Il Gruppo Angelantoni Industrie sta ripristinando la piena operatività dopo l’attacco hacker subito la scorsa settimana. E nel frattempo sono state avviate indagini da parte della polizia postale per risalire agli autori dell’attacco informatico, che hanno provato ad ottenere un riscatto per decriptare i dati “oscurati” da un virus trojan.
Il Gruppo di Massa Martana, tra le punte di diamante dell’industria umbra (opera in settori strategici, dal biomedicale all’energetico, dall’automotive all’aerospaziale) conferma di aver riscontrato a seguito dell’attacco informatico seri problemi all’hardware dei computer e dei server aziendali.
Dopo un incessante lavoro, svolto anche durante il fine settimana, è stata recuperata – informa l’azienda – gran parte dell’operatività. Ed ora il Gruppo ha riacquisito “quasi totalmente la propria funzionalità”, che è garantita in ogni ambito di lavoro, dalla produzione, alla logistica, alla vendita ed assistenza.
I vertici dell’Angelantoni Industrie comunicano che stanno collaborando con la polizia postale, con la quale sono state messe in atto le procedure per porre rimedio all’accaduto, anche al fine di verificare eventuali infiltrazioni dall’esterno e rilevare possibili compromissioni dovute ad attacchi hacker.
Il virus potrebbe essere entrato nel sistema operativo attraverso l’allegato di una mail o con una chiavetta usb infettata. Come è accaduto, presumibilmente, nei mesi scorsi per altre aziende, anche pubbliche, ed enti, tra cui la Asl 2 e il Comune di Perugia.
Alla Angelantoni era arrivata una richiesta di “riscatto” da parte di sedicenti russi. Ma sull’effettiva identità dei pirati informatici sta lavorando la polizia postale. Proprio la guerra degli hacker, che si combatte parallelamente a quella con le armi in Ucraina, ha riacceso i riflettori sul problema della protezione delle reti informatiche di enti ed aziende.