Tra inchieste, blocchi di conferimento, “esportazione” di rifiuti, il ciclo dell’immondizia in una parte dell’Umbria quest’anno è costato di più e gli extra costi finiranno in parte nelle bollette dei cittadini. La bolletta Tari nei 25 comuni del Perugino, del Trasimeno, dell’Assisano e del Tuderte-Marscianese che fanno parte del consorzio Gest (con dentro Gesenu, Ecocave, Sia e Tsa) subirà aumenti tra il 6 e l’11 per cento.
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Gli aumenti
E’ ormai ufficiale ed è stata decisione ratificata nell’ultima assemblea dell’Autorità regionale dei rifiuti e idrico, ma l’aumento è stato comunque minore delle previsioni più funeste, quando si era paventato un rincaro fino al 20 per cento. L’aumento è dovuto agli extra costi che si sono avuti sia nel 2017 (tra 4 e 7%) che l’anno corso. E’ qui che si è aperto un confronto con Gest che ha portato al riconoscimento solo di un terzo degli extra costi. Come se gli utenti (cioè i Comuni) avessero ritenuto che nel “conto” il gestore doveva assumersi responsabilità da contratto e non potesse “scaricare” tutto il barile delle spese eccessive sul contribuente.
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A Perugia
Per quanto riguarda la città di Perugia in particolare l’incremento in bolletta sarà in media del 10%. Gli extracosti si aggirano infatti sugli 8 milioni e su un Piano finanziario di Gesenu di 40, significava un 20% in più nelle bollette dei contribuenti, ma evidentemente si è negoziato un compromesso.
Le soluzioni
I singoli Comuni all’interno dei rispettivi piani finanziari hanno margini per evitare il rincaro, ma dipende solo dai loro piani finanziari, andrà meglio ad esempio dove sono stati previsti accantonamenti che possono bilanciare ad esempio “ritocco” del 2017 che si aggira sul 2,5%. Intanto l’Auri ha annunciato che svolgerà nei prossimi mesi una capillare azione di verifica e nei confronti delle società che gestiscono il servizio rifiuti, in ordine ai costi e alla qualità del servizio. L’attuale dotazione impiantistica comprensiva di Belladanza e Casone, consente di poter gestire il ciclo dei rifiuti esclusivamente in ambito regionale, rendendo nell’arco di pochi mesi del tutto autonomo il sistema umbro. E questo dovrebbe risolvere la maggior voce di extracosti, cioè l’invio fuori regione di parte dei rifiuti umbri.
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(S.M.)