Una struttura temporanea – almeno per qualche anno, fino alla fine della ricostruzione – per consentire agli operatori economici di Castelluccio di continuare a lavorare si trasforma, per lo meno su Facebook, in un moderno centro commerciale da realizzare sul Pian Grande. E nascono petizioni e polemiche, seguite però da smentite e chiarimenti.
Del progetto del villaggio commerciale alle porte di Castelluccio in realtà se ne parla da qualche mese. Di fatto si tratta di una struttura temporanea che sarà realizzata poco sopra il Pian Grande e che ospiterà negozianti, ristoratori e aziende, tutte castellucciane. L’iniziativa è stata sposata dalla Nestlè, che ha avviato un’apposita campagna fondi, sotto lo slogan #rinascitacastelluccio . Al momento sono state 555 le donazioni, per un totale di quasi 150mila euro.
Il progetto, promosso dalla Regione Umbria (ente che si occupa in prima persona della delocalizzazione delle aziende colpite dal terremoto) e ben visto dai castellucciani, è passato pressoché inosservato all’opinione pubblica. Fino a quando, negli ultimi giorni, su internet è comparsa una petizione contro il “centro commerciale” di Castelluccio, che addirittura ospiterebbe all’interno un market della Perugina. Di condivisione in condivisione, la protesta si è diffusa sui social network, e c’è anche chi ha abboccato, credendo che veramente proprio in mezzo ai campi di lenticchia possa nascere una struttura magari sul modello strutturato di Collestrada. Polemiche sempre più insistenti, ma basate su molte inesattezze, che hanno portato prima gli stessi castellucciani a smentire la questione “centro commerciale”, poi la Regione Umbria ad annunciare – insieme al Comune di Norcia – una conferenza stampa per domani mattina (20 luglio) a Perugia, bollando come “bufala” la vicenda. Quindi portando la stessa Nestlé ad intervenire. Ma nel frattempo anche gli ambientalisti – nel mirino dei quali Castelluccio finisce più o meno ogni anno nel periodo estivo per le vicende dei parcheggi sul Pian Grande – hanno gridato allo scandalo. E fermare la potenza della rete sembra molto complicato.
Gli ambientalisti all’attacco
In una nota a firma di Mountain Wilderness Gruppi Regionali Umbria e Marche, CAI Gruppi Regionali Umbria e Marche, WWF Umbria e Marche e Grig (Gruppo Intervento Giuridico), viene reso pubblico “l’Appello di cui in oggetto, da noi redatto ed inviato ieri tramite PEC, alla Regione dell’Umbria, al Responsabile Protezione Civile Regione Umbria, e, p.c. al parco Nazionale dei Monti Sibillini, al Comune di Norcia, alla Comunanza Agraria e alla Pro Loco di Castelluccio in merito alla notizia apparsa sui media alcuni giorni fa della presentazione, da parte dell’assessore regionale Paparelli di un progetto di ‘Centro Commmerciale’ definito fantasiosamente ‘deltaplano’ che impatterebbe in modo disastroso, definitivo e permanente con il pregiato ed unico scenario del paese e del suo ambiente”.
Questo il testo, con oggetto “Appello per la ricostruzione di Castelluccio di Norcia”: “Castelluccio di Norcia, per il suo paesaggio, la sua storia, l’incanto che desta in ogni visitatore, è simbolo identificativo del Parco Nazionale dei Monti Sibillini e dell’Appennino tutto, sintetizzando e rappresentando la bellezza dell’intero nostro Paese. Completamente distrutto dal terremoto dell’ottobre scorso, la sua rinascita interessa non solo la popolazione, ma l’intera comunità nazionale, e internazionale in quanto luogo conosciuto e ammirato in tutto il mondo. Oggi Castelluccio rischia di diventare emblema delle contraddizioni, approssimazioni, ritardi, mancanza di vera partecipazione che stanno segnando la ricostruzione del meraviglioso territorio dell’Appennino centrale colpito dal sisma.
Mentre le macerie ancora ingombrano l’abitato a testimonianza del terribile dramma, apprendiamo dalla stampa inquietanti notizie e immagini di un progetto calato dall’alto per costruire un “villaggio” (definito “deltaplano”), che occuperà una superficie di centinaia e centinaia di metri quadrati sotto il centro abitato di Castelluccio nel versante che guarda il Pian Grande. In tale villaggio verrebbero delocalizzate “transitoriamente” – e cioè per almeno 15- 20 anni, quanto durerà la ricostruzione – numerose attività produttive ed economiche tra cui dieci ristoranti, tre caseifici, otto negozi. Ciò comporterà un enorme sbancamento e, inevitabilmente, la realizzazione di un megaparcheggio in grado di accogliere migliaia di visitatori, con conseguente ulteriore consumo di suolo. Il tutto realizzato in deroga alle norme di tutela, ignorando il Parco e la partecipazione democratica dovuta in scelte di tale portata e impatto che ipotecano il futuro dei territori.
