Con una precisione tedesca solo un po’ “sporcata” dalla bandierina abbassata e prontamente tirata su pochi secondi prima dell’arrivo in Basilica, la cancelliera tedesca Angela Merkel è arrivata ad Assisi alle 11.12, preceduta, dieci minuti prima, dall’arrivo del presidente della Repubblica di Colombia e premio Nobel per la Pace, Juan Manuel Santos. All’incontro ha partecipato anche il presidente del Consiglio italiano Paolo Gentiloni.
La Cancelliera ha salutato il Custode Padre Mauro Gambetti, le autorità civili e religiose, tra cui il legato pontificio per le Basiliche, Cardinale Agostino Vallini, in attesa all’ingresso della Basilica Papale, il presidente Santos e i giovani in attesa per lei: “Angela, Angela”, i cori (contenuti) nella Piazza, mentre un giovane frate, all’arrivo delle prime auto dell’autorità, chiedeva emozionato ai presenti se quella in arrivo fosse già la sua Cancelliera.
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“Mi commuove e mi rallegra molto essere ad Assisi, la Basilica è affascinante, stupenda, appartenendo anche alla storia culturale dell’Italia,e gli affreschi con la vita di San Francesco affascinano i credenti da centinaia di anni, così come la stessa vita di Francesco, il santo più famoso della chiesa cattolica, che come giovane festeggiò la vita, per poi fare un cambiamento radicale per seguire Cristo. Si è rivolto agli uomini, indipendentemente dalla loro origine. Ha sfatato i tabù della società, abbracciando gli altri. La Lampada è un’ispirazione per me e per i tanti che l’hanno già ricevuta. La metterò sulla mia scrivania, affinché l’esempio di San Francesco possa guidarmi”.
Con queste parole Angela Merkel ha ricevuto, dalle mani del Custode del Sacro Convento di Assisi padre Mauro Gambetti, la lampada della pace di San Francesco, donata nel corso degli anni alle tante personalità politiche, culturali e della società civile. “Dal 2014, l’anno in cui cominciò la crisi dei migranti – spiegavano i Francescani – Merkel ha adottato la cosiddetta politica della ‘porta aperta’, costruendo ponti invece di alzare muri, accogliendo circa 1 milione di migranti”. Merkel si è detta onorata di ricevere la lampada dalle mani di Santos, che ha intrapreso un cammino di pace con le Farc: “Ricevere da lei la lampada della pace, una copia di quella che si trova nella tomba del Santo che abbiamo visitato, è un onore e un impegno. Il simbolo della lampada è un ricordo e un ammonimento verso una convivenza di pace”.
Nel consegnarle il riconoscimento, padre Mauro Gambetti ha affidato a Merkel “anche una benedizione e un compito: lei e il suo Paese, benedetti, oggi avete la possibilità, e perciò, forse, il dovere – questo l’auspicio di Gambetti e dei Francescani – di chiamare a raccolta le forze civili d’Europa, per imprimere un movimento di crescita alla storia del continente e del mondo intero. Convochi lei – l’appello del Custode del Sacro Convento – persone e governi capaci di rinunciare a interessi particolaristici, privilegi e miopi esercizi di sovranità, per offrire ai nostri figli un orizzonte di unità che sappia valorizzare le differenze e perseguire un destino di pace e sviluppo, di cui anche il mondo ha estremo bisogno”.
Un esempio che può ritrovarsi anche nel Sacro Convento, dove – ha ricordato Gambetti – ci sono settanta frati: “Il più giovane dei novizi ha venti anni, il nostro decano sta per compierne 90. Veniamo da 21 nazioni e viviamo in armonia, sostendoci e servendoci reciprocamente. Pregi e difetti, debolezze e talenti, vizi e virtù si compongono in una sinfonia in cui risplendono le differenze ed insieme camminiamo verso l’unità. La fraternità è bellissima“.
