Riportiamo di seguito la nota integrale con la quale l’Ati 3 dell’Umbria replica al dossier diffuso tramite stampa e social network dal Wwf in merito all’impianto del biodigestore di Casone di Foligno.
È finalmente venuto alla luce sui social e sulla stampa il dossier del Wwf – Movimento 5 Stelle di Foligno, con il quale dopo tre mesi di studio i ‘superesperti’ sotto la direzione del presidente provinciale del Wwf Sauro Presenzini – che fa politica in conflitto di interessi con l’art. 5.8 del suo statuto – ci spiegano che, sul biodigestore di Casone le istituzioni hanno non solo sbagliato tutto, ma lo hanno fatto con il preciso scopo di favorire una ditta privata, e per questo è stato querelato per diffamazione.
Cosa capiscono, in termini di professionalità quindi, la Regione dell’Umbra, il Comune di Foligno, l’Arpa, la Asl, i Vigili del Fuoco, l’Autorità di Bacino, l’Ati3, la Vus Spa cioè tutte le istituzioni tecniche e politiche preposte dalla legge all’esame ed approvazione del progetto nel rispetto della tutela della salute, della sicurezza e degli interessi pubblici? Assolutamente niente secondo il dossier.
Quali competenze hanno le più importanti associazioni ambientaliste nazionali quali Italia Nostra e Legambiente, che sono a favore dei biodigestori? Nessuna secondo il dossier.
L’unico competente in materia, sotto tutti gli aspetti ambientali, sanitari, energetici ed economici è il Wwf di Foligno, guidato dal suo presidente Sauro Presenzini che fa politica per il Movimento 5 Stelle, di cui era anche candidato alle elezioni ultime del Consorzio della Bonificazione Umbra di Spoleto.
A tale proposito, richiediamo al presidente Presenzini di pubblicare quanto prima il verbale dell’assemblea del Wwf col quale è stato eletto presidente, indicando data, nome, cognome e recapito dei presenti, nonché la lettera di dimissioni da portavoce del Movimento 5 Stelle di Foligno, al fine di fugare dubbi sul conflitto di interessi e commistione di ruoli.
Ecco quindi un dossier che invitiamo tutti a leggere e che posteremo anche sul nostro sito, il cui unico scopo evidente è quello di carpire la buona fede della gente, con il solo fine di sollevare un polverone politico, forse in vista di qualche futura poltrona. Un dossier i cui contenuti usano la consueta tecnica di comunicazione pseudoambientalista, per creare da una parte il massimo di allarmismo sociale, va ricordato che il procurato allarme sociale è un reato previsto dal codice penale, con le note affermazioni in malafede evidente, in quanto senza alcuna prova a supporto, del tipo il biodigestore può provocare esplosioni, incendi, tumori, batteri dannosi per la salute, e via di seguito con queste bufale e strafalcioni, e dall’altra per insinuare accuse diffamatorie del tipo che questo impianto si fa solo per favorire dei privati a scapito
dell’interesse pubblico.
Tecnica di comunicazione pseudoambientalista, attuata in stupefacente sincronismo con la campagna politica parimenti denigratoria attuata dagli esponenti del Movimento 5 Stelle di Foligno, e ciò che più deve far riflettere sui reali scopi, senza alcuna conoscenza nel merito del progetto, tant’è che tutte le domande di accesso agli atti sono state solo successivamente inoltrate.
Con evidenza quindi l’obiettivo non era quello di conoscere il progetto per poi confrontarsi con le istituzioni, ma solo quello di un disegno politico discreditatorio a priori.
Perché sennò i consiglieri del Movimento 5 Stelle di Foligno hanno votato nel 2015 a favore in Commissione consiliare e si sono astenuti in Consiglio comunale sul biodigestore, salvo poi cambiare idea per ordine di partito?
Perché nel programma nazionale del Movimento 5 Stelle non c’è nessun accenno contrario ai biodigestori?
Perché il Wwf Umbria non ha mai detto una parola contro il biodigestore di Terni gestito dai privati?
Perché tutte le associazioni ambientaliste che non fiancheggiano il Movimento 5 Stelle , l’Unione Europea, i governi europei sono a favore delle energie rinnovabili quali il biometano prodotto tramite biodigestori da biomasse e da rifiuti organici per ridurre la nostra dipendenza energetica dal petrolio?
