Sta per volgere al termine il processo d’appello per l’omicidio di Meredith Kercher a Raffaele Sollecito ed Amanda Knox, condannati in primo grado ad una pena detentiva di 26 e 25 anni.
Oggi è stata la giornata della difesa Knox, con l’avvocato Carlo Dalla Vedova, il quale si è rivolto alla Corte parlando di un processo il cui svolgimento ha visto la vita degli imputati messi alla berlina dai mezzi d’informazione. Un argomento questo utilizzato già dall’accusa, dalla pm Manuela Comodi durante la sua requisitoria di sabato scorso, nel corso della quale aveva parlato di “scellerati giornali e programmi televisivi”, che non guardavano alla realtà delle cose, ma alla spettacolarizzazione dell’evento e al loro profitto. In aula l’avvocato Dalla Vedova ha subito dichiarato: “affrontiamo questa discussione con la forza della consapevolezza dell'innocenza di Amanda Knox, una ragazza ben diversa da quella sempre raffigurata e da più di mille giorni in carcere”. L’animo della difesa sarebbe così più sereno rispetto al primo grado, “con la consapevolezza che qualcosa è cambiato”.
Secondo l’avvocato, Amanda sarebbe stata “crocifissa, impalata in pubblica piazza”, e spesse volte lei stessa si sarebbe chiesta “perché non mi credono?”. ''Chi, se non lei – ha aggiunto – è stata travolta da uno tsunami? Siate rispettosi del dolore per la morte di Meredith Kercher ma non commettete l'errore di tenere in carcere due innocenti. Il dolore non è un argomento giuridico''. La Knox si dichiara innocente: è per questo che i suoi legali ne chiedono l’assoluzione, come già fecero in primo grado. Deve tuttavia rispondere anche di calunnia nei confronti di Patrick Lumumba, da lei accusato del delitto nelle prime fasi d’indagine, e poi dichiarato estraneo ai fatti. “In virtù della decisione fortemente motivata della riapertura del dibattimento, è ovvio che oggi le risultanze della perizia ci danno un certo conforto”, ha concluso l'avvocato della Knox.
In questi giorni sono giunti a Perugia i familiari di Amanda: per la prima volta da due anni, le due sorelle Knox hanno potuto trascorrere, seppur in carcere, del tempo insieme. In città anche il padre di Raffaele, Francesco Sollecito. La sentenza definitiva, che sarà letta davanti alle telecamere, è attesa per lunedì 3 ottobre, quando la Corte, presieduta dal presidente Claudio Pratillo Hellman, si chiuderà in camera di consiglio per decretare il verdetto.
AleChi