Certo se l’obiettivo era destare curiosità ci sono riusciti. Da lunedì scorso sono in molti a chiedersi cosa e chi si nasconde dietro la campagna pubblicitaria avviata dalla società Incide ltd (con sedi a Londra e Sidney) la quale ha preparato otto volantini che, giorno per giorno, vengono distruibiti fra i commercianti cittadini.

Una campagna aggressiva nei testi, tesa, a quanto pare, a scuotere la coscienza degli spoletini e ancor più degli amministratori pubblici e privati. Il primo messaggio è arrivato lunedì pomeriggio. Un talloncino di color rosso vivo (simbolo di rabbia, aggressività, almeno nel mondo della comunicazione di internet) dove campeggia una sorta di cavaliere (San Ponziano?) e il nome della città del Festival.

“Con le scale mobili verrà molta più gente?” recita il testo che offre anche una pronta risposta “Col cavolo!” E giù una serie di consigli che potrebbero far bene al risveglio della città (dall’apertura di una università ad organizzare più festival, concorsi e più comunicazione). Per il momento niente di nuovo.

Sul sito, creato dalla spoletina Elisabetta Severini, si parla anche di una galleria di negozi (in Borgo): ma anche questa appartiene alle tante idee che Spoleto ha valutato nel tempo, am mai realizzato. Nel secondo messaggio, quello di ieri, di colore celeste, si fa un primo riferimento alal intenzione di “stranieri che credono nella città di Spoleto disposti ad investire esperienza, tempo, personale e soldi”.

La curiosità cresce fra gli attoniti commercianti che chiedono alla ‘velina’ che lascia i tagliandi chi si nasconda dietro questo progetto. Quello di oggi, di colore verde chiaro (quasi a far stemperare la rabbia di due giorni prima), svela che la comunicazione dovrebbe essere coerente per rilanciare il marchio Spoleto.

TO® può anticipare quello che sarà distribuito domani, giovedì. Se il colore del talloncino resta tenue (ocra), il messaggio torna ad essere forte “Spoleto: città o paesino?”. Accompagnato da nuove soluzioni e idee, a cominciare da quella di far nascere a Spoleto la ICU, la International Creative University.

Ma chi c’è dietro alla Incide Ltd? Nientepopodimenoche Allard Marx, il genio delle strategie di comunicazione e sviluppo aziendale che ha lavorato per alcune delle più grandi multinazionali: da Disney alla Klm, Peroni, Fonzie’s, etc. Pare che qualche anno fa si sia innamorato di Spoleto, conosciuta grazie ad uno spoletino che rimane al momento misterioso, e che stia pensando di comprarvi casa. E’ qui che ha conosciuto anche la designer Elisabetta, nominata director designer del progetto che vorrebbe risollevare la città del festival dalle sorti di profonda apatia in cui è caduta ormai da anni. Ed è lei che abbiamo incontrato questo pomeriggio, dopo non poche insistenze, negli uffici dell’editore Syn-Media.

“Allard – dice la Severini – crede che questa città ha le potenzialità per creare sviluppo e ricchezza ed ha deciso di offrire il proprio contributo a disposizione di privati e istituzioni locali che vorranno credere nel suo progetto”.

E cosa può dirci di questa Università? “Beh, anzichè andare a studiare a Londra, Allard è convinto che Spoleto possa essere una sede ideale per una università della creativa: la nostra città è un contenitore di tesori da poter ispirare ogni forma di arte”.

E le istituzioni che cosa dicono? “Per il momento nulla, perchè attendiamo la fine di questa campagna di sensibilizzazione al tema. Ho erò già illustrato al sindaco Massimo Brunini il progetto, anche se non sono entrata nei dettagli”

Come mai? “Può comprendere che i dettagli di un progetto, di un know how non vengono mai svelati fino a quando non c’è un interesse concreto”.

E Allard Marx cosa chiede alla città? “Lui si proporrà per ricevere un incarico ufficiale per mettere in opera questa ‘idea’ che rivoluzionerà la città”.

E se non dovesse trovare sponda dalle istituzioni? “Allora ci rivolgeremo ai privati, alle associazioni di categoria e alle banche. Il sindaco però mi è sembrato molto interessato ad ascoltare l’idea di Allard che incontrerà nei prossimi giorni qui a Spoleto”

Chi invece sembra non averla presa tanto bene sono alcuni funzionari del comune che hanno mal digerito l’arrivo in città dello stratega del marketing. Anche la politica guarda con occhio critico l'iniziativa.

Ma la Severini precisa che questo “non è un progetto politico; sono solamente dei professionisti che credono in Spoleto. E' evidente però che se il progetto catturerà l'interesse, si creerà inevitabilmente un movimento di opinione”: