“Restano sul tavolo della discussione che abbiamo avviato, diversi nominativi, ognuno dei quali a suo modo valido e rispettabile, ma non possiamo valutare candidature improvvisate o dell’ultimo momento, almeno senza prima aver concordato una finalità ed un progetto comune, al quale la figura del candidato debba dar seguito e portare avanti”.
Queste – in buona sintesi – le dichiarazioni del segretario del Partito Democratico di Foligno, Carlo Elia Schoen, dopo che ieri sera, il vertice delle forze di centrosinistra si è nuovamente concluso con un nulla di fatto.
“Per valutare alcune situazione occorre tempo e la necessaria attenzione, non dobbiamo fare una corsa contro il tempo – prosegue Schoen, quando gli si chiede se almeno al tavolo di oggi uscirà fuori il nome – ma scegliere la miglior proposta e quindi la persona più adatta”.
Insomma: si temporeggia, cercando ancora qualche giorno per smussare gli angoli e sciogliere nodi, senza arrivare a rotture che manderebbero tutto all’aria. E’ una strategia politica.
Di fatto, ieri sera il Partito Democratico di Foligno ha ribadito – pur con qualche immancabile maldipancia interno – che il nome piddino è quello del notaio sessantaduenne Luigi Napolitano. O quantomeno anche il nome di Napolitano sarà riproposto alla coalizione.
E pensare che solo qualche ora prima, nel pomeriggio, la quadra sembrava fatta sulla proposta del ‘Patto per Foligno’ che aveva indicato il manager della Umbra Group, Luciano Pizzoni.
Eh si, perchè alla fine il nome dell’ingegnere estraneo alla politica avrebbe incassato anche il supporto dell’ala radicale di ‘Foligno in Comune’ che aveva già proposto Diego Mattioli e persino il movimento ‘Foligno 2030’ che comunque ruota intorno alla figura di Joseph Flagiello.
Ma la politica è fatta così: quando tutte la caselle del puzzle sembrano finalmente incastrarsi al proprio posto, ecco che il quadro potrebbe non piacere più…
La decisione del Partito Democratico di arroccarsi su Napolitano viene visto come una prova di forza, in particolar modo da Foligno in Comune e Foligno 2030 che – nel delicato gioco della politica – lo recepiscono come una vera e propria prova di forza.
Vero anche che il PD pur avendo necessariamente bisogno delle altre forze che gravitano nel centrosinistra, si considera ancora l’azionista di maggioranza e in questo modo rivendica – se non altro – il diritto a proporre il nome, avendo tra l’altro rinunciato a mettere in campo un esponente piddino, senza farsi imporre scelte.
Parlare di ‘braccio di ferro’ tra Napolitano e Pizzoni è eccessivo, nessuno sembrerebbe pronto a mettersi a battagliare per l’uno o per l’altro.
Oggi pomeriggio intanto, è convocata una nuova riunione tra PD, Patto per Foligno, Foligno Soprattutto, Foligno in Comune e Foligno 2030
E, come spesso accade in queste situazioni, chissà che tra i due ‘litiganti’ non spunti fuori ‘un terzo incomodo’.