Non c’è pace per il Pd di Terni che continua ad agitare gli animi dem anche a livello nazionale. Nonostante da Roma siano arrivate indicazioni precise e che il segretario regionale Bernardini abbia cercato in tutti i modi di ricucire lo strappo, la guerra tra “Passione Democratica” e “Casa Democratica” continua a colpi di ricorso e in un clima da resa dei conti che certifica una crisi profonda tra la vecchia guardia del partito e le nuove leve. E il rischio commissariamento è sempre più concreto.
Caos Pd Terni, è guerra ‘democratica’ | Rischio commissariamento
A gettare più di un’ombra sulla possibilità di trovare una sintesi sul ‘caso Spinelli’ è la notizia dell’accoglimento del controricorso alla Commissione Garanzia Nazionale del Pd di “Casa Democratica”. E ora? Ancora in attesa di conoscere i motivi della decisione di annullare l’elezione di Spinelli come segretario provinciale da parte della Commissione Regionale del Pd, già il controricorso è stato accolto dal Nazionale. Una bega non da poco per tutto il partito che continua ad essere diretto in modo piuttosto autorevole dalla vecchia guardia Di-Girolamo-Raffaelli-Paparelli.
Accolto ricorso di “Casa Democratica”
Come si legge in una nota di Casa Democratica: “La commissione nazionale di garanzia ha accolto il nostro ricorso, annullando la delibera della commissione regionale: gli organismi eletti col congresso sono legittimati a proseguire il percorso di definizione degli assetti dei dem ternani e Pierluigi Spinelli è il segretario provinciale del Pd di Terni”. “E’ evidente – segnalano da Casa Democratica – che quanto avvenuto deve porre un elemento di riflessione su come decidiamo di essere partito e di proseguire nel solco di un rinnovato impegno per un nuovo Pd. Come dimostrato fin qui, Casa Democratica è a disposizione, ostinatamente e con la convinzione che sia la strada per un partito utile all’Umbria e agli umbri, per ricercare percorsi inclusivi, di costruzione e di elaborazione politica. E’, però, del tutto evidente come sia non più rinviabile la necessità di rifuggire superficialità, rigidità e strumentalità, che rischiano di compromettere la nostra azione politica, condizionandone l’indirizzo e piegandola a logiche che non hanno niente a che fare con la nostra missione: cambiare, per migliorarla, la vita delle persone con gli strumenti, anche di governo, che abbiamo a disposizione”.