Il Consiglio di Stato sospende il Calendario venatorio dell’Umbria dopo l’istanza cautelare presentata dalle associazioni ambientaliste a seguito della sentenza del Tar che invece il primo ottobre aveva riconosciuto la legittimità dll’operato della Regione. Ciò in attesa della sentenza di merito dei giudici amministrativi di secondo grado. Ma nel frattempo è intervenuto il legislatore nazionale con l’emendamento all’art. 18 della legge 157/92 (la legge quadro su caccia e fauna selvatica in Italia), approvato dal Parlamento con la Finanziaria, che prevede che, in attesa del giudizio di merito, si possa cacciare sulla base del Calendario venatorio dell’anno precedente; dunque fino a fine gennaio. Ed è subito, di nuovo, scontro tra cacciatori e ambientalisti.
Nell’ordinanza collegiale pubblicata il 15 gennaio, i giudici, “vista la domanda di sospensione dell’efficacia della sentenza del Tribunale amministrativo regionale di reiezione del ricorso di primo grado, presentata in via incidentale dalla parte appellante; Rilevato che, nel bilanciamento degli opposti interessi, vada sospesa la sentenza pugnata soli per i turdidi e la beccaccia e, più precisamente, con il termine finale indicato in parte motiva della sentenza al 31 dicembre per il tordo bottaccio; al 9 gennaio per gli altri turdidi; al 30 dicembre 2024 per la beccaccia; Considerato, altresì, che gli effetti della normativa sopravvenuta nella vicenda dedotta in giudizio prima della valutazione operata dagli organi preposti all’applicazione, esorbitano, allo stato, dall’oggetto del presente sindacato di legittimità […] accoglie l’istanza cautelare ai sensi della motivazione e, per l’effetto, sospende l’esecutività della sentenza impugnata ai sensi e nei limiti indicati“.
Insomma, il Consiglio di Stato dice che gli effetti dell’emendamento alla Finanziaria andranno valutati nel giudizio di merito e non nel pronunciamento in merito alla sospensiva.
“La situazione – sono le parole dell’avvocato Marzio Vaccari, che rappresenta alcune delle associazioni venatorie – non è mutata rispetto a ieri. Il Consiglio di Stato ha confermato la sospensione cautelare del calendario in corso, ma la norma approvata in finanziaria fa sì che, in presenza di una situazione come quella che si è venuta a verificare, si applichi il calendario dell’anno precedente. Pertanto si continua ad andare a caccia sulla base del calendario dell’anno scorso“. Conferme di tale orientamento arrivano anche da altre associazioni venatorie.
Gli ambientalisti però non ci stanno e affilano le armi, ipotizzando anche un esposto in Procura in merito.
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