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Bevagna, botta e risposta sulla gestione dei beni culturali

Redazione

Bevagna, botta e risposta sulla gestione dei beni culturali

Braccio di ferro politico tra il segretario del Pd ed il sindaco del Pd
Mar, 09/02/2016 - 17:16

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E’ polemica a Bevagna sulla gestione dei Beni Culturali: braccio di ferro tutto politico, tra il segretario della sezione cittadina del Partito Democratico, Fabio Maccarelli, ed il sindaco, del Partito Democratico, Analita Polticchia.

Ecco il comunicato stampa integrale diffuso dal segretario piddino bevanate.

Prima la cascata dell’Accolta, una delle icone di Bevagna. Funziona a giorni alterni: è stata messa a repentaglio dalla centralina idroelettrica. Ora l’amministrazione, al termine del suo mandato, decide di concedere l’uso dei maggiori beni culturali della città a dei privati, per mille euro l’anno. Parliamo in pratica dei simboli, dei gioielli del centro storico di Bevagna: il Teatro Torti e il Mercato Coperto sulla magnifica piazza Silvestri, una parte del Museo dove si dovrà fare un infopoint e le Terme Romane. La scelta è criticabile, politicamente: perché l’amministrazione non ha preso in considerazione la possibilità di continuare a gestire il teatro con l’Associazione Teatro, che funzionava benissimo e si era dichiarata disponibile a farlo senza rimborso spese, perché questa decisione arriva ormai alla fine del mandato, impedendo qualsiasi dibattito sulle politiche culturali, con le associazioni culturali e turistiche di Bevagna: un problema di portata enorme. La decisione arriva senza una partecipazione pubblica, che sarebbe stata assolutamente necessaria e molto opportuna, visto che, inoltre, la concessione nel caso sarà per ben sette anni. Da un punto di vista strettamente amministrativo, la decisione è tecnicamente censurabile in quanto l’atto di indirizzo: non contiene criteri definiti di gestione culturale, ma solo alte enunciazioni di principio; lascia il concessionario del tutto libero, a parte tecnicismi come il regolamento di gestione del teatro, il biglietto unico e gli orari dell’infopoint, di stabilire i programmi delle attività, prezzi e quant’altro, purché raggiunga il pareggio di bilancio; non contiene un piano finanziario per il comune, necessario in quanto l’ente mantiene in capo diverse voci di spesa, tra cui il riscaldamento di una parte di questi spazi concessi. Ma non vi è evidenza di nessuna certezza sui costi che sosterrà il comune, pertanto come si potrebbe poi quantificare una voce di bilancio? Non contiene neanche dei criteri di indirizzo sulle caratteristiche di qualità che il concessionario dovrebbe possedere. Come farà il dirigente a impostare la gara e decidere l’assegnazione, se gli interessati fossero più di uno? E se poi non funzionasse? Non si sa. Manca una clausola di salvaguardia da ‘buon padre di famiglia’ criteri precisi per il recesso, per consentire alla pubblica amministrazione di salvaguardare, nel caso, il bene comune. Infine ma non meno importante: si prevede che la manutenzione straordinaria rimanga in capo al comune. Insomma, se si rompe qualcosa paghiamo tutti. Ma qual è lo stato di conservazione attuale dei beni? Servirebbe una approfondita relazione tecnica. E tutto questo per un contributo da parte del concessionario di mille euro l’anno. È un atto che politicamente lascia sbalorditi e che tecnicamente lascia profondamente perplessi. Forse è l’atto che più di tutti chiarisce perché infine è venuta meno la fiducia nei confronti della giunta e del sindaco. Su questo delicato aspetto avremo modo di parlarne più approfonditamente. Chiediamo senza mezzi termini al sindaco e alla giunta di ripensare profondamente questo atto, coinvolgendo la cittadinanza e le associazioni.

Di seguito, riportiamo integralmente il comunicato stampa di replica diramato dal sindaco di Bevagna, Analita Polticchia.

