Respinto dal Tar dell’Umbria il ricorso delle associazioni ambientaliste contro il Calendario venatorio, nella parte in cui si chiedeva l’annullamento delle date di chiusura per il prelievo di turdidi ((tordo bottaccio, tordo sassello, cesena), uccelli acquatici (beccaccino, frullino, folaga, gallinella d’acqua, porciglione, alzavola, marzaiola, fischione, codone, canapiglia, germano reale, mestolone) e beccaccia.
La sentenza dei giudici amministrativi è arrivata martedì pomeriggio, tenendo conto delle memorie presentate dalla Regione Umbria (con gli avvocati Luca Benci, Anna Rita Gobbo e Luciano Ricci) e dalle associazioni Libera Caccia, Enalcaccia e Cpa (con l’avvocato Marzio Vaccari) e Federcaccia (con l’avvocato Alberto Maria Bruni) rispetto all’istanza che per conto degli ambientalisti era stata presentata dall’avvocato Andrea Filippini.
La sentenza del Tar
Secondo la Regione e le associazioni venatorie intervenute ad opponendum, il Calendario venatorio legittimamente si discostata dal parere (obbligatorio ma non vincolante) di Ispra, ponendo a fondamento delle proprie scelte, anche in ordine alla chiusura della stagione venatoria 2024/2025 per le specie oggetto del ricorso “dati e studi scientifici più aggiornati di quelli su cui si basano il parere dell’Istituto e l’aggiornamento dei Key Concepts del 2021”.
“Nel documento istruttorio allegato alle delibere di approvazione del Calendario venatorio (e, in particolare, alla deliberazione n. 573 del 19.06.2024) – si legge nella sentenza – l’Amministrazione regionale ha analiticamente spiegato le ragioni che, con riguardo alla data di chiusura della stagione venatoria in relazione ai turdidi, agli uccelli acquatici ed alla beccaccia, l’hanno indotta a discostarsi dal parere dell’Ispra n. 31279 del 4.06.2024”.
Le associazioni ambientaliste fanno sapere che valuteranno l’eventuale appello in Consiglio di Stato.
Puletti: “I ‘paletti’ dell’Ue non devono essere coniugati sulle esigenze del territorio”
Soddisfazione per la sentenza è stata espressa dal consigliere regionale Manuela Puletti: “Una sentenza – evidenzia l’esponente della Lega – che dimostra come i ‘paletti’ indicati dall’Unione europea, anche in materie come la caccia, possano e debbano essere interpretati e coniugati alle effettive esigenze e connotazioni del territorio e non acquisiti in modo asettico”. Anche per questo – prosegue Puletti – resta il rammarico per la sospensione del prelievo della tortora in preapertura che era stato decretato d’urgenza dal Tar. Un provvedimento che probabilmente, con un più puntuale lavoro da parte dell’Osservatorio faunistico venatorio come da me più volte sollecitato nei mesi scorsi, poteva essere, anche in quel caso, evitato. Per ora, comunque – conclude Puletti – godiamoci con soddisfazione questa vittoria del mondo venatorio al Tar”.
(a seguire la notizia completa)