1) Apprendiamo solo ora dal dossier del Wwf a 5 Stelle di Foligno, che la democrazia e il sistema costituzionale in Italia non vuol dire eleggere i propri rappresentanti nelle istituzioni, rispettare la legge sulle procedure di informazione pubblica, attenersi ai pareri delle autorità tecniche preposte al rilascio di autorizzazioni come quella di costruzione di un impianto di biodigestione. Niente di tutto questo. Quello che bisognava fare era di far decidere il tutto da un punto di vista tecnico e politico al popolo, cioè ai cittadini seguaci del Wwf a 5 Stelle di Foligno e a quelli che firmano in buona fede qualche petizione sotto la minaccia di terribili conseguenze ambientali.
Circa gli aspetti di sicurezza e salute:
2) Afferma il dossier che l’impianto può esplodere o incendiarsi perché produce metano! Quindi secondo il Wwf a 5 Stelle di Foligno dobbiamo disattivare tutte le caldaie domestiche a metano e relativa fornitura di gas. Peccato che in Europa su circa 12000 biodigestori ancora nessuno è esploso.
3) Afferma il dossier che il biodigestore potrà provocare tumori, malattie, batteri pericolosi, ecc.! Nessuno studio medico in Italia ha mai posto una relazione tra malattie e questo tipo di impianto che si ricorda opera in maniera ermeticamente chiusa, cioè anaerobica, quindi senza alcuna emissione nell’ambiente né di odori, né di polveri sottili dal momento che non brucia nulla, né di digestato che non viene prodotto, né di spandimento sui campi dal momento che produce compost di qualità da collocare al mercato.
Circa gli aspetti economici:
4) Afferma il dossier che tra venti anni il biodigestore dovrà essere dismesso a spese della Vus con costi ben maggiori a quanto la collettività avrà percepito! Peccato che il Wwf a 5 Stelle non ha letto la convenzione che prevede l’obbligo di manutenzione per cui dopo venti anni l’impianto dovrà essere riconsegnato alla Vus in perfetto stato funzionante, e quando dopo molti altri anni di funzionamento dovesse essere dismesso per il superamento delle tecnologie la relativa dismissione non costerà nulla perché come dimostrato in casi assimilabili lo smaltitore sarà ripagato dai materiali dell’impianto con valore economico.
5) Afferma il dossier che il biodigestore poteva essere costruito direttamente dal pubblico, di tipo aerobico, cioè con trattamento all’aperto dei rifiuti continuando a produrre i cattivi odori attuali, utilizzando il contributo regionale di 3.123.000 euro! Peccato che gli esperti Wwf a 5 Stelle non sanno ancora che il contributo regionale sono fondi europei che intervengono nella misura massima del 30% per cui chi realizza l’opera deve mettere almeno altri 7 milioni di euro che ovviamente le società pubbliche dei rifiuti come la Vus oggi non hanno, a meno di raddoppiare la tariffa dei rifiuti ai cittadini: forse è questo che fermamente vuole il Wwf a 5 Stelle.
6) Afferma il dossier che il concessionario Asia spa, secondo gli esperti del presidente del Wwf a 5 Stelle, realizzerà nei venti anni di gestione dell’impianto un utile di 28 milioni di euro! Purtroppo gli esperti Wwf a 5 Stelle non si sono accorti che i 28 milioni di euro erano quelli del Piano Finanziario posto a base della gara europea che è stata svolta, mentre il Piano finanziario allegato alla convenzione dopo la gara che è l’unico che fa fede, prevede 21,05 milioni di euro di utile cioè 7 milioni di euro in meno per il concessionario Asia spa, mentre le entrate complessive del pubblico, che in seguito dettaglieremo, prevedono, compresi i risparmi di spesa, circa 25 milioni di euro nei 20 anni, cioè più dell’utile del privato!
7) Afferma il dossier che la Vus spa svenderà, quasi regalerà tre ettari di terreno ad Asja spa al prezzo ridicolo di un canone annuo di 37.500 euro. Qui ci rivolgiamo all’attento cittadino perché è la prova che siamo di fronte alla peggiore malafede assoluta: se infatti fosse stato venduto il terreno al concessionario ai prezzi di mercato secondo le stime UTE, che prevedono un valore di circa 5 euro a m2, si avrebbe avuto un ricavo totale per la VUS spa di 150.000 €. Con il canone di 37.500 € all’anno nei 20 anni la VUS spa incassa 750.000 € e mantiene la proprietà del terreno! Cioè 600.000 € in più. Dunque chi ci guadagna?
