E’ una vera e propria bomba quella che rischia di scoppiare sulla AFC, l’azienda delle farmacie comunali di Spoleto, le cui quote sono detenute all’85% dal municipio (il restante 15%, per accordi del passato, è nelle mani di 5 farmacisti, 4 dei quali ora in pensione), sulla cui gestione, affidata dal gennaio 2023 al conte Franco Silvano Toni di Cigoli, i consiglieri di Alleanza civica, Alessandra Dottarelli e Gianmarco Profili, hanno presentato una interrogazione urgente al primo cittadino.
Un atto ispettivo in cui i due consiglieri ipotizzano, il condizionale è d’obbligo in attesa delle dovute risposte che l’amministrazione dovrà fornire, spese sconsiderate fatte per acquisti presumibilmente impropri e altrettanti incarichi professionali.
Per la verità, sulle Farmacie comunali già da diverse settimane si rincorrevano “voci” e veleni che ora andranno tutti verificati per capire se può essere stato compromesso, e in quale maniera, quella che da anni è considerato un vero e proprio fiore all’occhiello dell’amministrazione pubblica cittadina. Creata dall’ex Sindaco Brunini – che la “staccò” dalla gestione dell’Ase per farne una Srl, ad un canone annuale di 210mila euro, concedendo una minima quota azionaria ai farmacisti dipendenti -, consolidata nell’era Benedetti, sviluppata da Fabrizio Cardarelli (cui si deve il cambio di passo sia per la scelta di spostare la farmacia n. 1 a fianco del supermercato di via Martiri della Resistenza, sia per attuare una politica di reimpiego dei fondi in totale favore del sociale, prociv e associazioni di volontariato), gestita ancora bene nell’ultima legislatura di de Augustinis. Grazie ovviamente agli amministratori che si sono succeduti; per la cronaca gli ultimi due sono stati Sergio Bernardini e Paolo Scarabottini.
Ma torniamo all’interrogazione che, a quanto confermano i consiglieri, è stata depositata nella giornata di ieri, venerdì 20 giugno. Di questi minuti è il comunicato stampa con cui viene annunciata. E che rappresenta una specie di “bomba” per il futuro delle farmacie comunali ma anche per quello della tenuta della maggioranza.
Leggiamo: “quali consiglieri di Alleanza Civica abbiamo depositato un’interrogazione al Sindaco Andrea Sisti in merito alla gestione della società partecipata AFC Spoleto S.r.l., al fine di chiarire alcuni aspetti legati a scelte amministrative e modifiche statutarie proposte dall’attuale Amministratore Unico, professore Franco Silvano Toni di Cigoli, in carica da gennaio 2023 e, con ogni probabilità, attualmente in regime di prorogatio. Nel corso del suo mandato, sono state sottoposte all’Assemblea alcune proposte di modifica dello statuto societario volte a trasformare AFC in una “Società benefit”, senza che il Consiglio Comunale, organo competente, ne fosse formalmente coinvolto o avesse espresso autorizzazione in merito. Il Sindaco ha pubblicamente manifestato sostegno a tale trasformazione, pur in assenza di un mandato ufficiale. Le modifiche statutarie non sono state approvate esclusivamente a causa delle obiezioni sollevate da alcuni soci; tuttavia, tali proposte – redatte da un professionista – hanno comunque generato dei costi per la società”.
Fin qui gli aspetti procedurali (la mancata partecipazione agli organi comunali preposti) e societari. Non risulta chiara la previsione di trasformazione dell’azienda in Benefit corporation, la cui realizzazione prevede “insieme al perseguimento del profitto, anche l’impatto positivo verso la società e l’ambiente”.
Finalità già perseguite sin dalla nascita della Afc, visto che gli utili vengono riversati al Comune che li reimpiega, con sensibilità diverse a seconda dei sindaci che si sono susseguiti nei mandati, per i propri scopi istituzionali.
A meno che, come nel caso di Firenze la cui Afam è la prima società benefit in Europa a capitale misto (20% al Comune, 80% al privato), non si pensi a cedere parte delle quote municipali. Una ipotesi, certo, che sarà chiarita solo nei prossimi giorni dalla giunta a trazione Pd-M5S-Civici umbri.
