Era la fine del 2017 quando il tribunale di Castrovillari decretò il fallimento di Alimentitaliani, la società afferente al gruppo calabrese iGreco che un anno prima – al prezzo simbolico di 1 euro e su spinta del ministero dello Sviluppo economico – acquisì il Gruppo agroalimentare umbro Novelli. Dopo 8 anni, lo stesso tribunale di Castrovillari ha condannato in primo grado per bancarotta fraudolenta Saverio e Cataldo Greco, il primo a 3 anni e 3 mesi di reclusione (con interdizione per 5 anni dai pubblici uffici), il secondo a 2 anni (con pena sospesa). Una vicenda che tuttavia è destinata a non chiudersi qui: le difese dei due imputati hanno infatti annunciato che presenteranno ricorso in appello contro la condanna.
Nel mirino degli inquirenti, oltre al fallimento in sé di Alimentitaliani – con un passivo fallimentare stimato in 153 milioni di euro – c’era stata anche la cessione, avvenuta poco prima dell’istanza al tribunale di concordato preventivo (rigettata, decretando poi il fallimento), delle società agricole dell’ex Gruppo Novelli, vale a dire Fattorie, Bioagricola e Cantine Novelli. Che, come aveva reso noto all’epoca Tuttoggi, erano finite in mano ad un’altra società riconducibile alla famiglia Greco. Oltre alla gestione opaca della contabilità dell’azienda, difficile da ricostruire.
In attesa del prosieguo delle vicende giudiziarie, l’ingloriosa fine del Gruppo Novelli – con le varie compagini in Umbria (Spoleto, Terni e Amelia), e non solo, e gli storici marchi Ovito e Interpan spacchettati tra acquisizioni di altri gruppi, cooperative di dipendenti e quant’altro – conferma una pessima gestione all’epoca della vertenza da parte in primis della politica nazionale e locale.