Li chiamavano Bad Boys. Nulla a che vedere con la banda criminale di “Quei bravi ragazzi” di Scorsese, ma è comunque la droga il loro ‘business’. Sono giovani, tutti minorenni, perugini o dell’hinterland, organizzati in una baby gang e pronti a spacciare hascisc e marijuana, seppur in piccole dosi. E sono tanti: 80 in tutto i ragazzi controllati e vicini a questa organizzazione, smantellata negli ultimi giorni dalla Polfer di Perugia e Foligno. Di origini italiane o straniere ma ormai di seconda o terza generazione, ben integrati nel tessuto sociale del capoluogo umbro, questi giovani spacciano ‘per divertimento’, davanti e dentro le scuole grazie ad amici o parenti coetanei, in stazione, nei centri commerciali che frequentano il sabato, dopo o al posto della scuola, ormai diventati punti di ritrovo di tanti giovanissimi.
Droga per pochi spiccioli – Sono piccoli pezzi di un ‘sub-strato’ di Perugia che cambia, nelle sue abitudini e nel suo modo di rigenerarsi che comprende come il crimine evolve e sfrutta le falle del sistema, si sposta di zona in zona e si adatta come un camaleonte. Tanto che, come detto dagli uomini della Polfer, non esiste più una “piazza di spaccio” per come le forze dell’ordine e i consumatori abituali l’hanno conosciuta negli ultimi anni. Tutto diventa più ‘liquido’, in una società dove i mezzi di comunicazione e di trasporto diventano sempre più immediati. Telegram, Facebook, WhatsApp: questi i canali preferenziali usati dai giovani, per rifornirsi anche solo di un ‘ciuffo’ d’erba.
E poi riescono a muoversi facilmente: Si muovono tra Santa Maria degli Angeli e Ponte San Giovanni, fino a Ellera. E spesso usano i soldi che i genitori danno loro per comprare il biglietto dell’autobus, o l’abbonamento mensile, per comprare la droga. E’ tuttavia difficile trovare questi giovani con grandi quantitativi di droga, ed è dunque difficile ipotizzare che spaccino per ripagarsi le proprie dosi, forse più che nei guadagni il motivo va ricercato nell’appartenenza, nel diventare il punto di riferimento di un gruppo, nell’affacciarsi e neanche troppo timidamente al mondo della micro criminalità.
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Vandalismo – Ne viene restituita una fotografia sufficiente a lanciare un allarme sociale, specie quando i ragazzini, sfuggendo al controllo dei genitori, sfruttano ogni tipo di escamotage per trovare una piccola dose di droga per trascorrere le ore con gli amici. Fino a quando la situazione non degenera, e gli stessi ragazzini arrivano a compiere atti vandalici o di bullismo, violenze a capitreno. Proprio da queste ultime si sono mosse le prime indagini che hanno consentito di individuare e segnalare gli 80 ragazzini della baby gang. Per 5 di loro i guai sono più grossi: uno di loro è ora detenuto nel carcere di Firenze, mentre per gli altri sono scattati alcuni procedimenti di custodia cautelare. Le accuse spaziano da quelle di spaccio, tentati furti, aggressione a pubblico ufficiale, Recentemente, poi, gli uomini della Polfer di Perugia hanno segnalato alcuni giovani che, all’interno di un vagone, stavano giocando con i bagagli di alcuni passeggeri. Uno di loro aveva della droga in tasca.
Atti vandalici, come quei giovani che hanno spaccato i vetri di alcuni locali della stazione di Ellera o dei treni (come si vede nelle immagini). Anche i controlli incrociati con la polizia municipale della cittadina hanno consentito ai colleghi della Polfer di stringere il cerchio intorno alla baby-gang, e di identificare i responsabili. Per loro è in corso anche il procedimento per il risarcimento dei danni a Trenitalia. Ultimamente poi, dicono a Tuttoggi.info gli agenti della Polfer, gli atti di vandalismo all’interno dei bagni della stazione Fontivegge si sono ridotti: eppure, resta uno dei luoghi preferiti dove consumare la droga, eroina soprattutto.
Dai favori sessuali alla droga – Tutto cambia, dunque, ma il luogo al centro delle indagini rimane spesso lo stesso. Gli agenti si sono concentrati sul via vai di giovani in un centro commerciale della zona. La giornata tipo dei ragazzini passa così: sale giochi, bar, poi uno spinello. Tanti i giovani che frequentano il posto, e che spesso aspettano quelle tre o quattro auto che, facendo la spola, li riforniscono, soprattutto di hascisc e marijuana. Non mancano neppure le piccole e le grandi estorsioni. Tempo fa, ci raccontano gli uomini della Polfer, “abbiamo trovato delle giovani ragazze, che si appartavano nei bagni del centro commerciale, in compagnia di persone adulte. Lì, in cambio di una ricarica telefonica, erano pronte a qualche favore sessuale. Ora un abbonamento costa poco. Adesso è l’interesse per la droga ad essere salito“.
Le indagini continuano – I controlli e le segnalazioni da parte della Polfer di Perugia si sono intensificati soprattutto negli ultimi mesi. Sono ora in corso nuove indagini e nuovi accertamenti, anche grazie al supporto degli uomini della Squadra Mobile di Perugia, utili a monitorare la zona della stazione e le aree limitrofe, non solo dunque a Fontivegge. Anche le indagini per scoprire il canale di approvvigionamento di droga è in mano agli uomini della Mobile. Questa mattina, inoltre, erano presenti anche gli uomini della Guardia di Finanza con l’unità cinofila a Fontivegge.
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