Ma i nemici politici della Giunta Ruggiano la fanno fin "troppo grossa". Ora non resta che aspettare gli incontri per il progetto
Che l’amministrazione del sindaco Antonino Ruggiano sia una fonte di ispirazione per molti è un dato di fatto. Come è anche un fatto che il sindaco, a cui piace vestirsi come un nobiluomo austriaco di altri tempi (bellissime mantelle di Loden e cappelli con la piume simili a quelli degli Schützen altoatesini, giacche o panciotti uso caccia con bottoni d’osso, un po come il Papageno mozartiano di Glyndebourne-vedi foto), sia ormai considerato da tutto il mondo della politica regionale un vero cavallo di razza su cui puntare.
In questa sorta di stato di grazia allora si perdona a Ruggiano qualche frescaccia che ogni tanto capita nel percorso amministrativo, come magari sdoganare Casa Pound e le sue case editrici meteore, dedite alla pubblicazioni di libri per lo meno discutibili come quelli sugli atti eroici delle SS naziste, o Paperino reazionario, visti (e fotografati) durante l’edizione inaugurale di Todi città del Libro.
Ma anche pinzillacchere come quella di consegnare alla stampa un comunicato di aria fritta in olio di semi sul Todi Festival 2023, dimenticandosi gli unici due dati seri da trasmettere, i biglietti venduti (e relativo fatturato) e il numero totale degli spettatori.
Che vogliamo sia, per così dire allora, promettere e lavorare per la candidatura di Todi per la corsa a Capitale italiana della Cultura 2026 e poi accorgersi che l’anno non era quello giusto. “Contrordine compagni”, verrebbe da dire se non fosse che Ruggiano il rosso non lo può vedere nemmeno nel sugo della pasta. Insomma abbiamo scherzato, si trattava del 2027. Non so se mi sono capito!
Ma i nemici politici della Giunta Ruggiano la fanno fin “troppo grossa”, come potrete leggere subito dopo. Che problema sarà mai cambiare anno e anzi prepararsi meglio per provare seriamente a vincere? Ora non resta che aspettare gli incontri ed i momenti istituzionali previsti per la presentazione del progetto che, in una nota stampa precedente del sindaco “austriaco”, annunciano anche collaborazioni mitiche ed imbattibili.
Intanto da osservatori del mondo della cultura abbiamo appena visto un paio di passaggi degni nota in tal senso. Intanto la sempre più stretta collaborazione di Todi con l’ex-Direttore artistico di Palazzo Collicola a Spoleto, Marco Tonelli, da poco superato per meriti da Saverio Verini alla direzione del Sistema musei della città del Festival. Una faccenda che è appena finita in Procura, come è noto. E sempre da Spoleto una blasonata istituzione come il Teatro Lirico Sperimentale, apre credito senza mezzi termini, per bocca del Direttore Organizzativo, Claudio Lepore, ad una stretta collaborazione (“allargamento della base associativa” dice Lepore) con la città di Jacopone che tanto gradisce gli spettacoli dell’Ente. Proposta valida anche per il sindaco Bandecchi di Terni. Sarà felice immaginiamo anche il sindaco di Spoleto, Andrea Sisti, che è membro effettivo del CdA del Lirico. Notoriamente Sisti, Ruggiano e Bandecchi la pensano allo stesso modo. E chissà cosa ne pensa invece il Condirettore Artistico dello Sperimentale, il Prof. Enrico Girardi la cui idea in proposito non è ancora nota. Boh!
Si apre un simpatico fronte di lotta alla “Boia chi molla” dove i convenevoli non sono di casa. E percarità che non venga in mente a Ruggiano di chiedere lumi all‘assessore alle cose bellebellissime di Spoleto. Troppo occupato e soprattutto si rischia seriamente di vincere in maniera sinestetica!
Ecco la nota dell’opposizione, coalizzata contro il sindaco Ruggiano e gli assessori Ranchicchio e Marta.
Leggiamo:
FIGURACCIA EPOCALE SU “TODI CAPITALE DELLA CULTURA”: RUGGIANO, RANCHICCHIO E MARTA RASSEGNINO LE DIMISSIONI
Siamo, purtroppo, abituati allo stile di governo fanfarone e gradasso della giunta Ruggiano, tanto attenta alla comunicazione e ai social quanto poco avvezza alle fatiche amministrative e ai risultati concreti. Tuttavia, non possiamo non evidenziare come sulla vicenda della candidatura della nostra città a “Capitale della Cultura 2026” si sia passato ogni limite. Annunci su annunci, tonnellate di inchiostro e vagonate di ridondanti post sui social per poi venire a scoprire che, al termine limite del 27 Settembre, tra i 16 dossier delle città e delle Unioni di Comuni candidati per il titolo di Capitale italiana della Cultura 2026 pervenuti al Ministero della Cultura non risulta quello della nostra città, nonostante il Comune di Todi avesse presentato la relativa manifestazione d’interesse.
Un vero e proprio schiaffo alla cittadinanza e a tutte le energie della società, dell’imprenditoria e della cultura – chiamate in causa dall’amministrazione comunale per sostenere la causa – che nelle scorse settimane si sono spese pubblicamente difronte ai cittadini e alle istituzioni umbre. La virata fuori tempo della giunta che prova a recuperare la pessima figura aprendo il progetto alla partecipazione della Città nelle sue diverse espressioni altro non è che il goffo tentativo di giustificare un evidente fallimento.
Tale posizione infatti si sarebbe dovuta assumere prima della scadenza del bando, anche a fronte della collaborazione che, con senso di responsabilità, era stata offerta dalle forze di opposizione. Ma nel nostro Comune, più che gli atti amministrativi, sembra che ormai contino solo i post della pagina Facebook dell’ente e gli spin passati ai quotidiani locali.
Un vero e proprio commissariamento della politica e dell’amministrazione da parte della comunicazione (fatta, peraltro, in malo modo), a scapito di una visione di lungo periodo tesa a conseguire risultati solidi per il bene comune. Una pessima figura che danneggia la nostra città, che le fa perdere una importante opportunità e che dimostra l’inadeguatezza della giunta, a fronte del quale il Sindaco, l’Assessore Marta e l’assessore Ranchicchio dovrebbero immediatamente rassegnare le proprie dimissioni.
PER TODI CON RUSPOLINI, PARTITO DEMOCRATICO, TODI CIVICA, SINISTRA PER TODI, CIVICIXTODI-CATTERINI SINDACO
Foto in copertina e della gallery di repertorio TO