Caccia, il ruolo Atc, il Dgr 95 sul cinghiale e il Calendario che aspetta la tortora

Caccia, il ruolo Atc, il Dgr 95 sul cinghiale e il Calendario che aspetta la tortora

Massimo Sbardella

Caccia, il ruolo Atc, il Dgr 95 sul cinghiale e il Calendario che aspetta la tortora

Sab, 16/07/2022 - 09:49

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Il dibattito emerso agli Stati generali della caccia e le questioni poste dalle associazioni venatorie | Prossimo confronto a settembre

Dopo la prima riunione degli Stati generali della caccia, pensati dall’assessore Morroni come un confronto che in tre sedute dovrà portare alla riforma dell’intero sistema venatorio, i rappresentanti delle associazioni hanno riportato ai propri organismi le questioni trattate.

Partendo da una premessa, sul metodo. Il fatto che Morroni abbia sentito l’esigenza di convocare gli Stati generali della caccia appare alle associazioni venatorie un cambio di prospettiva rispetto a una politica che finora è apparsa privilegiare le istanze del mondo agricolo. E che è sembrata, per altri aspetti, molto ancorata sui consigli “prudenti” formulati da alcuni tecnici.

Cinghiale, i problemi del Dgr 95

Un cambio che per alcuni arriva tardi, dopo che si è perso tempo su temi fondamentali, come ad esempio il contenimento della specie cinghiale, su cui si registra un sostanziale fallimento delle varie misure adottate.

E proprio sul cinghiale, mentre l’assessore ha annunciato che l’Umbria si allineerà alle Regioni che chiedono al Governo di aumentare il periodo di caccia a questa specie, i cacciatori si stanno scontrando con l’applicazione del Dgr 95, predisposto dall’Assessorato alla Sanità, che detta le norme sui controlli per i cinghiali abbattuti. Norme che in alcuni casi sono ancora inattuabili, come già avevano manifestato le associazioni venatorie. Che ora chiedono di modificare il Dgr 95 e, nel frattempo, si sospenderlo. Così la Libera Caccia, che subito dopo l’approvazione del testo aveva rappresentato le incongruenze di diverse norme. E che ora propone anche interventi per sgravare i cacciatori dei costi dello smaltimento pelli e delle analisi sulla corata. Federcaccia ha evidenziato i punti che non consentono l’attuazione della normativa (a cominciare dall’assenza dei centri di raccolta), presentando una proposta di modifica del testo. Il Cpa, che nei giorni scorsi aveva lanciato l’allarme sul Dgr 95, minaccia di fermare l’attività se la normativa non verrà subito sospesa.

Gli Atc

Un’altra delle questioni messe sul tavolo da Morroni è quella degli Atc, non invitati all’incontro, ma presenti con alcuni rappresentanti di associazioni di categoria che siedono nei vari organismi. Petturiti (Federcaccia) ha posto il tema del ruolo degli Atc, profondamente cambiato negli ultimi 20 anni, con nuove incombenze a loro assegnate. Loretoni (Libera Caccia) ha invocato uniformità per gli Atc. Sostenendo che i diversi risultati non sono legati ai soldi incassati, ma alla modalità di gestione. Sul cinghiale, ma anche sul ripopolamento, come nel caso della scelta dell’Atc3 sulle “chiocce”.

Calendario venatorio, tortora e deroghe

Quanto al Calendario venatorio, i cacciatori hanno sollecitato l’addendum per la tortora, a suo tempo annunciato dalla Regione. Lo stesso per le deroghe, che devono essere presentate all’Ispra. Da cui, nel frattempo, è arrivato un stop per i cormorani, in quanto in Umbria il loro numero non sarebbe sufficiente per consentire gli abbattimenti. Resta, al momento, la sola possibilità per gli agricoltori di abbattere i piccioni.

A settembre il prossimo confronto

Ai temi trattati (appunto Atc, gestione cinghiale, Zrc, Centri di produzione selvaggina) Federcaccia ha chiesto che venisse aggiunta anche la discussione sul Piano faunistico. Tutti temi sui quali le associazioni venatorie e degli agricoltori sono state chiamate a formulare le proprie proposte, che verranno discusse nella prossima riunione degli Stati generali della caccia, che si terrà alla fine di settembre. “Come Enalcaccia – il commento del presidente Broccatelli – discuteremo in Consiglio la proposta di costituire apposite commissioni di studio e approfondimento per valutare ciascuna le tematiche poste dalle Istituzioni”. Lo stesso faranno le altre associazioni venatorie.

Il tutto per arrivare in primavera, dopo un terzo incontro in inverno, ad una serie di riforme che, nelle intenzioni della Regione, dovrebbero ridisegnare l’attività venatoria in Umbria.

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