Riunione delle associazioni venatorie più rappresentative, che temono il fallimento delle politiche di contenimento e puntano l'indice contro la gestione Atc
Bene la decisione della Regione di provvedere con fondi propri aggiuntivi al pagamento dei danni ulteriori provocati dai cinghiali nel 2020, quando, a causa del Covid, le giornata si caccia sono state molto limitate. Ma i cacciatori temono il ripetersi del problema nel futuro. E puntano l’incide contro gli Atc 1 e 3 che stanno tentando un’epurazione nei confronti dei membri dei Comitati di gestione assenti alle votazioni sul bilancio.
Le associazioni venatorie più rappresentative in Umbria – assente Arci Caccia – si sono riunite per discutere e valutare i provvedimenti e le vicende che stanno interessando la caccia.
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Comune soddisfazione e senso di gratitudine verso la Giunta regionale che, accogliendo le richieste del mondo venatorio, ha coperto interamente le quote dei danni da fauna selvatica, in particolare del cinghiale.
“Tuttavia – lamentano le associazioni – questo atto, che è sicuramente di aiuto alla caccia e di riconoscenza verso le difficoltà del momento, non è stato accompagnato dalla giusta considerazione delle richieste che le associazioni venatorie riunite hanno fatto negli ultimi mesi. Se da un lato, infatti, lo stanziamento è il risultato più importante che le associazioni si aspettavano, d’altro canto tutte le altre indicazioni e lamentele indirizzate ad ATC e Regione non hanno ricevuto risposta. Quello che preoccupa è infatti ormai il dopo fase straordinaria della copertura dei danni, visto che si hanno già le prime avvisaglie che i nuovi sistemi di contenimento cinghiale non avranno il successo sperato”.
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parte del regolamento selezione
Contro le epurazioni dei “ribelli”
Le associazioni venatorie non ci stanno al tentativo di epurazione operato dagli Atc 1 (dove il bilancio alla fine è stato approvato) e 3 (dove c’è tempo fino a fine luglio, a seguito della proroga concessa dalla Regione). E di domandano come mai, proprio ora, i presidenti e la stessa Regione si appellano al regolamento, chiedendo le giustificazioni delle assenze. Tra l’altro, senza far rilevare le violazioni del regolamento avvenute sulle convocazioni.
“Ma nel guardare avanti – scrivono a questo proposito le associazioni venatorie – si aggiunge un nuovo capitolo alla telenovela degli Atc. Nonostante le associazioni venatorie, con qualche distinguo, abbiano chiaramente indicato i motivi della mancata partecipazione alla votazione dei bilanci, vengono messi sotto osservazione i componenti assenti per più di 3 volte, come se la situazione fosse normale e forse pensando che in questo modo saranno obbligati a partecipare”.
E sul nodo Atc i cacciatori ribadiscono: “Chiediamo da mesi un confronto con programmazione e concertazione su tutti gli argomenti principali che affrontano gli Atc. Non è possibile che chi pratica la caccia venga tenuto fuori dalle scelte fatte. Ma ora, quindi – concludono i cacciatori – si cade dal pero e si chiede ai delegati perché non partecipavano?”.