La ferita inferta dal “deltaplano” sarà visibile dal Monte Vettore, dal Pian Grande e dal Pian Piccolo, condizionerà e stravolgerà per sempre il paesaggio di Castelluccio, sottolineando ulteriormente l’ipocrisia della transitorietà. Trova così conferma l’intervento degli interessi speculativi nella ricostruzione, soprattutto in quella dei territori più delicati e pregiati: richiamati dalla ghiotta opportunità della deroga, tali interessi produrranno inevitabilmente danni permanenti e irreparabili. Prendiamo atto che la dimensione del devastante sisma condizionerà il modello di rinascita e conseguentemente il futuro di questo territorio, ma Castelluccio non può vincolarsi e connotare la pubblicità di una multinazionale: ne rimarrebbe schiacciato nel giro di pochi anni. La sua cifra, il suo brand, è nella bellezza del luogo, nel suo capitale naturale: uno spazio libero, pulito, immenso da percorrere con lo sguardo fino ad incontrare il paese arroccato,dalle linee e dai contorni inconfondibili. Tutto ciò e l’atmosfera magica che lo avvolge non possono essere stravolti e distrutti da progetti fantasiosi, improvvisati, improbabili. A Castelluccio la sua gente deve poter tornare a vivere e lavorare come ha fatto finora: in armonia con l’ambiente naturale. Nel ribadire che Castelluccio rappresenta un simbolo di interesse generale e che il percorso per la sua vera rinascita esige una partecipazione effettiva la più ampia possibile, le sottoscritte Associazioni:
- denunciano il rischio che il progetto della Regione dell’Umbria violi gravemente l’integrità del territorio;
- fanno appello:
- affinché si dia trasparenza ed evidenza alle scelte per la ricostruzione di luoghi simbolo come Castelluccio
- perché sulla ricostruzione e la rinascita di Castelluccio si avvii un confronto tra visioni e soluzioni progettuali diverse, anche attraverso un’effettiva partecipazione dei soggetti pubblici e privati e in particolare del Parco finora escluso da ogni decisione;
- perché la “situazione di emergenza” non deroghi le norme sulla partecipazione, ma coinvolga il Parco Nazionale dei Monti Sibillini, la popolazione, i soggetti interessati, le Associazioni Ambientaliste per un reale confronto tra visioni e soluzioni compatibili
- perché, al fine di delocalizzare le attività economiche e commerciali, vengano immediatamente realizzate piccole strutture lignee effettivamente transitorie e non impattanti, variamente dislocate intorno al centro abitato, le quali potrebbero oltre tutto comportare un risparmio di tempo e di spesa rispetto al “progetto” della Regione dell’Umbria.
Le sottoscritte Associazioni chiedono a tutti i soggetti che hanno a cuore Castelluccio di unirsi a questa denuncia ed a questo appello”.
Regione e Nestlé spiegano: Nessun centro commerciale
“Non esiste alcun progetto di ‘centro commerciale’, né tantomeno esiste alcuna ipotesi di delocalizzazione di attività commerciali, produttive e quanto altro, nella Piana di Castelluccio. Le informazioni che a tale riguardo stanno circolando in queste ore hanno tanto il sapore di una vera e propria ‘bufala’”. Lo dice chiaramente la Regione Umbria, annunciando una conferenza stampa convocata per domattina “per fugare ogni dubbio e fornire precise informazioni circa il progetto di struttura temporanea che si intende realizzare a Castelluccio“. Il progetto sarà illustrato dai progettisti, alla presenza del presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, del vice presidente, Fabio Paparelli, del sindaco di Norcia, Nicola Alemanno, e degli stessi operatori economici di Castelluccio e Norcia.
Chiarimenti che arrivano anche da Nestlè: “Non è in alcun modo prevista la costruzione di un centro commerciale nell’area voluto o promosso dall’azienda. Nestlé è presente nella zona con lo storico stabilimento Perugina di San Sisto. Dopo il dramma del terremoto che colpito il territorio, l’azienda ha sentito ancora più forte il legame con questi luoghi e ha voluto sostenerli, mettendosi immediatamente a disposizione per dare il proprio supporto e contributo.
Dall’ascolto di tutti gli attori coinvolti – cittadini, imprenditori e istituzioni locali – è emersa in maniera chiara l’esigenza di iniziative concrete per far ripartire l’economia locale, nella consapevolezza che la ricostruzione del tessuto economico e produttivo sia indispensabile per dare futuro a tutto il territorio. E’ nato così il progetto #RinascitaCastelluccio, promosso da Nestlé – Perugina insieme al Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e alla Regione Umbria. Il progetto ha previsto un’ampia campagna di comunicazione per mantenere alta l’attenzione e la visibilità sulla situazione delle realtà imprenditoriali locali e una piattaforma online, realizzata su un portale di crowdfunding, attraverso la quale è stato possibile contribuire con una donazione e seguire la rinascita del borgo
L’iniziativa in concreto prevede la realizzazione di un “villaggio temporaneo”, che permetterà alle imprese agricole, zootecniche, commerciali e turistiche della zona, e solo a loro, di mantenere vive le attività che costituiscono la base dell’economia e del tessuto sociale dell’area. I piccoli produttori e commercianti locali potranno così continuare la propria attività in attesa della ricostruzione. Il progetto è stato condiviso e approvato da tutte le istituzioni interessate, tra cui il Parco Nazionale dei Monti Sibillini. L’autore del progetto è l’architetto Francesco Cellini, profondo conoscitore del territorio, che costruirà una struttura nel pieno rispetto dell’ambiente e temporanea, in quanto verrà eliminata quando la situazione del territorio si sarà stabilizzata”.