Daspo, cioè il divieto di accesso in luoghi in cui si svolgono manifestazioni sportive, disposto dal questore di Perugia nei confronti di un calciatore perugino.
Il provvedimento fa seguito all’attività di indagine svolta dai poliziotti del posto di Polizia dell’ospedale Santa Maria della Misericordia e della Divisione anticrimine, per i fatti accaduti nel mese di settembre scorso, durante una partita di calcio di seconda categoria disputata nel capoluogo perugino.
Durante la gara, l’arbitro, dopo una serie di falli che gli costavano una doppia ammonizione, esibiva il cartellino rosso ad un calciatore. Al termine dell’incontro, dopo l’uscita delle due squadre, questi attendeva l’uscita dell’arbitro e gli sferrava un calcio mentre faceva rientro negli spogliatoi.
L’arbitro veniva sottoposto alle cure dei sanitari presso il locale Pronto soccorso, riportando delle lesioni personali diagnosticate con 10 giorni di prognosi.
Adesso che è sottoposto al daspo, per un anno, il calciatore dilettante non potrà assistere ad alcun incontro di calcio.
Proprio nelle scorse settimane, a se seguito dell’ennesimo episodio di un arbitro picchiato in un campo di calcio dilettantistico del Lazio (il giovane fischietto Riccardo Bernardini) Marcello Nicci, presidente dell’Aia (Associazione italiana arbitri) aveva parlato di numeri impressionanti: ogni anno in Italia vengono aggrediti 450 ragazzi sui campi di calcio, con 150 giorni di prognosi. Nicchi ha proposto di cacciare squadre e calciatori che si rendono protagonisti di episodi di violenza. Da qui la protesta dell’Aia, che non aveva designato arbitri nelle gare dilletantistiche del Lazio.
Il presidente della Figc Gabriele Gravina, al Viminale, aveva chiesto un inasprimento delle pene per chi usa violenza nei confronti di un arbitro. E il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, si è detto concorde: “Intanto bisogna sanzionare pesantemente i delinquenti che picchiano gli arbitri“.