Valichi montani, tasse e coperture dei danni provocati dai cinghiali, richiami vivi, deroghe al prelievo di alcune specie. Sono alcuni dei nodi che sulla caccia che dovranno essere sciolti in un nuovo passaggio in Terza Commissione regionale dell’assessore Morroni e del dirigente Sergiacomi.
Questo l’impegno assunto al termine della riunione odierna (giovedì pomeriggio) della terza Commissione, alla presenza dell’assessore regionale Roberto Morroni, dei rappresentanti di associazioni venatorie, agricole,
ambientaliste e Ambiti territoriali di caccia.
Il tema all’ordine del giorno era la proposta di Calendario venatorio 2021-22, deliberata dalla Giunta regionale. Un Calendario sul quale le associazioni venatorie chiedono unitariamente, tranne Arcicaccia (presenti in Commissione anche i rappresentanti di Federcaccia, Liberacaccia, Enalcaccia, Anuu e Cpa) l’eliminazione dei valichi montani di Bocca Trabaria, Fossato di Vico e Carosina. E poi l’apertura per colombaccio, alcuni acquatici e specie opportuniste l’1 e 5 settembre (intera giornata), con sospensione fino al 3 ottobre, giorno della riapertura generale fino al 31 gennaio.
Inoltre, si chiede si salvare interamente la caccia a beccaccia e allodola inviando i dati del prelievo disponibili e raccogliendo tutte le operazioni di miglioramento ambientale fatto per l’allodola dagli Atc. Rimettere la possibilità, come era nella bozza iniziale del calendario venatorio, di caccia, anche se partendo dal 3 ottobre e con numeri limitati, il moriglione e la pavoncella. Consentire infine la caccia alla beccaccia nel mese di gennaio anche lungo i corsi d’acqua e i torrenti classificati.
Morroni ha ricordato che calendario proposto soddisfa la gran parte delle aspettative dei cacciatori, anche perché condiviso in sede di Consulta faunistico venatoria.
“Sono stati fatti passi in avanti come mai in precedenza – ha detto – come l’introduzione della caccia di selezione anche per il cinghiale, ulteriore strumento per favorire l’attività venatoria nei confronti di questa specie. È stata accolta la gran parte delle richieste delle associazioni venatorie, che hanno avuto modo di partecipare alla realizzazione del calendario fin dallo scorso mese di marzo, con la riunione della Consulta faunistico venatoria”.
Quanto ai valichi, così la spiegazione dell’assessore: “Siamo stati costretti a inserire la previsione normativa del Piano faunistico venatorio, già disattesa lo scorso anno e all’origine di richiami da parte dell’Ispra sul rispetto di quanto previsto. In Lombardia, a seguito di un ricorso della Lega abolizionista della caccia, accolto dal Tar, sono stati aggiunti a quelli già inseriti altri 8 nuovi valichi montani in quanto luoghi di passaggio obbligato per alcune specie e come tali inibiti alla caccia”.
Il consigliere Valerio Mancini (Lega) ha rimarcato il rischio che i valichi
siano chiusi solo per i cacciatori umbri, poiché non si sa niente su come si
comporterà la Regione Marche, dall’altra parte dei valichi montani. Ed ha
sottolineato: “L’orografia dell’Umbria non è come quella delle Alpi, vi sono flussi migratori differenti e anche un’agricoltura diversa”.
Restano poi altri aspetti, che appunto saranno oggetto di approfondimento in Terza Commissione. Come la modifica della delibera sui richiami vivi, l’apertura del prelievo in deroga per storno, piccione terraiolo e cormorano, per gli ingenti danni che provocano.
E soprattutto, gli aspetti economici. I cacciatori chiedono una diminuzione delle tasse, alla luce della straordinarietà provocata dalla pandemia. E trovare le coperture per i danni dei cinghiali, che mettono a rischio i conti degli Atc 1 e 3.
Mancini, a questo proposito, ha chiesto (proposta accolta) che gli Act 1 e 3 presentino la rendicontazione degli ultimi anni in Commissione, perché possano essere vagliata la gestione economica e comprendere i motivi della diversa situazione rispetto all’Atc2.
Gli agricoltori (presenti Coldiretti, Cia, Confagricoltura) lamentano la mancata corresponsione dei risarcimenti, che rischia di mettere in difficoltà molte aziende, specie le piccole e medie.
Le associazioni agricole apprezzano l’introduzione della caccia di selezione anche per il cinghiale e chiedono maggiore impegno da parte dei cacciatori e che la Regione vigili sugli abbattimenti, allo scopo di riportare la specie a
livelli numerici che siano compatibili con le esigenze di chi lavora la terra.
Per le associazioni ambientaliste, rappresentate dal Wwf, la priorità resta
la salvaguardia dell’ambiente e della biodiversità: indispensabile
garantire la protezione alla tortora selvatica. Gli ambientalisti apprezzano la chiusura dei valichi, “che doveva essere introdotta anche prima”.
Quanto al tema cinghiali, per il Wwf si tratta di proliferazione di una specie alloctona, molto differente da quella maremmana ed è un problema che non si risolve solo con le doppiette. Attenzione al problema della peste suina, che sta interessando altre zone del continente: serve la massima attenzione da parte dei cacciatori nell’eviscerare gli animali e seguire correttamente tutte le pratiche.
La presidente della Terza commissione, Eleonora Pace, ha manifestato
l’intenzione di un ulteriore confronto con l’Assessore per valutare le
proposte pervenute dalle associazioni. Successivamente le parti si
incontreranno di nuovo per sapere su quali punti sarà stata raggiunta una
mediazione.