facendo la scelta di mettere a disposizione un robot ogni 300 mila abitanti”.
L’assessore ha quindi evidenziato che “questi investimenti sono fatti anche grazie alla collaborazione e dietro la spinta di professionisti esperti e motivati che hanno fatto esperienza anche fuori dalla regione e che ora si mettono a disposizione dei presidi ospedalieri, come quelli di Spoleto e Foligno, che lavorano in collaborazione in queste due realtà ospedaliere che possiamo definire come il terzo polo della sanità umbra”.
“Il lavoro di squadra e la collaborazione tra i due ospedali – ha detto Barberini – è la sfida che abbiamo per i prossimi anni che sarà portata avanti potenziando le strutture nell’ottica di un modello attrattivo anche per altre realtà grazie all’innovazione e alla competenza dei professionisti e con l’idea di abbattere sempre di più le distanze”.
Concludendo l’assessore ha ricordato che “l’Umbria è ancora una volta regione benchmark per la sanità italiana grazie al lavoro di tutti e che “il 95 per cento degli umbri, pur avendone la possibilità, sceglie di farsi curare nelle strutture sanitarie e con i professionisti che operano all’interno della regione. Ciò significa che i servizi sanitari e i professionisti che vi operano sono in grado di dare risposte di assoluta qualità. Questo è il lavoro che continueremo a fare nei prossimi per fare il meglio possibile e per elevare la nostra sanità”.
La scheda tecnica e i dati
Il nuovo robot chirurgico “Leonardo Da Vinci XI” permette al chirurgo di eseguire interventi complessi con un’invasività ridotta, riducendo le complicanze e i tempi di ricovero e favorendo così un più rapido recupero funzionale del paziente. Ha iniziato a funzionare da qualche giorno ed è a servizio della Chirurgia, dell’Urologia e della Ginecologia dei presidi ospedalieri di Foligno e Spoleto.
Si tratta di uno strumento di ultima generazione per la chirurgia robotica mininvasiva più evoluta, grazie al quale l’atto chirurgico diviene sensibilmente più preciso garantendo il rispetto delle strutture ‘nobili’ da cui spesso dipende la qualità di vita del paziente. Nella maggior parte dei casi il robot infatti, è dedicato al trattamento delle patologie oncologiche, dove la radicalità ‘curativa’ deve trovare il giusto bilanciamento con la necessità di preservare quanto più possibile la funzione dell’organo ammalato.
In ambito di Chirurgia Generale, il robot è utile nel trattamento della patologia oncologica del fegato, vie biliari, pancreas e di tutto il tratto intestinale (in particolare colon e retto) e in alcune patologie disfunzionali del tratto gastroenterico.
In ambito di Urologia, il Da Vinci è utile nel trattamento della patologia oncologica del rene, prostata, vescica, e in alcune patologie disfunzionali dell’alto e basso apparato urinario.
Tale mole di prestazioni, se da una parte rappresenta un notevole impegno economico per l’Azienda Sanitaria, dall’altra permette il corretto raggiungimento del giusto rapporto costo-beneficio, tenendo conto che il robot Da Vinci, oltre al costo di acquisto iniziale, ha dei notevoli costi di manutenzione ordinaria, che non sarebbero giustificati nel caso di un suo impiego ridotto.
Per l’anno in corso ed i successivi, le previsioni di impiego saranno di almeno 6 procedure maggiori alla settimana, suddivise fra le varie specialità, fino ad un numero annuo di prestazioni che dovrebbero agevolmente raggiungere le oltre 200 procedure.
Con riferimento al 2017 e fino al marzo 2018, le strutture che hanno impiegato tale tecnologia, vale a dire le Strutture di Chirurgia Generale di Spoleto e di Foligno e la Struttura di Urologia, hanno eseguito in totale 116 procedure. Nel dettaglio sono state eseguite: 6 procedure per neoplasie dello stomaco, 14 procedure per neoplasie del colon, 5 procedure per neoplasia del retto;13 procedure per neoplasie del rene, 63 procedure di prostatectomia radicale, 1 cistectomia. Sono stati inoltre eseguiti ulteriori interventi di ginecologia, chirurgia generale ed urologia per patologie di tipo funzionale.