La “Folle Corsa” dei tre Ceri di Gubbio si è conclusa alle ore 19.54 e, anche stavolta, ha visto Sant’Ubaldo chiudere dietro di sé il portone della Basilica.
Partite alle 18 con l’Alzatella in via Savelli, le macchine a spalla sono passate a tutta velocità per la Calata dei Neri fino a via Cairoli (prima sosta), ripartendo poi per il secondo tratto (circa 900 metri) lungo la Calata dei Ferranti, passando per San Francesco – lungo la nuova e discussa “variante” davanti alle Logge dei Tiratoi (causa cantiere in corso) – e San Martino, fino alla nuova sosta in cima a via dei Consoli.

Dopo le girate della Sera in Piazza Grande i Ceri hanno poi percorso via XX settembre – dove Sant’Ubaldo è caduto all’altezza di via Mastro Giorgio – e gli strettissimi Buchetti, con l’ultima fermata alla porta di Sant’Ubaldo. Da qui, alle 19.44, è infine scattata la scalmanata e sfiancante ascesa al Monte Ingino – lunga 1.565 metri, con una pendenza del 20%, 8 tornanti e 9 rettilinei – durata circa 10 minuti.
Sant’Ubaldo, come detto, anche stavolta è riuscito ad entrare in Basilica con un buon vantaggio, lasciando “aspettare” fuori San Giorgio e Sant’Antonio. Quest’ultimi sono entrati pochi minuti più tardi, solo dopo i festeggiamenti nel chiostro e lo “scavijamento” del cero del patrono. Si è trattato di un’ottima corsa, che purtroppo ha visto una sola caduta, quella di Sant’Ubaldo, che ha peraltro centrato in pieno una 55enne italo-americana, portata in ospedale con diverse ferite e una sospetta frattura alla gamba.
In tutta la giornata sono stati 70 gli interventi sanitari effettuati, con 7 trasporti all’ospedale di Branca (al Pronto soccorso o per essere ricoverati). Nello specifico sono stati registrati: 2 dolori addominali, 5 sincopi, 1 lipotimia, 18 attacco panico, 5 fratture o politraumi, 15 traumi minori, 6 ferita suturata, 2 epistassi, 2 ipertensione, 1 crisi epilettica, 1 dolore toracico, 9 svenimenti, 1 vertigine, 1 ipertensione, 1 politrauma.