“Sui rilievi relativi alla “Manifestazione d’interesse per la concessione d’uso e gestione unitaria dei servizi, custodia e manutenzione dei siti pubblici di interesse turistico” faccio notare, che sul piano amministrativo, la procedura è stata operata secondo leggi ben chiare; non costituisce offerta contrattuale, ma è un procedimento preselettivo che non comporta diritti di prelazione o preferenza, né impegni o vincoli per le parti interessate. Prevede che, che coloro che esprimono il proprio interesse alla proposta fatta dal Comune saranno invitati a partecipare alla gara pubblica, sulla base di un Capitolato e di un Disciplinare, nell’elaborazione dei quali si entrerà nello specifico delle singole questioni, in considerazione anche di informazioni ed idee raccolte. I progetti saranno valutati da una commissione. Tutto con massima trasparenza, nel rispetto di che danno pari opportunità a tutti e senza alcuna preferenza. Ricordo che Il Regolamento per l’uso del Teatro, parte integrante della Manifestazione d’interesse, è stato approvato in Consiglio comunale il 29 aprile 2014. Qualcuno vorrebbe dire che non sapeva? In quell’occasione ufficiale, così come in altri consigli comunali, non sono forse stati esaminati i costi della gestione dei siti turistici? Nel 2011 al momento dell’insediamento di quest’Amministrazione, l’associazione che gestiva il teatro doveva ricevere dal Comune 40mila euro pregressi in forza d’una convenzione che dava all’associazione 40mila euro annui per la gestione del teatro, e possibilità di svolgere attività in proprio, incassandone i proventi. I cittadini di Bevagna pagavano 40mila ad un’associazione per fare delle attività, e gli introiti rimanevano tutti all’associazione. Questo, il vicepresidente dell’associazione Teatro, Annarita Falscappa, membro del direttivo PD di Bevagna, residente di una delle associazioni promotrici di una assemblea pubblica ‘politica’ sul tema, nonché candidato sindaco in pectore, lo sa bene. La gestione di Museo e Terme romane è sempre stata effettuata da un soggetto privato, selezionato con bando di evidenza pubblica. Fino al 2013 la gestione costava circa 60mila euro annui, dal 2014 in poi circa 18 mila euro. I costi di gestione a carico dei cittadini, sono stati da noi ridotti di oltre 40mila euro. La gestione della biblioteca è a carico di un altro soggetto privato, in forza d’una selezione fatta dall’Unione dei Comuni anni fà. Perché si urla allo scandalo per l’applicazione di regolamenti e leggi? Si pensa di voler fare scelte con logiche non trasparenti? Per favorire chi o cosa? E quanto tornerebbe a costare ai cittadini di Bevagna? Abbiamo garantito l’apertura dei siti turistici con risparmi di circa 80mila euro; abbiamo avuto sempre una stagione di prosa e spettacoli più che raddoppiati, in più periodi dell’anno; abbiamo ricondotto teatro e auditorium di Santa Maria Laurentia alla disponibilità di tutti. Il tutto, dal 2012 ad oggi, senza oneri a carico dei cittadini. Nel 2013 si fece un progetto sperimentale che vedeva più associazioni e privati collaborare per una gestione strutturata dei siti turistici, l’esperimento fallì per difficoltà di collaborazione ed impossibilità per alcuni volontari di svolgere servizi con l’impegno professionale richiesto. Questa manifestazione d’interesse rientra in un quadro di strutturazione organica del servizio turistico, che vede nel ‘Palazzo di città’ il luogo di primo contatto del visitatore con la città: si tratta di un progetto di grande qualità e sostenibilità economica, in quanto la prospettiva cambia. Non è il Comune che paga, ma chi gestisce s’assume il rischio d’impresa. Si generano posti di lavoro e si offrono ulteriori servizi che rendono la città più fruibile ed attrattiva. Voglio rassicurare le associazioni, specialmente quelle che magari in maniera inconsapevole possono cadere in strumentalizzazioni politiche o produrre documenti più politici che di merito, che tutti possono partecipare, è un’opportunità fornita a tutti indistintamente, una prova che dobbiamo affrontare collettivamente per far crescere qualitativamente l’offerta della nostra città.

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