Approda al tribunale di Spoleto la vicenda del buco di bilancio del Comune che vede al centro – per lo meno per quanto riguarda il procedimento penale – 6 dipendenti (alcuni nel frattempo in pensione) dell’ente. Si tratta di Angelo Cerquiglini, Antonella Quondam Girolamo, Vincenzo Russo (all’epoca dei fatti contestati tutti e tre dirigenti in forza all’ente), Francesco Duranti, Brunella Brunelli ed Amedeo Santini, tutti accusati di falsità di pubblico ufficiale in atto pubblico, l’articolo 479 del codice penale. Martedì mattina il giudice per l’udienza preliminare Federica Fortunati ha ammesso la costituzione del Comune di Spoleto come parte civile (a rappresentarlo è l’avvocato Lorenzo Tizi).
Buco Bilancio Spoleto, indagati e accuse | Riorganizzazione del Comune sospesa
All’udienza preliminare era presente Vincenzo Russo, tuttora dirigente comunale anche se in posizione di staff a seguito dell’indagine, che ha voluto rilasciare spontanee dichiarazioni evidenziando la sua estraneità alle accuse che gli vengono contestate. A differenza degli altri dipendenti comunali coinvolti, accusati di aver falsato i bilanci comunali e documenti contabili su cui essi si fondavano, infatti, la posizione dell’ex comandante della polizia municipale è completamente diversa. A Russo viene infatti soltanto contestato di aver nascosto alcuni documenti relativi ai contributi per il terremoto del 1997. Nello specifico il dirigente, mentre erano in corso le indagini della Procura, nell’estate del 2013 aveva firmato una nota – a motivare la mancata consegna di alcuni documenti agli inquirenti – in cui evidenziava che quei documenti non era riusciti a ritrovarli.
Quanto agli altri indagati, sono tutti accusati, a vario titolo, di aver redatto e firmato documentazioni contabili false in materia di recupero dell’Ici, di modo che in bilancio potessero essere inseriti dei crediti in realtà inesistenti o che comunque non avevano un titolo giuridico su cui essere fondati. Così facendo, in particolare l’ex direttore generale e dirigente finanziario Angelo Cerquiglini, insieme a Brunelli e Santini, avrebbero indotto “i consiglieri del Comune di Spoleto a recepire i dati falsi relativi ai crediti per recupero Ici nei bilanci consuntivi comunali degli anni 2011 e 2012″. Analoga situazione si sarebbe verificata anche per quanto riguarda la Tarsu, la tassa sui rifiuti, anche qui inducendo in errore gli amministratori. Il dirigente Cerquiglini (attualmente in servizio presso la Regione Umbria) è accusato anche di aver indotto i consiglieri comunali “a recepire dati falsi relativi agli stanziamenti imposti dalla legge per la costituzione del fondo svalutazione crediti pari ad almeno il 25% dei residui attivi”. Inoltre l’ex dg, insieme alla funzionaria Brunelli, secondo le accuse “inducevano dirigenti del Comune di Spoleto a sottoscrivere dichiarazioni di regolarità dei residui attivi e passivi del 2012, poi consegnate ai revisori contabili, attestanti falsamente l’avvenuta verifica dei residui attivi, fatto del quale erano destinate a provare la verità […] riportanti dati non veritieri, sia nella data che nei contenuti”.
Si tornerà in aula a fine novembre, quando il gup dovrà decidere se rinviare a giudizio o prosciogliere dalle accuse i sei indagati.