Banca Desio, o meglio il Banco di Desio e della Brianza SpA, ha annunciato, congiuntamente con Banca Popolare di Spoleto di aver avviato lo studio di fattibilità per incorporare la Popolare umbra nella holding controllata dalla famiglie Gavazzi e Lado. L’annuncio è arrivato nei giorni scorsi a firma dei due presidenti, Stefano Lado per Banco Desio e Tommaso Cartone per Bps: “Il Banco di Desio e della Brianza SpA e la Banca Popolare di Spoleto SpA hanno dato avvio alla verifica di fattibilità circa una operazione di fusione per incorporazione di BPS in Banco Desio, la quale oggi detiene una partecipazione pari all’81,67% del capitale sociale di BpS. Ad esito di tale studio di fattibilità i Consigli di amministrazione di Banco Desio e BPS assumeranno le rispettive deliberazioni”.
Le rassicurazioni della Holding
L’esigenza è dettata, a quanto dichiarato dall’avvocato Lado, dalla necessità di “razionalizzare e snellire il gruppo”. In una nota pubblicata su Borsa Italiana, il n. 1 della Banca brianzola ha infatti chiarito che “la redditività delle banche non è più quella di un tempo e la riduzione dei costi è una necessità impellente anche per il Gruppo Desio”. Il presidente brianzolo ha però rassicurato che “non diminuirà l’attenzione del gruppo ai suoi territori di riferimento” e che “sarà mantenuto il marchio Bps”.
I possibili assetti
L’avvio dello studio di fattibilità, a quanto trapela, comincerà ufficialmente il prossimo 10 dicembre per concludersi entro il prossimo luglio 2019.
La parola finale spetterà ovviamente ai rispettivi board dei due istituti di credito ma è fin troppo scontato che il voto, in caso di fattibilità, sarà favorevole. Né i 4 membri del CdA Bps – 1 nominato dalla minoranza della Spoleto Credito e Servizi, 3 scelti da Desio in rappresentanza del territorio -, pur volendo, potranno fare la differenza.
La scadenza naturale del board era fissata a marzo 2020 (l’ultimo rinnovo è infatti avvenuto il 30 marzo 2017) ma a tal punto chiuderà i lavori con un anno di anticipo.
Se tutto andrà secondo gli indirizzi del board brianzolo, la PopSpoleto oltre a perdere il Cda, vedrà ridotta buona parte di governance, destinata a essere assorbita dai vertici di Desio. La Popolare umbra dovrebbe dunque diventare una sorta di “grande area” con poteri ridotti rispetto al presente.
Interessante sarà capire quanto verranno valutate le azioni di Bps e che tipo di opzione verrà studiata per la loro eventuale liquidazione o concambio in azioni Desio. Un aspetto affatto secondario per i destini della Scs, un tempo holding della Bps, oggi minoranza dell’istituto locale con il 9% del pacchetto, dichiarata fallita nel dicembre 2017 dal Tribunale di Spoleto (dispositivo su cui pende il ricorso dell’ultimo Consiglio Scs alla Corte d’appello di Perugia). L’ultima valutazione nota ai media, risale al marzo 2015 quando la prima assemblea dei soci sotto il controllo del Desio approvò l’emissione di nuove azioni fissando il valore di 1,812€ per azione.
Iniziativa del senatore Zaffini
Intanto sulla notizia della banca brianzola si registra l’iniziativa del senatore Franco Zaffini (Fd’I) che intende vederci chiaro sulle intenzioni del Desio. Sul proprio profilo Facebook, dopo l’invito a tracciare una linea con il passato, riferendosi ovviamente alla “mala gestio” che portò al commissariamento della Banca Popolare e alla inevitabile vendita (“abbiamo mostrato il peggio di noi e della nostra spoletinità”), il parlamentare invita tutte le forze a far quadrato per evitare la fine di una “realtà creditizia autonoma” affinché la BPS possa continuare a “stimolare e affiancare lo sviluppo e il benessere del proprio territorio di riferimento”. In settimana Zaffini incontrerà i sindacati per capire meglio la situazione e le iniziative da mettere in campo.
Una preoccupazione, quella del senatore, condivisa anche dal Presidente del collegio sindacale Bps, il dottor Carlo Alberto Zualdi, che sempre su Facebook ha così commentato il post di Zaffini: “...provo un grande dolore e una profonda amarezza a dover assistere in qualità di Esponente a questo tristissimo epilogo….la stessa storia l’ho vissuta, ahimè, con le Casse di Risparmio ed ora mi aspetto solo l’epilogo estremo ovvero la chiusura di Spoleto e la cacciata della sua classe dirigente (si fa per dire…)“.
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