Dopo il solenne Pontificale del mattino per celebrare S. Ponziano, nel pomeriggio nuovamente tantissimi fedeli hanno partecipato in duomo ai Secondi Vespri e, al termine, alla processione che ha riportato le reliquie del patrono di Spoleto nella “sua” Basilica. Nell’omelia l’arcivescovo Renato Boccardo ha ricordato ai fedeli presenti che «conoscere Cristo equivale a entrare in relazione con lui, sperimentarne la presenza nel proprio vissuto, accoglierne il dono di grazia. Non si tratta di una conoscenza intellettuale, ma di un incontro quotidiano, che interpella e scuote. Un incontro che certamente è più scomodo perché obbliga a prendere posizione e magari a cambiare rotta operando tagli decisi con quanto è incompatibile con la relazione instauratasi. Un incontro di cui, in fondo, ogni cuore è assetato, e di cui non si può fare a meno senza precludersi la possibilità di un’esistenza che valga la pena di essere vissuta. Per Ponziano, il primo valore è la conoscenza vitale, esperienziale di Cristo, che è il tesoro nascosto: chiunque lo incontri non potrà più vivere come prima. Se qualcuno si riserva intenzionalmente qualche cosa, vuol dire che non ha ancora trovato il vero tesoro nascosto. Dal nostro patrono accogliamo l’invito ad essere fedeli nella vita quotidiana, complessa, frenetica e, in tanti aspetti, seducente e tentatrice nella direzione opposta al Vangelo; fedeli alla nostra Chiesa diocesana e alle nostre comunità parrocchiali, vivendone gioiosamente, anche quando costa fatica, la vocazione e la missione nella comunione, nella corresponsabilità e nel dialogo; fedeli nella famiglia, articolata nelle sue diverse sfaccettature; fedeli nella vita sociale e politica: nell’onestà, nella ricerca del bene comune, superando gli interessi personali o di gruppo; fedeli al futuro di Dio dentro questa crisi che esige da tutti di fare la propria parte per costruire uno stile di vita più sobrio e più umano e per garantire un futuro più sicuro e più nobile alle nuove generazioni; in una parola: siamo chiamati alla fedeltà al bene e al rifiuto del male».
Alle 17.00 si è avviata la processione: la reliquia del Santo è stata portata, a turno, dai Vigili del Fuoco e dai Volontari della Protezione Civile, dell’Associazione Nazionale Carabinieri, della Croce Verde, della Croce Rossa, del Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta, in rappresentanza di tutti coloro che sono impegnati dal 24 agosto al fianco della gente terremotata in Valnerina e nello Spoletino. Come tradizione, la processione è stata aperta da un nutrito gruppo di cavalieri e cavalli: da ricordare che l’agiografia definisce S. Ponziano “felice cavaliere del cielo” ed è sempre rappresentato in groppa ad un cavallo.
Giunti sul piazzale antistante la Basilica, l’Arcivescovo ha preso in mano la reliquia ed è entrato, insieme ai sacerdoti presenti e al sindaco Fabrizio Cardarelli, in chiesa. Un lungo applauso ha accolto l’ingresso del Presule e della reliquia. Prima della benedizione finale mons. Boccardo ha detto: «Lungo il percorso della processione il mio sguardo si è soffermato sulle tante porte delle case incontrate e il mio pensiero inevitabilmente è andato alle gioie e alle sofferenze che all’interno si vivono. Mi piace pensare che Ponziano ha avvolto tutti questi volti e queste storie nel suo abbraccio paterno e sono certo che parlerà al buon Dio di ciascuno».