Farmacie, la “bomba” delle spese “strane”
Ma è nella seconda parte della nota ai media che si rischia il classico “salto sulla sedia”. Scrivono infatti Dottarelli e Profili: “abbiamo inoltre chiesto chiarimenti in merito ad alcune spese sostenute dall’Amministratore, tra cui l’uso di una carta di credito aziendale, con la quale sembrerebbero essere stati saldati conti di ristoranti e alberghi, nonché, sempre sulla base di informazioni ricevute, consulenze, sponsorizzazioni e, tra le altre, l’acquisto di vasi farmaceutici d’antiquariato per un valore che supererebbe i 10.000 euro. Richiediamo informazioni dettagliate sui regolamenti interni adottati, sulle autorizzazioni eventualmente ricevute e sui criteri che hanno guidato tali spese. Chiediamo chiarimenti sull’eventuale nomina di un nuovo Amministratore e se le proposte statutarie verranno sospese oppure sottoposte preventivamente all’approvazione del Consiglio Comunale” continuano i due membri di Alleanza civica. Nel documento ispettivo si chiede di conoscere anche se incorrano rapporti di parentela tra consulenti e membri della giunta.
Dottarelli e Profili concludono affermando come “in un momento in cui una parte significativa della popolazione, a causa delle difficoltà economiche, rinuncia all’acquisto di medicinali o alle cure mediche, anche solo l’’ipotesi che siano state effettuate spese discutibili o non strettamente necessarie desta preoccupazione. Questa interrogazione nasce dall’esigenza di garantire che ogni risorsa – trattandosi di denaro proveniente dalle spese sostenute dai cittadini per curarsi – venga utilizzata in maniera etica, trasparente, e nel rispetto delle corrette prassi amministrative e delle prerogative istituzionali”.
Chi abbia autorizzato la carta di credito, se la notizia risultasse fondata, non è dato sapere. Non che sia pratica impossibile, essendo la Afc una azienda di diritto privato (pur controllata dall’ente comunale), ma resta evidente che sarebbe la prima volta in assoluto di un tale “strumento” che prevede comunque l’obbligo di rendicontare e giustificare ogni singola spesa. Per non parlare delle sponsorizzazioni elargite, di queste se ne ha invece contezza, con dubbi ritorni per l’azienda.
Insomma un atto ispettivo “pesante”, da qui la ‘bomba’ come è stata annunciata dalle forze politiche, che potrebbe a breve richiamare l’attenzione dell’autorità giudiziaria e della stessa Corte dei conti dell’Umbria sulla gestione delle farmacie.
“Bomba” farmacie, Toni di Cigoli si è già dimesso
Che la situazione creatasi intorno alle farmacie comunali fosse al limite della crisi di nervi, lo si è capito nel pomeriggio del 5 giugno 2025 quando, terminata l’assemblea per l’approvazione del bilancio, è trapelato che i 4 azionisti privati – che, cosa ancor più anomala, già da mesi avrebbero chiesto formalmente di uscire dall’azionariato – si sono fatti rappresentare in assemblea da un noto professionista, tra i maggiori esperti in bilanci aziendali.
Fonti del Palazzo confermano che in quella data il conte-professore si sarebbe dimesso (spintaneamente?) per aver ricevuto nel frattempo un “importante incarico di rilievo internazionale”. Dimissioni accettate dal socio maggioritario che avrebbe avanzato per la sua sostituzione il nome di un professionista, pare “con riserva” in attesa che quest’ultimo faccia le opportune verifiche. Un altro indizio che getta ulteriori ombre.
C’è poi un’altra anomalia, anzi due. Del verbale di assemblea di quindici giorni fa, quello in cui è stato anche approvato il bilancio 2024, non c’è traccia né all’albo pretorio del Comune, né sul sito istituzionale della Afc, la cui gestione registra più di qualche lamentela.
L’altra è sul nome proposto per la prossima gestione, avanzato dalla assessora Luigina Renzi di Ora Spoleto, che ha le deleghe a “Benessere e innovazione sociale; Formazione generale e sportiva per la valorizzazione della persona; Promozione della pace e dell’accoglienza”. Una vicenda che apre il problema di chi rappresenta l’amministrazione comunale nelle diverse partecipate.
In attesa che il prescelto sciolga la riserva, resta ovviamente in prorogatio l’attuale amministratore, Toni di Cigoli, che ha sostenuto, quanto meno indirettamente, quasi tutte le ultime campagne elettorali del centrosinistra: la moglie infatti, amministratrice dell’azienda di famiglia, è stata infatti candidata sia al consiglio comunale di Spoleto nel 2021 (prese 12 preferenze), sia alle regionali dello scorso autunno (65).
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(Ultima modifica alle 8.58 del 22 giugno)