Ordine del giorno dei consiglieri comunali Pd
Ordine del giorno del Partito democratico di Foligno, con l’obiettivo di difendere e tutelare la sanità territoriale. I consiglieri comunali dem chiedono al sindaco di impegnarsi per “vigilare sullo sviluppo della sanità territoriale in tutte le sue declinazioni e articolazioni”, in un ordine del giorno che fa parte di una iniziativa regionale, replicato in ogni consiglio comunale, e che a Foligno è stato replicato secondo le specificità territoriali.
Le criticità dell’ospedale di Foligno
“Il presidio ospedaliero di Foligno – scrivono i consiglieri – presenta numerose e note criticità come la carenza generalizzata in tutti i reparti di medici, infermieri, ostetriche e tecnici. Ci sono anche difficoltà organizzative e gestionali, causate dalla vacanza di 10 ruoli primariali. Si riscontra – prosegue il documento – il mancato rinnovo e adeguamento di apparecchiature e macchinari, delle sale operatorie, sale parto e delle dotazioni impiantistiche, tecnologiche e tecniche. C’è la disattivazione di alcuni importanti servizi come il maxillo-facciale. Per non parlare del notevole ritardo per l’erogazione delle prestazioni specialistiche, con liste d’attesa che presentano tempi inaccettabili e spesso incompatibili con le patologie di cui i pazienti sono affetti. Da condannare in toto, dunque, la crisi della sanità territoriale in tutte le sue articolazioni. Problema che diventerà irreversibile dopo la razionalizzazione del numero dei distretti”.
Il progetto del polo unico
Quindi la richiesta al primo cittadino: “perseguire la realizzazione del progetto “Unico Polo Ospedaliero articolato nelle due sedi di Foligno e Spoleto”, che rappresenterebbe il terzo polo ospedaliero regionale dopo quelli di Perugia e Terni, nell’ottica di: avere un’unica direzione sanitaria; razionalizzare le attività svolte, con innegabili benefici anche in termini di fabbisogno di personale; costituzione di uniche strutture complesse che operino in entrambi i presidi ospedalieri, ciascuna sotto la guida di un’unica direzione apicale; mobilità degli operatori tra le due sedi al fine di perseguire la massima omogeneità assistenziale“.