Una serata ventosa, quella di sabato a Umbria Jazz: spettatori paganti e non, non si sono di certo fatti intimorire però falla frescura improvvisa abbattutasi sul capoluogo umbro, accorrendo all’Arena Santa Giuliana per, diciamo, l’evento di punta di quest’anno. Sul palco c’era Brian Wilson, insieme anche ad Al Jardine e Blondie Chaplin, a presentare, in esclusiva italiana, l’album “Pet Sounds”, un “album bellissimo e senza tempo, pieno di incredibile bellezza e genio”, come ebbe a dire Elton John.
Un’esclusiva italiana quella di ‘Pet Sounds’, il disco uscito nel 1966 e pubblicato dalla Capitol Records. Un album testimone delle innovazione dei Beach Boys, accolto positivamente dalla critica e che addirittura sembrò influenzare i Beatles per la realizzazione di ‘Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band’. E’ di fatto considerato un lavoro solista dello stesso Brian Wilson, che oggi, all’età di 75 anni, si presenta sul palco quasi sorretto dal suo accompagnatore e che durante la performance non sembra partecipare del tutto allo spettacolo (guarda l’orologio un paio di volte, canta, ma suona la sua tastiera davvero poco). Scorrono così “Wouldn’t It Be Nice”, “God Only Knows”, “Good Vibrations” e le altre. L’atmosfera sembra condita da quel mood californiano anni ’60, tutta jukebox, drive-in e Chevrolet.
Quando si tratta di ballare, danzare e correre sotto al palco, il pubblico dell’Arena invece non delude quasi mai: “the last song”, così Brian Wilson dice agli spettatori e così è (non ci sarà infatti il bis), è “Love and Mercy“. Ma già da dieci minuti in tanti si sono alzati dalle sedie per accorrere sotto al palco e ballare con la band. Per l’occasione, il pubblico sugli spalti è passato in platea, in un quello che si trasforma nel grande abbraccio alla musica.
Tutt’altra atmosfera si respirava invece al Teatro Morlacchi con il concerto di mezzanotte e il tributo ai geni di Gil Evans e Miles Davis, grazie alla presenza sul palco dell’Orchestra di Umbria Jazz diretta dallo straordinario Ryan Truesdell e allo special guest Paolo Fresu, presenza fissa e ormai immancabile sul palco a Uj. Il concerto si intitola appunto “Gil Evans ‘Quiet Nights & Sketches of Spain” feat. Jay Anderson, Steve Wilson & Lewis Nash. L’ambientazione è quasi di nicchia e, verrebbe da dire, nulla a che vedere con il pubblico e l’ambientazione dell’Arena. Si è trattato della seconda tappa del progetto che Ryan Truesdell dedica alle storiche partiture di Gil Evans con Miles Davis tromba solista.
Già ad Orvieto è andata in scena la prima esibizione durante UJ Winter. Ad Orvieto furono eseguite le musiche di Porgy and Bess e Miles Ahead. Questa volta la rilettura di Truesdell ha interessato gli altri due dischi di Evans – Davis, Sketches of Spain e Quiet Nights. Identica la formazione, con Paolo Fresu, “nel ruolo di Miles”, e Truesdell che ha diretto una sorprendente orchestra di giovani musicisti italiani supportata da una sezione ritmica di livello assoluto (Jay Anderson al contrabbasso e Lewis Nash alla batteria) più Steve Wilson ai sassofoni. Spettacolo assicurato.
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