CARCERE MAIANO, CONVOCATA CONFERENZA CAPIGRUPPO PER AVVIARE CONFRONTO SU CRITICITA' ISTITUTO - Tuttoggi.info

CARCERE MAIANO, CONVOCATA CONFERENZA CAPIGRUPPO PER AVVIARE CONFRONTO SU CRITICITA' ISTITUTO

Redazione

CARCERE MAIANO, CONVOCATA CONFERENZA CAPIGRUPPO PER AVVIARE CONFRONTO SU CRITICITA' ISTITUTO

Lun, 27/06/2011 - 09:55

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Convocata per martedì 28 giugno la Conferenza dei capigruppo. Parteciperanno il Sindaco Daniele Benedetti, il Presidente del Consiglio comunale Patrizia Cristofori e le rappresentanze sindacali. “La situazione che si è venuta a creare negli ultimi mesi all'interno del carcere di massima sicurezza di Maiano, desta una forte preoccupazione per il clima che può ingenerare anche fuori dal carcere stesso”. A parlare è il Presidente del Consiglio comunale Patrizia Cristofori che, proprio sulla questione del carcere di Spoleto e anche in virtù dello stato di agitazione indetto nelle ultime ore dalle rappresentanze sindacali per denunciare il sovraffollamento dei detenuti e la mancanza di un numero adeguato di agenti, ha convocato per martedì 28 giugno alle ore 15.30 la conferenza dei capigruppo, a cui parteciperanno il Sindaco Daniele Benedetti e le organizzazioni sindacali. “Il Comune di Spoleto – ha aggiunto la Cristofori – in più occasioni si è fatto interprete della necessità di agevolare l'integrazione tra l'istituzione carceraria e il territorio, promuovendo tutta una serie di iniziative con l'obiettivo di creare canali di comunicazione e occasioni di incontro con la città. Pertanto, per avviare un confronto sulla situazione reale in cui si trova a vivere tanto gli agenti della Polizia Penitenziaria, quanto la popolazione carceraria e avviare le iniziative che si riterranno opportune, abbiano deciso di convocare un incontro per affrontare in maniera compiuta tutte le questioni attualmente sul tavolo”.

Di seguito, il comunicato in cui le Organizzazioni Sindacali di Polizia Penitenziaria dichiarano lo “Stato di agitazione del personale”, diramato lo scorso 22 giugno.

