Nell'interrogatorio di garanzia l'educatrice si è detta pentita dei metodi, chiedendo che le contestazioni vengano trasformate in abuso di mezzi di correzione
Non violenze, ma azioni con “un intento educativo”. Senza la volontà di umiliare o di arrecare danni ai bambini che frequentavano l’asilo nido di cui è titolare e operatrice. La maestra della struttura di Corciano, indagata per maltrattamenti nei confronti dei piccoli (di età compresa tra 6 mesi e tre anni) nel corso dell’interrogatorio di garanzia di fronte al giudice Angela Avila si è detta comunque pentita di quei metodi evidentemente bruschi, secondo quanto hanno accertato le telecamere ed i microfoni che i carabinieri avevano piazzato nell’asilo a seguito di una denuncia.
Filmati in cui si vedono alcuni bambini strattonati ed apostrofati con parole certo non consone a dei piccoli. Prendendo di mira in particolare, rilevano gli inquirenti, quelli con più problematiche, che difficilmente avrebbero potuto raccontare a casa quanto erano costretti a subire.
Attraverso i suoi legali – Nicodemo Gentile e Daica Rometta – la maestra ha chiesto che nei suoi confronti vengano riformulate in abuso di mezzi di correzione le contestazioni a suo carico, sulla base delle quali è stato disposto il suo allontanamento dalla struttura. Il giudice Avila si è riservata la decisione sulle richieste della difesa.