Carabinieri indagati a Foligno, trasferiti fuori regione. E il gip di Spoleto autorizza la proroga dell'inchiesta. Parlano i difensori di Matalone
Ci sarebbe il trasferimento per i due carabinieri in servizio a Foligno, indagati dalla Procura di Spoleto con l’accusa di concussione e tentata cessione di droga il maresciallo Francesco Matalone, falso il brigadiere Gianluca Insinga. Entrambi sarebbero stati spostati dai vertici dell’Arma in due stazioni di fuori regione. E intanto il gip di Spoleto ha autorizzato la proroga di 6 mesi delle indagini a carico dei due militari dell’Arma.
L’indagine della Procura di Spoleto
I due uomini dell’Arma sono difesi il primo dall’avvocato Giovanni Picuti e dal suo studio, il secondo da David Brunelli. Lo spostamento, che trova parziali conferme e che è stato rilanciato giovedì dal Tgr dell’Umbria, sarebbe una misura di tutela, fino alla conclusione delle indagini portate avanti dalla Procura di Spoleto.
Tentato spaccio e atti falsi, due carabinieri di Foligno indagati
Indagini prorogate per 6 mesi
Intanto le indagini a carico dei due carabinieri sono state prorogate per 6 mesi. Lo confermano i difensori del maresciallo Matalone, per anni comandante della stazione dell’Arma di Foligno e che ora deve rispondere di pesanti accuse. Presunti reati in merito ai quali, però, il militare – attraverso i suoi legali, si dichiara del tutto estraneo.
“Il nostro assistito, maresciallo Francesco Matalone, – dicono in una nota gli avvocati Giovanni Picuti e Giovanni Maccabei – ci ha manifestato la propria intenzione di riaffermare la propria estraneità in ordine ai reati contestati. Prendendo atto della proroga delle indagini di altri sei mesi, disposta in data di ieri dal GIP presso il Tribunale di Spoleto, confida in una definitiva, rapida e chiarificatrice conclusione delle indagini stesse”.
(ultima modifica alle 9.48)