Nel suo discorso, Gambetti ha citato la Cronaca in cui Giordano Da Giano racconta la prima missione di sessanta frati guidati da Giovanni da Penna in Germania nel 1217: non conoscendo la lingua e notando che alla risposta “ja” veniva usata loro gentilezza, i francescani risposero “ja” a tutto, incluso alla domanda “se fossero eretici e se fossero venuti per contaminare la Germania come avevano pervertito anche la Lombardia”. Alla fine i frati, “vedendo che non potevano produrre frutto in Germania”, se ne ritornarono in Italia, reputando la Germania “tanto inumana, che non osavano ritornarvi se non animati dal desiderio di martirio”, fin quando non tornarono “quattro anni dopo, più preparati, in grado di capire e farsi conoscere: da allora non siamo più usciti da quella terra e il francescanesimo parla anche tedesco e la cultura tedesca è segnata anche dal francescanesimo”:
Proprio questo aneddoto è molto attuale, visto che ci insegna come “la gente fondamentalmente è buona e generosa; una cattiva comunicazione, le incomprensioni in genere, provocano la paura del diverso, della contaminazione e quindi le conflittualità”, ma anche perché oggi esiste “un importante movimento dei giovani dell’Erasmus in cammino per le vie d’Europa, che sentono ormai come la loro terra”. Le sfide però sono grandi, “la sopravvalutazione del complesso universo economico finanziario, la globalizzazione dei mercati, il grido della terra, la crescente disuguaglianza sociale ed economica, il progressivo indebolimento delle istituzioni democratiche, le epocali migrazioni di popoli e gli spettri della xenofobia”.
Per Gambetti, “ci sono domande che dobbiamo rivolgere a noi stessi: dove sta andando l’Europa? Quale visione di Europa condividiamo? Vogliamo ancora un futuro comune? Possiamo immaginare un’Europa unita e plurale che sappia precedere gli accordi economici e finanziari e anche oltrepassarli? La politica è in grado di offrire un indirizzo di senso alle persone e alle comunità oramai disorientate?”.
Nel suo saluto, il presidente della Repubblica di Colombia Juan Manuel Santos, dopo aver sottolineato (in tedesco) l’onore di “riconsegnare” la lampada della pace per darla a Merkel, ha ricordato l’importanza dell’Unione Europea, premiata nel 2012 con un Nobel “per aver contribuito alla pace, alla riconciliazione, alla democrazia e ai diritti umani in Europa”, principi che devono essere “un antidoto in un mondo in cui spesso si intravedono i fantasmi del nazionalismo, del fondamentalismo, del razzismo, del popolismo e dell’intolleranza. Non sempre le cause sono le più giuste, le più umane o le più popolari, ma sono le uniche per cui vale la pena lottare”, ha ricordato Santos, sottolineando di averlo vissuto “sulla sua pelle”, avendo portato avanti un dialogo per porre fine a mezzo secolo di guerra civile con le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia, note come FARC.
Alla Merkel, Santos ha espresso l’auspicio di poter essere – come dice San Francesco – “uno strumento di pace, di riconciliazione e di solidarietà, per i nostri popoli e per i popoli di tutto il mondo”.
Molte le autorità presenti alle celebrazioni nella Basilica Superiore di Assisi, Romani Prodi, Raffaele Cantone, il cardinale Agostino Vallini, la presedinte della regione Catiuscia Marini.
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Il programma della giornata
Dopo la preghiera e la sosta in Tomba, il saluto delle chiarine, l’ingresso in Basilica Superiore per la consegna della Lampada della Pace. Successivamente, Merkel e Santos saluteranno, privatamente, il rappresentante del Governo italiano.
La giornata della cancelliera tedesca ad Assisi prosegue con un incontro con circa 300 giovani, preceduto da un saluto privato con il rappresentante del Governo italiano nella Sala del Capitolo. Seguirà, al refettorio, un’agape fraterna con i frati e i presenti, la dedica sul libro delle presenze e la consegna dei doni: un numero speciale della Rivista San Francesco, una scultura in ulivo (Il passo di Francesco scolpita nel legno di un ulivo di circa 120 anni, dell’artista umbro Giulio Valerio Cerbella, ispirata da un particolare passo del testamento di Francesco e il santo è rappresentato dall’artista mentre, dopo essere stato un giovane egoista e festaiolo, si svolge a dare un ultimo sguardo al mondo materiale prima del passo che lo porterà ad abbracciare quello spirituale), e il volume San Francesco e gli uomini di pace, libro che racconta, con immagini inedite, le visite al Sacro Convento di Assisi dei premi Nobel della Pace e di coloro che hanno ricevuto la lampada della pace di San Francesco.
Seguirà, dopo pranzo, un bilaterale tra Merkel e Santos, al termine del quale la cancelliera tedesca e il presidente colombiano firmeranno la bandiera della pace realizzata dai migranti della cooperativa Auxilium.