Universo Assisi è morto? Ma soprattutto, quale futuro ha la giunta di centrosinistra a maggioranza Pd e capitanata da Stefania Proietti dopo che, nel giro di quindici giorni, da due nomi di peso dello stesso Partito Democratico, all’indirizzo della prima cittadina sono partite due bordate sulla presidenza della commissione edilizia (Edo Romoli aveva lamentato intoppi nell’attività della commissione, presieduta da Proietti che però, oltre alla presidenza e al ruolo da sindaco, ha anche una decina di deleghe assessorili pesantissime) e su Universo Assisi?
Da giorni in città ci si chiede quale futuro attenda il festival estivo voluto dall’amministrazione comunale e che, nato sotto l’egida dell’allora assessore Eugenio Guarducci, dopo aver avuto un’identità più o meno certa, negli ultimi due anni (e soprattutto nell’edizione 2019) è diventato un pot-pourri di eventi e iniziative che, tra architettura e arte e attualità, spettacolo musica e teatro, ha messo insieme di tutto di più, con alcuni grandi nomi (Michael Nyman, Mogol, i Subsonica, ministri e personalità della politica nazionale, grandi nomi dell’architettura) al fianco però di eventi dal dubbio richiamo turistico (come gli incontri sulle tesi di laurea o sull’arredo urbano di Assisi, per fare due esempi tratti dall’ultima edizione) e di incontri con grandi nomi, ma per un settore di nicchia (ad esempio quelli sull’architettura).
Contrariamente al solito, quest’anno non si è fatto un bilancio post evento, non c’è stata la tradizionale conferenza stampa finale, non sono state annunciate le date per la prossima edizione, né è chiaro – per dirla tutta – se questa ci sarà, anche visto che a volerla è soprattutto il sindaco con delega al turismo, che però negli ultimi tempi sembra molto presa dalla politica regionale (apparentemente Proietti pensa prima di candidarsi alle prossime regionali; dopo aver dato vita a Umbria dei Territori, a ferragosto la prima cittadina è stata avvistata con un consigliere regionale e un onorevole pentastellato).
E forse il Pd, tornato al governo della città dopo venti anni seppure per “interposta persona”, teme qualche ‘sgambetto’. Ma la bordata, inaspettata per modi e tempi, arriva da Simone Pettirossi, assessore al marketing e all’innovazione che, forse anche raccogliendo alcuni malumori cittadini, boccia la manifestazione e i tanti costi (“il rapporto tra costi – 400.000 euro, di cui 300.000 a carico del Comune – e benefici – pubblico pagante e più in generale turisti o visitatori – è assolutamente squilibrato”), le troppe identità (“l’offerta artistica e culturale è eccessivamente frammentaria: in tre anni, il Festival non è ancora decollato”) e l’assenza di programmazione e promozione (“ci sono stati ritardi eccessivi da parte della direzione e della governance del festival”).
Non proprio un bilancio brillante, insomma, anche se Pettirossi, spiega che non si deve tornare indietro né sulla tassa di soggiorno (con cui Universo in parte si finanzia) né “sulla giusta decisione di investire risorse importanti su azioni culturali e turistiche. Ma è necessario interrogarsi, invece, molto serenamente, sull’efficacia o meno di quanto è stato fatto sino ad ora ed è necessaria una riflessione approfondita sul futuro della manifestazione” per la quale, dopo la terza edizione “non è più possibile aspettare per ottenere dei frutti”.
Nello specifico, Pettirossi chiede “un deciso cambio di rotta, modificandone il ‘format’, la direzione e la governance” (attualmente il Festival è gestito, ma un po’ a distanza, da Joseph Grima, direttore artistico anche di Matera 2019, ndr). “Altrimenti – dice Pettirossi – è meglio archiviare questa esperienza” e crearne di nuove. Tra queste, “una mostra (o performance artistica) di grande richiamo nazionale e internazionale, che duri molti mesi e che sia frutto di una progettazione di altissimo livello, un cartellone estivo con eventi nel corso di un periodo lungo, da giugno a settembre”, “un singolo evento della durata di un giorno (concerto, spettacolo, evento, musical, teatro) di grandissimo richiamo nazionale e internazionale, capace di diventare un motivo per venire ad Assisi”. Infine, Pettirossi propone di usare le risorse dell’imposta di soggiorno anche per migliorare lo smart tourism, la smart mobility e i servizi di accoglienza turistica di base.
L’attacco dell’assessore scatena la minoranza, mentre la maggioranza (a parte rare eccezioni) tace (sarà che “bocca zitta ne azzitta cento”, come dicevano gli antichi, ma ultimamente il silenzio sembra assai assordante).
E così Stefano Pastorelli, segretario della Lega Assisi, parla di un “suicidio programmato: attendiamo quindi le proposte concrete da attuarsi per l’edizione 2020”, mentre Moreno Fortini, consigliere di minoranza in quota Fratelli d’Italia, ricorda come “questo scherzetto in tre anni ci è costato quasi due milioni di euro”. I consiglieri Antonio Lunghi e Ivano Bocchini, di Uniti per Assisi, chiedono di valutare la manifestazione in consiglio comunale, “unico luogo deputato per svolgere un serio confronto su questa iniziativa”, mentre l’ex assessore Claudia Travicelli chiede di sapere “cosa ne pensa il Pd di questo Pettirossi furioso”.
Dalla maggioranza, per ora, solo la voce di Giuseppe Cardinali, capogruppo di Assisi Domani, la civica del sindaco: “La critica contro Universo Assisi e la modalità con cui è stata avanzata denotano sterili personalismi che non fanno certo il bene di Assisi. Chissà se, dopo tre anni, l’assessore ricorda di avere la delega alla’Comunicazione, marketing e social media per la promozione del territorio?’”.