E’ stato rinviato a giudizio, insieme alla moglie, l’avvocato “infedele” di Città di Castello, accusato di aver trattenuto per sé gran parte degli indennizzi assicurativi destinati invece ai suoi clienti.
Il giudice Natalia Giubilei, durante l’ultima udienza preliminare al tribunale penale di Perugia, ha accolto le richieste del pm Bettini, e ha infatti deciso che, il prossimo 11 febbraio, si dovrà aprire il processo a carico dell’avvocato “stabilito” (abilitato alla professione in Spagna) per dichiarazione infedele, appropriazione indebita e autoriciclaggio. Quest’ultima è l’ipotesi di reato per la quale è accusata anche la donna (in concorso).
L’avvocato 50enne era stato indagato lo scorso dicembre, quando la Guardia di Finanza aveva dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo per oltre 2 milioni e 600.000 euro.
Il tifernate, come detto, è stato accusato di essersi indebitamente appropriato di una parte consistente dei risarcimenti danni da incidenti, liquidati da compagnie assicurative, per conto dei propri assistiti. Solo nel 2018 e nel 2020 avrebbe intascato rispettivamente circa 210mila euro e 200mila euro. Le somme trattenute – secondo quanto emerso dalle indagini – sarebbero poi state utilizzate per l’acquisto di polizze o trasferite alla moglie.
Al 50enne è stata contestata anche l’evasione dell’Irpef per 228mila euro solo nel 2020, tramite una dichiarazione annuale di imposta di elementi attivi di appena 46mila euro, per un ammontare inferiore a quello effettivo, secondo gli inquirenti, di 521mila euro.
Le vittime del raggiro, oltre 10, costituitesi parte civile tramite i rispettivi legali – Lorenzo Pieracci, Walter Guarini, Sandro Radicati, Andrea Galmacci, Federica Ferri e Silvia Marinelli, hanno richiesto risarcimenti per centinaia di migliaia di euro.