Ast, Fiom Cgil non firma accordo Centro Finiture | Regione "Confronto al Mise con ThyssenKrupp" - Tuttoggi.info

Ast, Fiom Cgil non firma accordo Centro Finiture | Regione “Confronto al Mise con ThyssenKrupp”

Luca Biribanti

Ast, Fiom Cgil non firma accordo Centro Finiture | Regione “Confronto al Mise con ThyssenKrupp”

Nervi tesi agli stabilimenti di Viale Brin | Marini e Paparelli chiedono conferme a Burelli su strategie Thyssen
Gio, 18/10/2018 - 20:48

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“Una immediata conferma ufficiale da parte degli organi della multinazionale tedesca” – lo chiedono la Governatrice dell’Umbria, Catiuscia Marini, e l’assessore regionale Fabio Paparelli che, tramite una nota congiunta, chiedono conferme ai vertici di Viale Brin sull’improvviso cambio di strategia per il polo siderurgico ternano da parte del colosso tedesco dell’acciaio.

La notizia che Ast rientrerebbe nel business core di ThyssenKrupp era stata diffusa nella giornata di ieri dall’ad Burelli che ha sostanzialmente rivoluzionato i piani che la multinazionale tedesca aveva in serbo per le acciaierie ternane, destinate, secondo i dirigenti tedeschi, alla vendita.

“Riteniamo proseguono Marini e Paparelliche tali informazioni debbano trovare conferma ufficiale e immediatamente dopo essere al centro di un confronto al ministero dello Sviluppo economico con gli stessi organi di governance di ThyssenKrupp e le rappresentanze sindacali. Non può sfuggire a nessuno che un diverso orientamento nelle strategie del gruppo rispetto a quanto in precedenza comunicato, lascia comunque irrisolte molte questioni su cui lavoratori ed istituzioni chiedono da tempo una risposta”.

Nel frattempo in azienda ci sono nervi tesi a livello sindacale, visto che la Fiom ha reso noto che i propri delegati non hanno firmato un verbale di accordo con la direzione aziendale del Centro Finiture sulla questione della riorganizzazione delle maestranze, con aumento di carichi di lavoro per gli operai, ma con la promessa di ‘livelli’ e premi economici.

Secondo i sindacalisti della Fiom, infatti, i metodi, nei confronti dei quali viene contestata l’unilateralità e l’assenza di un confronto sindacale, e i contenuti dell’accordo – che affermano il principio secondo cui si possono fare riduzioni di organico, ulteriori razionalizzazioni e smantellamento di enti – come quello, in questo caso, della qualità – in cambio di n° 4 livelli – non sarebbero condivisibili.

“Come delegati Fiom Cgil si legge in una notanon siamo voluti essere complici di questo percorso e quindi accettare implicitamente un aumento di carico di lavoro per gli operatori e per i preposti, stravolgendo l’organizzazione del lavoro a favore sempre dell’azienda. Nello stesso verbale è chiaro che la formazione verrà fatta per aumentare funzioni e responsabilità dei lavoratori, con l’obbiettivo della polivalenza, ma non sono chiari i percorsi di riconoscimento professionale verso gli stessi.

Come delegati Fiom rimaniamo convinti della posizione assunta, perché percepiamo che, se passa la logica di ridurre organico, esternalizzare, sopprimere mansioni, aumentare carichi di lavoro in cambio di qualche livello o riconoscimento economico, l’azienda non esiterà ad applicare questo stesso metodo in tutte le altre aree.

Pensiamo, al contrario, che gli aspetti organizzativi siano fondamentali per i risultati produttivi aziendali e non possano essere materia di baratto. Riteniamo dunque quanto successo irrispettoso, anche a fronte dell’azione unitaria che stiamo mettendo in campo nel contrastare politiche aziendali che stanno, a nostro avviso, indebolendo gli aspetti produttivi ed occupazionali del sito.

E’ evidente che come RSU della FIOM-CGIL ci riserviamo di mettere in campo le azioni necessarie al fine tutelare i lavoratori ed evitare il proseguo di queste scelte e atteggiamenti aziendali”.

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