per i meloniani il Comune avrebbe dato un appalto a una società colpita da interdittiva. La replica: Iter corretto, l'interdittiva è arrivata dopo
Botta e risposta su un appalto che il Comune di Assisi avrebbe dato a una società non in regola con la certificazione antimafia. Ma l’amministrazione smentisce irregolarità di sorta.
Per Michele Leonelli di Fratelli d’Italia Assisi, Stefania Proietti sarebbe “scivolata su una buccia di banana” perché nella “foga asfaltante” avrebbe sottoscritto “un contratto di appalto in fretta e furia e che ‘con riserva di legge’ – ossia in attesa di ricevere la documentazione sulla regolarità dell’impresa aggiudicataria – ordinando l’inizio dei lavori prima che la Prefettura fornisse la certificazione antimafia. A distanza di alcuni mesi arriva però l’amara sorpresa: sulla società aggiudicataria (di fuori Regione) pende l’interdittiva Antimafia della Prefettura, che costringe il sindaco a revocare immediatamente l’appalto e affidarlo ad altri. Nel frattempo, però, alcuni lavori sono stati subappaltati ad imprese della zona che, senza loro colpa, si sono viste bloccare parte dei pagamenti. Oltre al danno di immagine per il Comune, c’è la beffa per coloro che hanno lavorato nei cantieri della società interdetta per mafia, senza sapere se e quando verranno pagati. L’errore è grave e – secondo Fratelli d’Italia – poteva essere evitato benissimo“.
Ricostruzione come detto smentita dal sindaco Stefania Proietti: “In merito alla presa di posizione di Fratelli d’Italia la ricostruzione vera dei fatti è la seguente: la gara ad evidenza pubblica per l’affidamento del Piano Strade 3 è stata esperita il 19 novembre 2019 (la commissione era composta dal presidente (RUP) un assistente e un’altra assistente con funzione di segretario verbalizzante) ed è risultata vincitrice un’impresa che un anno e mezzo dopo, esattamente il 6-5-2021, è stata raggiunta da un’interdittiva antimafia dalla Prefettura di Potenza. Appena giunta la comunicazione, in tempi rapidissimi, una settimana e cioè il 13 maggio, il dirigente competente ha rescisso il contratto e proceduto ad attingere dalla graduatoria la disponibilità delle altre aziende a continuare i lavori, quindi la richiesta di assumersi l’impegno, due sono state le rinunce e alla fine è stata incaricata di proseguire i lavori la ditta che si era piazzata al 4 posto, lavori che sono ripresi ad agosto. Come si evince – conclude la nota – l’iter procedurale è stato corretto e nel pieno rispetto delle norme sul codice degli appalti“.