Unico gestore istituzionale per la strada “Apecchiese”, la numero 257, che attraversa i territori umbro-marchigiani. Dopo la recentissima firma dei protocolli d’intesa tra Regione Marche, Province e Anas, l’arteria viaria rimane classificata come Strada Regionale, ma sarà gestita aldilà del confine umbro, direttamente dall’Anas nel tratto marchigiano. Questo significa, come riportato ufficialmente da una nota, che l’attività di manutenzione in quel versante regionale potrà contare su una dotazione di 8000 euro al chilometro, con un decisivo miglioramento rispetto alla gestione provinciale.
Una soluzione che trova consensi anche in Altotevere, a Città di Castello, dove l’assessore all’Ambiente Massimo Massetti si è fatto promotore nei giorni scorsi di un incontro con il sindaco di Apecchio Vittorio Nicolucci, per affrontare la questione della viabilità sull’Apecchiese a distanza di oltre un anno da un incontro al confine, al valico di Bocca Serriola con i sindaci della Valtiberina, dell’entroterra marchigiano e di alcuni amministratori regionali di Marche e Umbria, sulle prospettive di sviluppo e messa in sicurezza di una strada ad elevata densità di traffico e di particolare valore paesaggistico-turistico.
“Un primo incontro – hanno precisato Massetti e Nicolucci – per ricercare un percorso comune ed una soluzione analoga anche per il tratto umbro della strada, dando continuità alla manutenzione”. “Crediamo che questo incontro sia un ottimo esempio di collaborazione interregionale che porterà vantaggi a tutte le comunità e i territori collegati dalla Strada Apecchiese, dal punto di vista economico, turistico e della sicurezza. Auspichiamo inoltre – hanno concluso assessore tifernate e sindaco di Apecchio – che queste intese si possano ampliare e sviluppare anche in altri settori, nell’ottica di un continuo miglioramento della situazione infrastrutturale delle aree interne”.
Un vero e proprio patto istituzionale che già un anno fa, i sindaci di Città di Castello ed Apecchio, Luciano Bacchetta e Vittorio Nicolucci, avviarono anche su temi di comune interesse, come l’economia, la mobilità scolastica e sanitaria, che rappresentano ambiti di relazione consolidati tra i due versanti dell’Appennino.