di Christian Napolitano – Assessore alle Poltiche Sociali comune di Foligno
L’introduzione dell’IMU da parte del governo Monti (in particolare per la prima casa) rappresenta la classica goccia che fa ormai traboccare il vaso della pazienza dei cittadini, dei lavoratori e degli amministratori locali del nostro Paese.
Dopo aver scaricato tutto il peso della crisi sulle spalle dei lavoratori, aver aumentato l’età pensionabile, aver tagliato i trasferimenti agli Enti Locali con conseguente riduzione dei servizi alle persone, dopo aver aggredito l’art. 18 ed i diritti dei lavoratori e aver, però, garantito, in questo quadro drammatico, i consueti privilegi alle banche ed al capitale finanziario (che, pur essendo responsabili della situazione disastrosa in cui versa il Paese, non saranno chiamati a dare il minimo contributo per il suo risanamento!), ecco che il governo Monti e la sua maggioranza parlamentare pensano bene di spremere ancora di più i cittadini pretendendo il pagamento dell’IMU anche sulla casa di abitazione: una sorta di “affitto” che i lavoratori dovranno pagare a Monti per la propria abitazione fatta con i loro sacrifici! Il tutto, pensando di poter relegare i Comuni al ruolo di “gabellieri dello Stato”!
Di fronte a questa situazione gravissima e surreale, emerge la necessità che gli amministratori locali, con il sostegno dei propri concittadini, facciano sentire la propria voce, per l’abolizione dell’IMU e per l’introduzione di una patrimoniale sui grandi capitali e sulle rendite finanziarie: e ora che la crisi la paghi chi l’ha determinata. La nostra Costituzione, all’art. 47, infatti, stabilisce chiaramente che: “La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme… e favorisce l’accesso del risparmio popolare alla proprietà dell’abitazione”. Altro che IMU, dunque! Qui si tratta di ripristinare nel nostro Paese un minimo di legalità costituzionale e, in questa direzione, il primo passo non può che essere rappresentato dalle immediate dimissioni dell’attuale governo e dall’indizione di elezioni anticipate, in modo da restituire al Popolo il proprio potere sovrano.