Una polmonite – non da Covid, escluso sin dal ricovero in ospedale – riscontrata insieme alla presenza del batterio da stafilicocco. Questa la prima ipotesi sulla morte di Maria Elia, la 17enne deceduta domenica due giorni dopo il ricovero all’ospedale di Perugia.
Durante l’esame autoptico sono stati prelevati campioni per le cui analisi serviranno dei giorni, hanno spiegato i legali dei familiari della ragazza, Nicodemo Gentile e Antonio Cozza. Che hanno indicato in Carmine Gallo e Andrea Fornari gli esperti di parte che hanno seguito l’autopsia. Per la Procura – titolare del fascicolo per omicidio colposo a carico di ignoti è Paolo Abbritti – è stata nominata Donatella Fedeli.
Maria, secondo quanto si è finora ricostruito, aveva accusato sintomi influenzali dal lunedì precedente. Poi, nella notte tra venerdì e sabato, le sue condizioni sono peggiorate e la madre ha deciso di portarla in ospedale. Ma dopo la visita al pronto soccorso il quadro clinico è apparso subito grave ed è stata intubata. Nonostante questo, nel pomeriggio di domenica il cuore di Maria ha smesso di battere.
La Direzione ospedaliera ha subito effettuato una verifica, in attesa degli esiti dell’autopsia. Dalla quale risulta che “la giovane paziente, dopo essere stata tempestivamente sottoposta in pronto soccorso ai necessari accertamenti diagnostici e alle cure del caso, presentava condizioni che necessitavano dell’immediato ricovero nel reparto di Terapia Intensiva. Nonostante le cure intensive garantite dai sanitari, il successivo decorso clinico è stato così repentino da condurla al decesso in meno di 48 ore”. Insomma, all’arrivo di Maria in ospedale in quadro clinico sarebbe già stato compromesso.
Elementi che orala Procura, sulla base degli accertamenti autoptici, dovrà chiarire.