La situazione degli istituti penitenziari dell'Umbria sta avviandosi al collasso totale con effetti allarmanti anche per la comunità esterna. in particolare l’Istituto di Spoleto, a causa del raddoppio indiscriminato della popolazione detenuta attuata in quest'ultimo anno dal Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, senza alcun progetto finalizzato al reintegro della grave carenza di organico. Più volte denunciata da queste OO.SS, (mancano all'appello 78 unita rispetto ai 307 previsti da una vecchia ed inadeguata pianta organica del 2001), ha lasciato la Polizia penitenziaria in uno stato di totale abbandono, con l'indifferenza della Direzione che non sta adeguatamente tutelando la sicurezza del personale.
La sequenza incredibile di gravi e numerosi eventi critici, sfociati in episodi di risse tra detenuti, gesti autolesivi e ben quattro atti di aggressione di detenuti ad altrettanti Poliziotti Penitenziari in una sola settimana, non è soltanto dovuta a problemi di sovraffollamento e di spazi di socialità ridotta, ma forse anche ad una politica gestionale dell'istituto quantomeno da analizzare, rivedere e correggere, che non debba per forza contrastare con la dignità professionale dei poliziotti penitenziari che, nell'espletamento delle proprie funzioni, segnalano comportamenti disciplinarmente rilevanti e vedono spesso vanificare il proprio operato da una archiviazione di tali procedimenti per scadenza del termini di contestazione come previsto dalla normativa vigente.
Si deve segnalare inoltre la poca lungimiranza della Direzione dell'istituto Spoletino in occasione dello stravolgimento della capienza detentiva, passata in pochissimo tempo da 300 a 700 unità, sottovalutando le problematiche connesse ad un abnorme afflusso di popolazione detenuta e consentendo altresì le stesse numerose attività ricreative sportive e scolastiche, senza di fatto programmare una corretta organizzazione delle attività di vigilanza, accorpando più posti di servizio e gravando oltremodo responsabilità e carichi di lavoro del personale, attuando una sorta di sorveglianza dinamica che di fatto ha allentato sensibilmente le maglie della sicurezza.
Infine, ciò che le OO.SS. avevano previsto e denunciato sta avvenendo; l'esiguo personale in organico, e ancor meno in servizio attivo, rischia di non poter affrontare il periodo delle ferie estive. La proposta semplice quanto improbabile arrivata dalla Direzione è di ricorrere
ulteriormente al lavoro straordinario imponendo, di fatto a tutti, di fare turni più lunghi, contrariamente sarebbe saltato il piano ferie.
Tutte le scriventi OO.SS. hanno rifiutato categoricamente un simile “ricatto”; non si può barattare un diritto sacrosanto come le ferie sacrificando ancora ed una volta in più non solo l’attività lavorativa ma anche la vita personale degli agenti, costretti a turnazioni lavorative estenuanti.
II personale sta ormai da tempo subendo gli effetti nefasti di una situazione che non ha precedenti e l'enorme stress psicofisico sta causando una serie di patologie con il rischio di arrivare ad un effetto domino disastroso per la sopravvivenza dello stesso istituto. Riteniamo veramente avvilente che la soluzione del problemi sia esclusivamente nella compressione dei diritti dei lavoratori, senza mai denunciare con forza ai superiori uffici del PRAP e del DAP che occorre prendere immediati provvedimenti con invio urgente di rinforzi, come per altro avvenuto in altri istituti con medesimi problemi come ad esempio per i carceri di San Gimignano, Parma e Regina Coeli.
I numerosi disordini degli ultimi giorni, il suicidio di un detenuto, il ritrovamento di oggetti non consentiti e pericolosi in mano ai detenuti, l'impossibilità di effettuare efficaci perquisizioni all'interno delle celle per la presenza di troppi oggetti in possesso agli stessi, acconsentire e cedere a molte delle richieste dei detenuti fatte anche per mezzo di velate minacce o proteste violente, la disgregazione delle unita operative istituite nel 2004 di cui alcune rimaste senza un coordinatore piuttosto che altre con la meta degli agenti del contingente previsto, tutto ciò, rende insicuro un ambiente di lavoro come il carcere che, per legge, fonda il suo corretto funzionamento sull'ordine e la sicurezza, rispetto delle regole e assicurazione del regime disciplinare. In 30 anni di vita dell'Istituto spoletino, di cui 20 sotto l'attuale Direzione, il regolamento interno non è stato mai varato come invece previsto dalle Legge penitenziaria, forse perche più semplice gestire l'istituto con “regolucce” e semplici ordini di servizio interni, che possono essere cambiati a piacimento anche su richiesta dei detenuti. II personale si sente ogni giorno a rischio per la propria incolumità fisica e assolutamente non tutelato da una Direzione che dimostra di essergli vicina solo a parole e non con i fatti.
Chi ignora il lavoro della polizia penitenziaria, chi non intende difenderla e tutelarla, applicando semplicemente le regole dell'Ordinamento Penitenziario e i contratti nazionali di lavoro, chi si disinteressa di ambienti di lavoro fatiscenti e insicuri, del disagio psicofisico vissuto ogni giorno, riteniamo sia opportuno che cambi realmente modo di agire o si faccia da parte!
Per la grave situazione attuale, tutte le sottofirmatarie Organizzazioni Sindacali della Polizia Penitenziaria proclamano lo stato di agitazione del personale iscritto e conseguentemente attueranno tutte le legittime iniziative necessarie a sensibilizzare l'Amministrazione Penitenziaria e l'opinione pubblica suite gravi condizioni lavorative vissute quotidianamente a Spoleto.
Per tutti i motivi sopra esposti le Organizzazioni Sindacali chiedono l’intervento delle Segreterie Generali e Coordinamenti Nazionali affinché venga richiesto al CAPO del DAP:
• Di predisporre urgentemente un interpello nazionale del ruolo agenti/assistenti per l'invio di n. 15 unita di rinforzo per il periodo estivo, in missione o distacco provvisorio, per scongiurare il ripetersi di ulteriori e gravi episodi turbativi dell'ordine e sicurezza interni e net contempo consentire al personale di Spoleto di poter fruire delle meritate ferie estive;
• di inviare una ispezione Ministeriale presso il carcere di Spoleto per far luce su tutte le rappresentate problematiche dell'istituto;
• di trasferire n. 40 detenuti dall'istituto di Spoleto, attualmente sopra la soglia tollerabile già stabilita dal DAP, che di fatto sta eliminando ogni spazio possibile di socialità per mancanza di posti letto; non offrendo garanzie di sicurezza necessarie.

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