Caos pd, Antonini “scelte necessarie, metodi sbagliati” 300 firmano nuovo documento - Tuttoggi.info

Caos pd, Antonini “scelte necessarie, metodi sbagliati” 300 firmano nuovo documento

Carlo Ceraso

Caos pd, Antonini “scelte necessarie, metodi sbagliati” 300 firmano nuovo documento

Il commissario Pd Spoleto a Tuttoggi: “non c’è fiducia reciproca, guardiamo a Sanders” | Nuovi veleni
Dom, 31/07/2016 - 10:33

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Sono giorni di attesa nel pd spoletino dopo che la maggioranza dell’assemblea cittadina ha rassegnato le proprie dimissioni mettendo spalle al muro il commissario Carlo Antonini, che sembrava aver trovato una intesa che salvasse il partito con la nomina di Matteo Cardini quale nuovo segretario, ma anche i vertici umbri, finiti nel mirino delle critiche per non aver concesso un congresso straordinario. Uno ‘strappo’ inatteso e che ha confermato le divisioni e le tensioni interne al partito che, almeno sulla carta, resta il primo della città del festival. Prova ne sia che alle dimissioni dei circa 30 membri dell’assemblea (ma alcuni di loro sarebbero decaduti da tempo) sarebbe in viaggio un documento di replica da parte di circa 320 iscritti del partito di Matteo Renzi: una lettera ancora top-secret  ma destinata ad agitare le già tempestose acque e a chiamare in causa il n. 2 del Pd , Dante Andrea Rossi, tra i fautori della decisione che ha portato ad azzerare l’assemblea e ad “aprire il fuoco” sul vertice regionale (leggasi Giacomo Leonelli). E quindi a rinnovare antichi e nuovi veleni, l’ultimo dei quali, a sentir i bene informati, punterebbe dritto dritto alla gestione del bilancio della segreteria provinciale su cui c’è chi chiede di “far chiarezza rendendo trasparenti i rimborsi spese”.

In mezzo al fuoco incrociato resta il commissario Antonini che Tuttoggi.info ha raggiunto telefonicamente per fare un punto di situazione.

Dott. Antonini dica la verità, pensa alle dimissioni? “Neanche per idea, non ho alcuna intenzione di lasciare l’incarico fino a quando non verrà deciso dalla direzione regionale che me lo ha assegnato e a cui devo rispondere. Resto convinto che il mio ruolo si stava esaurendo perché era stato raggiunto un accordo saltato poi solo per ragioni politiche che sono incomprensibili, forse di natura personalistica”.

Dunque è contrario all’idea di un congresso? “No, anzi, è lo strumento più democratico per definire una organizzazione e trovo giusto che venga richiesto. Non sono d’accordo invece sul metodo con cui è stato appunto invocato. Poteva, ripeto, essere trovata un’altra strada, ma se la maggioranza dell’assemblea ha deciso questo ne dobbiamo prendere atto”.

Queste dimissioni sono davvero arrivate come un fulmine a ciel sereno? “Guardi la richiesta di un congresso mi trova d’accordo, mi sarei però aspettato un appoggio, un confronto sul mio progetto….invece qui sembra regnare la sfiducia”.

Crede che il regionale concederà la tanto invocato deroga? “A giorni si riunirà la segreteria regionale e sapremo se verrà o meno concessa questa deroga. Il mio auspicio è che si continui a lavorare per un congresso che cerchi da una parte di lavorare sui grandi temi che riguardano la città; dall’altra di trovare quella unità che al momento manca. Il Pd a Spoleto è ancora un partito forte, all’ultima tornata ha preso quasi il 33%, c’è la necessità di una sintesi che dovrà tener in debita considerazione anche la parte per così dire soccombente, altrimenti ci si condanna a vedere la forbice tra il 15 e il 20% dell’elettorato”.

Cosa pensa della legittimità di queste dimissioni che sono state firmate da ex iscritti del partito? “No, no, in queste beghe non casco. Non mi interessa se 4-5 persone dovevano essere surrogate o se, decadute queste, il quorum si è inevitabilmente abbassato sotto quota 27 (l’assemblea è composta di 52 membri, n.d.r.)”.

E di questo nuovo documento di cui si parla in città? “Non lo conosco – conclude Antonini -, so che era nell’aria un documento ma non che fosse accompagnato da una raccolta di firme. Non ci vedo nulla di strano, sono normali ‘tensioni precongressuali’. Il punto è che le tensioni non possono durare all’infinito altrimenti ci si condanna all’irrilevanza. Prendiamo esempio da Sanders che per non distruggere il partito democratico americano non esita ad appoggiare la sua rivale contro il pericolo Trump. I veri avversari sono fuori dal tuo partito; chi non capisce questa regola elementare della politica farebbe bene a dedicarsi ad altro. Io resto però ottimista e sono certo che alla fine a Spoleto prevarrà il senso di responsabilità. Nel Pd c’è molta gente perbene!”.

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