Come anticipato dal commissario del Pd Walter Verini, Andrea Fora, fino a 20 giorni fa candidato presidente in pectore della coalizione di centrosinistra (almeno nelle aspettative del Pd), sosterrà colui che, dopo il mutato scenario nazionale con l’accordo giallorosso, gli ha “soffiato” il posto, cioè Vincenzo Bianconi.
Domenica, dopo il “no” di Francesca Di Maolo, mentre soprattutto i cinquestelle si affannavano per trovare un nome per la candidatura unitaria, Andrea Fora aveva alzato la voce: “Adesso mi prendo io una pausa di riflessione”. Salvo poi fare un amaro commento, qualche ora dopo, quando è stata ufficializzata la candidatura di Bianconi.
Poi i colloqui con chi lo ha sostenuto in questa avventura e con i vertici dei partiti politici che lo hanno sostenuto. Più volte con Verini, strenuo difensore, insieme a Marina Verini. Ed anche un passaggio telefonico con il segretario nazionale dei dem, Nicola Zingaretti.
Fora viene sacrificato sull’altare dell’alleanza giallorossa, ma non viene scaricato dal Pd. Del resto, sarebbe un’ulteriore beffa, dato che il veto sul su nome da parte dei cinquestelle, come ha confermato Verini, è arrivato non sulla persona, ma per l’appoggio che il Pd gli aveva dato, tanto da farlo apparire come un candidato dem.
Via la parola “presidente”
Dalla pagina Facebook, che resterà, sarà tolta la parola “presidente”. Così come dai grandi manifesti che, ancora lunedì, campeggiavano nelle principali città dell’Umbria.
“Ho vissuto un turbinio di emozioni – scrive Fora – che ricorderò sicuramente a lungo. Con tanti amici, colleghi, professionisti abbiamo pensato e creduto di poter cambiare l’Umbria in questo periodo, di poterla innovare con idee e progetti volti a creare lavoro per i giovani, per le nostre aziende, per le nostre famiglie, per contribuire a vivere in una regione più sana e più trasparente, dove si premia il merito e non le raccomandazioni. Abbiamo lavorato a una squadra, abbiamo messo a punto il programma e avviato un grande cantiere civico, ottenendo il consenso di tante comunità e di alcuni partiti, tra cui il Partito Democratico. Ho abbandonato le attività di cui mi occupavo per potermi mettere al servizio di questo progetto e della mia regione. Le cose non sono andate come speravo”.
Pd e M5s
Fora affronta dunque il nodo dei due maggiori partiti della coalizione. Il cui mutato rapporto a livello nazionale ha cambiato le carte in tavola anche in Umbria: “Avevo chiesto discontinuità e liste rinnovate al PD: non ci sono state. Anzi, per tutta risposta è arrivato il veto del M5S alla mia candidatura come presidente. Devo dire che mi è sembrato onestamente incredibile che proprio quel movimento abbia chiesto, come scalpo per una alleanza, la testa dell’unico civico che aveva chiesto un cambiamento vero. Producendo sulla stampa e sulla testa degli umbri un balletto francamente imbarazzante per cercare un candidato che apparisse “più civico” di me”.
E ammette anche di aver pensato di poter andare avanti, da solo. “Non lo nascondo: in questi giorni a tratti è stato persino complicato mantenere la lucidità, strattonato da una parte e dall’altra. Ho ricevuto tante offerte e incoraggiamenti di andare avanti anche da soli senza il PD”. Ma poi spiega i motivi che lo hanno portato a non restare in campo in contrapposizione a Vincenzo Bianconi: “So solo che a me hanno insegnato che la politica è occuparsi del bene comune. Che non è necessario stare per forza nelle istituzioni per fare politica, anche se ci sono posizioni dalle quali è più facile potere dare una mano in modo più attivo”.
“C’è una cosa, però – rivendica Andrea Fora – che rimane ferma: ho sempre chiesto e lavorato per l’unità, per superare i protagonismi personali, per cercare di costruire un cantiere innovativo a servizio delle nostre comunità. Siamo stati travolti dalle dinamiche nazionali di un accordo PD-M5S deciso a Roma, che si é concretizzato in Umbria a 6 giorni dalla ufficializzazione delle liste. Non mi ero mai affacciato alla politica fino a qualche mese fa e confesso che lo spettacolo che mi ha travolto in alcuni momenti mi ha sdegnato.
Senza fare l’anima bella, perché so che in politica è necessario anche scendere a compromessi, continuo a credere che i suoi veri propulsori siano passione e motivazione”.
L’aiuto a Bianconi
“Oggi il bisogno prioritario della nostra comunità regionale e dei nostri cittadini – prosegue – è quello di non cedere la nostra regione ad una forza sovranista, violenta e populista. A questo bisogno vanno anteposte tutte le nostre velleità personali. Per questo contribuirò, con i mezzi che ho e nonostante tutto, a questo obiettivo. Sostenendo con forza la candidatura di Vincenzo Bianconi, persona che stimo e che incoraggio. Vincenzo può fare bene. É un imprenditore ed amico ed io lo aiuterò e sarò al suo fianco. Gli ho anche consegnato il programma che abbiamo prodotto in questi mesi con il contributo delle tante professionalità locali e nazionali coinvolte. Ne farà l’uso migliore. Le persone passano, ma le idee rimangono. Lui non ha colpe per quello che è successo. E gli umbri neanche.
“Non smetterò di fare politica”
Io, comunque vada, non smetterò di fare politica, come tanti che si impegnano ogni giorno sul territorio. Per quello che mi sarà possibile, mi farò portavoce delle tante istanze che da lì provengono presso coloro che si candideranno a governare questa splendida terra. Lo farò perché è quello che ho sempre fatto.