Per anni, generazioni di studenti fuori sede, arrivati a Perugia, ne sfogliavano le pagine alla ricerca di un alloggio da cui raggiungere comodamente l’Università, possibilmente ad un canone d’affitto contenuto. Con la crisi, tra le pagine di Cerco&Trovo, il settimanale di annunci in Umbria, sono aumentate quelle dedicate alle offerte ed alla richieste di lavoro .
Sempre nutrita la sezione con gli annunci delle case in vendita, perché quando il mattone “tirava” c’era da battere la concorrenza nel proliferare di agenzie e pseudo agenti immobiliari, mentre con il calo delle richieste, c’era la necessità di accaparrarsi almeno una piccola fetta di un mercato sempre più ristretto.
E ancora, sono cresciuti gli annunci legati al mondo animale e quelli per la vendita di oggetti usati, anche per pochi euro. Insomma, dalle pagine del giornale di annunci, tanti segni di come sia cambiata, negli anni, la società perugina.
Come un segno evidente è costituito dagli annunci a pagamento nei quali, in modo sempre più disinvolto, si offrono prestazioni sessuali. Quello spazio subito a ridosso delle “comunicazioni personali” e delle “comunicazioni matrimoniali”, con i rettangolini colorati per gli annunci da rendere più visibili. Un tempo, occupavano anche due pagine, poi una sola. Con sempre più spesso indicato il segno della macchina fotografica, messaggio in codice per indicare che, formando il fatidico numero telefonico, si forniscono le indicazioni su dove poter visionare le fotografie, nel web, della ragazza. Già, quel web che ha “scombinato” anche l’offerta del sesso mercenario, a Perugia. Perché la pagina degli annunci delle “bocca di rosa”, da qualche settimana, si è ridotta ad un terzo. Nell’ultimo numero del giornale, si contano solo 21 annunci nei quali si offrono prestazioni sessuali nel capoluogo, vista l’avanzata di territori come Foligno, Assisi e Città di Castello.
>>> Incontri “proibiti”, mappa dell’Umbria trasgressiva
Ovviamente, non è la prova che la prostituzione in appartamento, a Perugia, sia in calo. La realtà, ci dice tutt’altro. Basta infatti digitare sullo smartphone parole chiave come “prostituta Perugia” o “escort Perugia” ed ecco comparire una sfilza di annunci, con tanto di inviti ben più espliciti rispetto a quelli che un giornale di carta poteva “tollerare” e di prezzario per ogni tipologia di prestazione. Ogni ragazza, qui, mostra in foto le sue grazie, qualche volta premunendosi di oscurare il proprio volto.
Ragazze avvenenti, corpi da modelle d’alto bordo, come si diceva un tempo. Un “affare” a quelle tariffe… Peccato che girando un po’ in rete, quella stessa foto, che a Perugia apparterrebbe a tal “Sabrina”, a Milano risponda al nome di “Eleonora” ed a Verona alla più evocativa “Moana”. L’unico modo per verificare se “le foto sono autentiche”, come immancabilmente si assicura nell’annuncio? Prendere un appuntamento con la bella di turno e recarsi all’indirizzo fornito. Sempre che poi, in caso di brutte sorprese, si riesca a rifiutare l’offerta ed a lasciare l’appartamento senza dover versare l’obolo.
Carta o web, a non cambiare sono i luoghi delle case-chiuse riaperte: Ponte San Giovanni, zona stazione di Fontivegge, Ferro di Cavallo. Quasi sempre in grandi condomini, dove l’inquilino di un appartamento è sconosciuto al vicino.
Ma gli annunci forniscono un’altra indicazione “sociologica” su come siano cambiati certi gusti sessuali dei perugini. La metà delle ragazze che offrono le loro grazie sono “orientali” o “giapponesi” o “coreane”: la parola “cinese” scompare, seppure, c’è da scommetterlo, è proprio dalla terra del Dragone che queste ragazze arrivano a Perugia. Ma poi, qualcuno di noi occidentali saprebbe veramente distinguere, magari dal taglio degli occhi, una ragazza coreana da una cinese? I nazionalisti che non vogliono correre rischi, comunque, possono andare sul sicuro e contattare “Signora italiana”.