Dai coglioni di mulo, insaccato di carne magra di maiale con un lardello al centro, alle fave dei morti, pasticcini alla mandorla, di forma ovoidale e schiacciata con l’aspetto di un amaretto, dalla fagiolina del lago allo zafferano di Cascia e Città della Pieve: sono 69 quelle che possiamo chiamare le “bandiere del gusto” umbre rientranti tra le 5.047 specialità alimentari tradizionali presenti sul territorio nazionale nel 2017.
È quanto emerge dal nuovo censimento delle specialità che sono ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni, presentato dalla Coldiretti in occasione dell’apertura del Villaggio contadino a Napoli sul lungomare Caracciolo, con mercati contadini, agrichef ed esposizioni ad hoc per il primo Black Friday della tavola per far conoscere e salvare i tesori nascosti del Made in Italy.
Si tratta – afferma Coldiretti Umbria – di un bene comune per l’intera collettività e di un patrimonio anche culturale che il nostro Paese può oggi offrire con orgoglio ai turisti italiani e stranieri; il primato nei prodotti tradizionali si aggiunge a quello dei prodotti a denominazione di origine (Dop/Igp) riconosciuti dall’Unione europea.
Intanto, a valorizzare le eccellenze agroalimentari umbre a Napoli, una decina di aziende delle zone terremotate che prenderanno parte nel week end al grande mercato a chilometri zero di Campagna Amica, ubicato proprio all’interno del Villaggio Coldiretti.
Nella “curiosa e colorata” classifica regionale delle specialità tradizionali in Umbria dominano le paste fresche, panetteria e pasticceria con 31 tipologie di prodotti, come ciaramicola e pampepato o umbricelli, seguiti da 13 carni fresche e insaccati, come porchetta e sanguinaccio, 12 prodotti vegetali, come la cipolla di Cannara, il sedano nero di Trevi e il tartufo bianco e nero pregiato, 6 tipi di pesce, come il persico reale del Trasimeno, 4 formaggi, come la caciotta e il pecorino di Norcia, 2 condimenti, tra cui la pasta di olive e 1 prodotto di origine animale, la ricotta salata. Tutti prodotti agroalimentari di qualità – conclude Coldiretti – che rappresentano una ricchezza per l’Umbria e per le imprese agricole; dietro ogni prodotto c’è una storia, una cultura ed una tradizione che è rimasta viva nel tempo ed esprime al meglio la realtà di ogni territorio.