CELEBRATO A FOLIGNO IL 66° ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE DAL NAZIFASCISMO (foto) - Tuttoggi.info

CELEBRATO A FOLIGNO IL 66° ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE DAL NAZIFASCISMO (foto)

Redazione

CELEBRATO A FOLIGNO IL 66° ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE DAL NAZIFASCISMO (foto)

Mer, 16/06/2010 - 20:04

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E' stata celebrata oggi a Foligno la ricorrenza del 16 giugno 1944, 66° anniversario della liberazione della città dalle truppe naziste..

Alla presenza del Gonfalone e del Picchetto d'onore del Centro nazionale di selezione e reclutamento dell'esercito, dei rappresentanti dell'ANPI di Foligno e di Bevagna, delle Associazioni combattentistiche e d'arma, della Croce Rossa Italiana, in Piazza Don Minzioni sono intervenute le massime autorità civili e militari della città .La cerimonia è iniziata con l'esecuzione dell'inno d'Italia.

Dopo la deposizione di una corona di alloro al monumento alla memoria dei caduti e delle sofferenze civiche, è intervenuto il sindaco di Foligno, Nando Mismetti.

“Abbiamo aperto questa cerimonia pubblica – ha detto il sindaco di Foligno – con l'inno nazionale, il glorioso inno di Goffredo Mameli, l'eroe dell'Unità nazionale, morto combattendo a soli 22 anni. Noi cantiamo sempre con orgoglio il nostro inno nazionale, perché in quelle parole e in quella musica c'è concentrata la nostra storia e l'inità della nazione, bene inestimabile e da salvagiardare, anche se alcuni rappresentanti delle istituzioni si ostinano a non capirlo”.

“Il 16 giugno 1944 – ha sottolineato Mismettii – dopo 4 anni di guerra, 10 mesi di Resistenza partigiana e 36 bombardamenti pesanti sulla città, che produssero lutti e distruzioni, giunse anche per Foligno il momento della Liberazione dall'occupazione nazi – fascista. La Liberazione, avvenne ad opera di un distaccamento del XII Lancieri dell'VIII Armata: Britannica, composto da soldati inglesi, indiani e pakistani, che arrivarono a Foligno provenienti da Massa Martana e Montefalco. Le truppe alleate ingaggiarono un combattimento con i tedeschi all'altezza di Ponte San Magno e lungo l'attuale via Franco Ciri, per impedire che il Ponte di Porta Firenze, precedentemente minato, fosse fatto saltare in aria.”

“Quel 16 giugno del ‘44 – ha ribadito Mismetti – segnò per i folignati la fine del conflitto, ma poiché la guerra continuava nel nord d'Italia, molti giovani si arruolarono volontari nel Gruppo di Combattimento ‘Cremona' per lottare a fianco dell'esercito inglese.

Tra quei volontari c'era anche il sindaco Italo Fittajoli, il quale, lasciato l'incarico di sindaco, all'età di 57 anni, non esitò a partecipare da combattente alla guerra di Liberazione del nostro Paese.

L'esempio dell'avv. Fittajoli è una lezione di etica politica per tutti noi.

A 66 anni da quell'avvenimento, seguendo anche l'esempio del sindaco che mi ha preceduto, l'amico Manlio Marini, presidente dell'Officina della Memoria e instancabile sostenitore della valorizzazione della memoria storica della nostra città, faccio mio quell'impegno per conservare eventi lontani nel tempo, ma che nessun tempo potrà mai cancellare, perché fecero ritrovare ai nostri padri la strada della pace e della convivenza civile, da cui nacquero la nostra democrazia, la Repubblica e la Costituzione”.

“Trovo perciò – ha stigmatizzato Mismetti – ingiusto e assurdo definire la nostra Costituzione ‘Un Inferno per il governo del Paese'”, come è avvenuto qualche giorno fa da parte di un'alta istituzione dello Stato”.

“Siamo soliti – ha detto il sindaco – celebrare il 16 giugno del 1944 proprio in questo luogo, in piazza Don Minzoni: una piazza nata dalla violenza di un bombardamento aereo.

In questo spazio, infatti, dove abbiamo collocato il monumento alla memoria e alle sofferenze della nostra città, era presente un palazzo del XVII secolo, Palazzo Rodati Buffetti.Palazzo, che fu distrutto il 16 marzo 1944 da una bomba aerea, così come accadde ad altri spazi del centro storico: Piazza Piermarini, e il Teatro e Piazza Giacomini, dove insisteva la Chiesa della Madonna del Pianto.”

“Ecco perché – ha concluso il sindaco di Foligno – mi sento di riaffermare qui il valore della pace tra i popoli e il ripudio di ogni guerra. I conflitti armati, come abbiamo visto, non aiutano a risolvere i problemi, ma anzi li complicano, lasciando dietro di sé lutti dolorosi e distruzioni incancellabili. Facciamo della pace, in ogni parte del mondo, la nostra bandiera comune!”


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