8) Veniamo quindi agli aspetti che evidenziano purtroppo come il Wwf a 5 Stelle di Foligno sia anche molto scarso in grammatica e sintassi italiana. Al punto 6 del dossier si afferma che : “…in una parola Asja spa avrà piena e libera disponibilità futura delle relative attrezzature e tecnologie esistenti…”dando a credere che tutti gli impianti, anche quelli esistenti, saranno trasferiti ad Asja. Ma il senso e la lettera della Convenzione sono totalmente diversi. Il diritto di superficie viene dato sui terreni individuati catastalmente ove ora non vi è nessun impianto e riguarda solo impianti e attrezzature che Asja dovrà costruire a sue spese e non certo quello di proprietà attuale della VUS spa. Quindi anche qui l’ennesima mistificazione penosa.
9) Afferma il dossier che VUS spa si impegna a ritirare e smaltire il rifiuto liquido di scarto del biodigestore ad un prezzo di assoluto favore di 15 € a metro cubo trattandolo nel depuratore di VUS posto a minima distanza dal biodigestore, quando avrebbe potuto ritirarlo a 34 euro al m3. Anche qui la Convenzione dice tutt’altro. Il prezzo di 15€/t (trasporto escluso) che è totalmente i linea con il mercato, è riferito al ritiro del digestato liquido che per la soluzione tecnologica individuata in sede di progetto esecutivo non è più previsto. Diversamente dovrà essere portato all’adiacente depuratore il rifiuto liquido derivante dalle acque di piazzale e dal colaticcio della sostanza organica che è materiale totalmente diverso e che dovrà essere oggetto di addendum alla Convenzione. Per quanto riguarda il prezzo di ritiro in ogni caso sarà vantaggiosissimo per VUS spa a fronte di zero costi aggiuntivi, rispetto all’eventuale conferimento di Asja in altri impianti di altri gestori e che pertanto non sarà consentito.
10) Si chiede poi il dossier del Wwf a 5 Stelle di Foligno da dove arriveranno i rifiuti organici? Il documento del Wwf a 5 Stelle continua a dire che potranno provenire da fuori regione. Ribadiamo che con la raccolta dell’organico porta a porta a regime nell’ATI3 si intercetteranno 25.000 tonnellate di organico che sommate al verde portano a circa 30.000 tonnellate annue. Le rimanenti circa 15.000 potranno provenire tranquillamente dai Comuni limitrofi del perugino, che hanno tutto l’interesse a conferirli in un luogo il più vicino possibile onde diminuire il rilevante costo del trasporto.
11) Afferma il dossier che strade si deterioreranno e sbricioleranno con il transito dei camion che trasportano rifiuti all’impianto! Siamo lieti di constatare che il Wwf a 5 Stelle di Foligno, si è smentito da solo affermando che transiteranno circa 8.000 camion all’anno, ma ignorava che a Casone c’è già un impianto di compostaggio vecchio che tratta dal 1994 il rifiuto organico per cui i camion che transitano (senza minimamente interessare Sterpete o S. Eraclio) sono già 8.000 all’anno, ma le strade ancora non si sono sbriciolate come auspicato secondo il catastrofismo del WWF. Con l’occasione informiamo che sulla vecchia adiacente Flaminia transitano annualmente circa 60.000 camion ma il Wwf a 5 Stelle di Foligno non ha mai detto nulla. Perché?
Ecco in conclusione il quadro completo della verità che emerge: un polverone politico costruito ad arte per accattivarsi qualche voto futuro prendendo a pretesto un impianto all’avanguardia in Italia per il recupero di energia rinnovabile dai rifiuti organici come chiede l’Unione Europea, che non a caso lo cofinanzia, un impianto sicuro ambientalmente che porterà nelle casse del pubblico più di 20 milioni di euro che consentiranno di mantenere a Foligno e all’ATI3 la tariffa rifiuti più bassa dell’Umbria nei prossimi anni. Un impianto che darà lavoro a diverse persone e aiuterà l’economia del nostro territorio. Un impianto che consentirà ai cittadini di Foligno in primo luogo e dell’ATI3 di risparmiare rispetto al conferimento dell’organico in impianti di altri gestori, ben 15 milioni di euro in 20 anni. Un impianto che, operando completamente al chiuso, non produrrà né odori cattivi, né emissioni in atmosfera e che quindi non avrà nessun impatto ambientale né sui cittadini di Sterpete, di S. Eraclio o Matigge di Trevi, né su altri.