Amanda Knox è tornata oggi tra i banchi di tribunale a Perugia, dove è stata rinviata a giudizio per il reato di calunnia contro Partick Lumumba e gli agenti della questura.
In attesa dell'imminente udienza di appello del 24 novembre, in cui la giovane americana dovrà tentare di capovolgere la sentenza di primo grado che la vede condannata a 26 anni di carcere per l'omicidio di Meredith Kercher nel 2007, la Knox da oggi dovrà far fronte ad un nuovo capo d'accusa.
La 23enne di Seattle è stata infatti rinviata a giudizio nel pomeriggio dal Giudice per le indagini preliminari di Perugia Claudia Matteini su richiesta dei pubblici ministeri Manuela Comodi e Giuliano Mignini per calunnia. La ragazza dovrà rendere conto di alcune testimonianze poi da lei stessa smentite, in cui disse di essere stata maltrattata dagli agenti di polizia della questura durante gli interrogatori e tirò in ballo nella notte del crimine il congolese Patrick Lumumba, in seguito risultato estraneo ai fatti.
Non è bastata ad evitare la nuova incriminazione la linea di difesa degli avvocati della Knox, tra cui Carlo dalla Vedova, che ha detto che l'intenzione della sua assistita non era di “offendere nessuno”, ma solo di difendersi dalle accuse.