AZZERAMENTO DEI COMPENSI NEGLI ENTI PUBBLICI - Tuttoggi.info

AZZERAMENTO DEI COMPENSI NEGLI ENTI PUBBLICI

Redazione

AZZERAMENTO DEI COMPENSI NEGLI ENTI PUBBLICI

Lun, 07/01/2008 - 20:01

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“Con mia somma e piacevole meraviglia ho letto l'articolo riguardante la proposta di legge dell'On.le Domenico Benedetti Valentini tendente ad azzerare “i compensi” degli amministratori eletti (o nominati) direttamente (o indirettamente) preposti alla gestione di funzioni e compiti pubblici. A parte il rimborso degli oneri e spese sopportate e documentate.

Perché la mia meraviglia?! Qualche settimana fa, intervenendo in occasione della presentazione del libro “La Casta”, dissi la stessa cosa. I tanti applausi che il mio intervento ricevette li vissi come un rimprovero, fatto da me a me stesso, per aver toccato corde con uno strumento un po' demagogico.

Peraltro l'autore Rizzo liquidò così il mio pensiero “già, e chi rimarrebbe ad interessarsi di politica ?!” Poi ascoltai il pensiero contrario di un paio di politici locali e presi nota del silenzio pensieroso di altri (non mi vorrei sbagliare, ma fra questi ultimi doveva esserci anche Valentini che però non prese la parola).

Non ebbi modo di riprendere a parlare, ma avrei voluto dire a Rizzo ed ai politici nostrani che avevano parlato, che diversamente, “La Casta” resterebbe un bellissimo libro-indagine, ma non altrettanto efficace se, da esso, non dovessero nascere riflessioni approfondite, ma soltanto peloso sdegno a fior di pelle.

Ricordo anch'io che l'era delle ideologie si portava dietro il concetto che “i politici devono avere adeguati compensi altrimenti la politica verrà fatta solo dai ricchi ed a proprio esclusivo vantaggio”. Il concetto aveva ed ha una sua logica. Ma non doveva diventare anch'essa ideologia:

ossia concetto intoccabile e centrale al di là della ESPERIENZA, delle DISTORSIONI e delle MODIFICAZIONI SOCIALI che hanno trasformato la società che in passato era divisa in classi ben individuabili.

ESPERIENZA: non è vero che senza erogare compensi, rimarremmo privi di classe politica. Anzi. Tutti quelli che fanno politica e, soprattutto “scelte politiche”, solo in funzione dei soldi, privati degli attuali compensi, andrebbero a casa! Evviva! Quelli che rimarranno, in un anno, faranno tutte le riforme necessarie correndo anche il rischio di andarsene a casa in caso di fallimento…tanto, finanziariamente, non ci perderebbero niente. Utopia!? No, perché con uomini poco compensati abbiamo avuto la ricostruzione ed il boom economico, abbiamo avuto De Gasperi, Nenni, La Malfa, Visentini, Berlinguer, Malgodi, Fanfani, Moro. Con uomini “largamente compensati per evitare che la politica fosse appannaggio dei soli ricchi” abbiamo Prodi, D'Alema, Bossi, Pecoraro Scanio, Casini, e, addirittura, al governo, non un uomo povero e probo, ma l'uomo più ricco d'Italia! Berlusconi! Proprio quello che si voleva evitare! O, no?

DISTORSIONI: ora, senza avere timore di demagogia, potremmo chiaramente dire che questa “fallimentare ideologia” non consente soltanto grandi compensi per i parlamentari, ma investe tutto un apparato che pertanto non “sta lavorando” per il bene comune, ma che si sorregge, con scambi vicendevoli dei singoli, al solo fine di conservare i propri appannaggi DISTORCENDO le scelte politiche operative.

MODIFICAZIONI SOCIALI: queste hanno, peraltro, modificato anche il vecchio quadro di riferimento basato sulle classi. Cosicché non dovranno essere più queste al centro dei contrasti sociali, ma dovrà essere L'ETICA dell'operare.

E L'ETICA esige che chiunque fornisce soluzioni, anche drastiche, alla rimozione delle cause del regresso dell'Italia, ben venga. Anche si chiama Domenico Benedetti Valentini.

Specie se queste soluzioni fanno seguito ad altre posizioni rivelatesi giuste quali quelle dell'opposizione all'indulto e la promozione del referendum per far dire ai cittadini “NO a questa legge elettorale”.

Nando Tomassoni


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