Buco di bilancio Spoleto, 2 consulenti per 'scagionare' i dirigenti - Tuttoggi.info

Buco di bilancio Spoleto, 2 consulenti per ‘scagionare’ i dirigenti

Sara Fratepietro

Buco di bilancio Spoleto, 2 consulenti per ‘scagionare’ i dirigenti

Prima udienza per il processo che coinvolge dirigenti e funzionari del Comune di Spoleto accusati di falsità di pubblico ufficiale in atto pubblico
Mer, 07/03/2018 - 12:54

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Due consulenti di parte per provare a scagionare alcuni degli imputati nel processo relativo al buco di bilancio del Comune di Spoleto. E’ la carta che provano a giocare gli avvocati di alcuni tra i dirigenti e funzionari dell’ente che devono rispondere dell’accusa di falsità di pubblico ufficiale in atto pubblico.

Stamattina al tribunale di Spoleto, davanti al giudice Delia Anibaldi, si è tenuta la prima udienza del processo penale che coinvolge i dirigenti Angelo Cerquiglini (attualmente comandato in Regione) ed Antonella Quondam Girolamo (ora in pensione) ed i funzionari comunali Amedeo Santini, Brunella Brunelli e Francesco Duranti (in pensione).

Un’udienza filtro (assenti gli imputati), durata pochi minuti, servita a presentare le richieste delle parti in merito a testimoni e prove; a rappresentare la pubblica accusa il pm Michela Petrini, mentre il Comune di Spoleto si è costituito parte civile con l’avvocato Lorenzo Tizi. Tre degli imputati proveranno a giocare la carta di una consulenza di parte per dimostrare la propria estraneità alle accuse che vengono loro mosse. Due, in particolare, gli esperti incaricati da tre imputati: uno per l’ex direttore generale del Comune Angelo Cerquiglini e lo stesso per Quondam Girolamo e Duranti. Il difensore della dirigente in pensione, l’avvocato Mauro Minci, inoltre, ha depositato oggi una copiosa documentazione, fatta di stralci di regolamenti comunali, determine di Giunta, decreti sindacali, verbali della commissione bilancio.

La prossima udienza è in programma il 18 luglio 2018, quando verranno ascoltati i primi testimoni del pm, gli uomini della Guardia di Finanza che si sono occupati dell’inchiesta. Il caso era esploso nel 2013, quando dopo le pressioni dei consiglieri di opposizione (oggi alla guida della città) che avevano analizzato delibere e bilanci del Comune facendo degli esposti alla magistratura ordinaria e contabile, lo stesso dirigente Cerquiglini in consiglio comunale ammise in parte che i conti dell’ente erano stati falsati.

I cinque imputati sono accusati, a vario titolo, di aver redatto e firmato documentazioni contabili false in materia di recupero dell’Ici e della Tarsu (la tassa sui rifiuti), di modo che in bilancio potessero essere inseriti dei crediti in realtà inesistenti o che comunque non avevano un titolo giuridico su cui essere fondati. Così facendo, in particolare Cerquiglini (che aveva il ruolo di dirigente finanziario), insieme a Brunelli e Santini, avrebbero indotto il consiglio comunale di Spoleto “a recepire i dati falsi relativi ai crediti” nei bilanci consuntivi del 2011 e del 2012 per quanto riguarda l’imposta sugli immobili e la Tarsu. L’ex direttore generale, in particolare, è accusato anche di aver indotto i consiglieri comunali “a recepire dati falsi relativi agli stanziamenti imposti dalla legge per la costituzione del fondo svalutazione crediti pari ad almeno il 25% dei residui attivi”. Sempre lui, inoltre, insieme alla funzionaria Brunelli, secondo le accuse, avrebbero indotto i “dirigenti del Comune di Spoleto a sottoscrivere dichiarazioni di regolarità dei residui attivi e passivi del 2012, poi consegnate ai revisori contabili, attestanti falsamente l’avvenuta verifica dei residui attivi, fatto del quale erano destinate a provare la verità […] riportanti dati non veritieri, sia nella data che nei contenuti”.

Accuse che però ora gli imputati mirano a ridimensionare, dimostrando la loro estraneità alle contestazioni.

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