Gli agenti della polizia lo hanno rintracciato in un albergo a quattro stelle, nella zona della stazione Centrale di Milano. Lo cercavano ormai da tempo: su di lui, 30 anni, cittadino di origine albanese residente a Loreto, in provincia di Ancona, pendeva un provvedimento di custodia cautelare in carcere emesso dal G.I.P. di Perugia lo scorso 5 gennaio.
La banda della “neve”, ricchi e cattivi con in mano il mercato della cocaina
Il 30enne è infatti ritenuto coinvolto nell’operazione Big Rock della polizia perugina, che ha portato all’arresto di 36 persone accusate di gestire la filiera della cocaina, dall’approvvigionamento allo spaccio al dettaglio.
E proprio di spaccio al dettaglio si occupava l’uomo arrestato che, all’interno dell’organizzazione, rivestiva il ruolo di pusher. Fedele affiliato al sodalizio criminale, si era guadagnato la fiducia degli alti vertici dell’organizzazione: gestiva diverse quantità di droga, le distribuiva al dettaglio, custodiva il denaro ricavato dallo spaccio e riusciva a pianificare lo smercio di droga minuto per minuto. Fitta la sua rete di clienti, con la quale manteneva contatti quotidiani e che incrementava con il passaparola. Tra i suoi compiti c’era anche l’addestramento dei “piccoli spacciatori”, ai quali insegnava i trucchi del mestiere per eludere i controlli delle Forze di Polizia.
La centralità del suo ruolo è emersa indiscutibilmente dagli elementi acquisiti dai poliziotti della Squadra Mobile della Questura che lo hanno incastrato dopo una complessa attività investigativa. Un arresto importante, che ha portato a smantellare il sodalizio criminale dello spaccio di cocaina.
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