Dopo la caotica giornata di ieri, quando agli Stati Generali della città si era arrivati a chiedere anche le dimissioni del sindaco Di Girolamo, oggi, in sede di consiglio regionale, la governatrice dell’Umbria, Catiuscia Marini, è tornata a parlare di Ast, chiamando in causa il Governo “che può giocare un ruolo chiave nella vicenda perché ci troviamo davanti una multinazionale e non serve un arbitro, ma un protagonista nel confronto con Thyssen”. Già ieri avevamo sostenuto che questa fosse la strada più ‘logica’ da seguire, anche se, almeno fino a questo momento, il Governo non è sembrato così convincente coi tedeschi.
In mattinata era intervenuto anche il sottosegretario allo Sviluppo Economico, Claudio De Vincenti: “La scorsa settimana si è persa un’occasione importante per decidere il futuro dello stabilimento di Terni – ha detto De Vincenti – la nostra proposta, che avrebbe sbloccato la situazione sul piano industriale, è stata rifiutata sia da azienda che da sindacati. Ora non vogliamo che la mobilità cambi lo stato delle cose”.
Nell’incontro che si terrà giovedì al Mise, vedremo quali altri argomenti il Governo saprà mettere sul tavolo per convincere, se non altro, almeno i sindacati, per avere un piano condiviso da presentare ai tedeschi quando sarà il momento.
Mentre per venerdì è stata ufficializzata la presenza dei segretari nazionali dei sindacati, Susanna Camusso, Giuseppe Farina e Luigi Angeletti, si apre la discussione sulla mobilità. I rappresentanti sindacali territoriali, che si sono riuniti oggi nella sede di Confindustria, hanno fatto sapere che, qualora non si arrivasse a un accordo sul piano industriale entro 75 giorni, verranno attivate azioni legali, individuali e collettive consentite dalla legge contro i licenziamenti.
Sulla vicenda è intervenuto anche il vescovo della diocesi di Terni-Narni-Amelia, Giuseppe Piemontese che ha invitato le parti in causa a “riaprire il dialogo evitando irrigidimenti pericolosi. È necessaria una riflessione seria che metta al centro l’attenzione della persona e il bene comune, oltre che l’interesse di Thyssen. Lo sciopero – continua Piemontese – serva a ribadire questa volontà di proposta e di dialogo e a tutelare lavoratori e città. “Come cristiani di questo territorio – aggiunge, il vescovo – desideriamo unirci ai lavoratori, ai cittadini e alle istituzioni locali e regionali per riaffermare il desiderio di una giusta soluzione della trattativa. Siano di monito e incoraggiamento le parole di Papa Francesco, pronunciate per noi il 3 settembre” in merito alla vicenda Ast (“Al centro di ogni questione, anche di quella lavorativa, va sempre posta la persona e la sua dignita”! Col lavoro non si gioca”)”.