Arrivano direttamente dall’Albania nuovi incredibili sviluppi sulla vicenda da film di Davide Pecorelli, il 45enne imprenditore che ha inscenato la sua morte 9 mesi fa ed è poi stato ritrovato vivo e naufrago su un gommone al largo del Tirreno vicino l’isola di Montecristo.
A smentire la sua presunta permanenza a Medjugorje “in una comunità di preti” – come da lui stesso rivelato ai giornalisti all’uscita dalla Procura, dov’è stato interrogato tre ore dal procuratore capo Cantone e dall’aggiunto Petrazzini – sarebbero le foto esclusive pubblicate in un video della testata albanese Top Channel, in cui si vede un sorridente Davide Pecorelli con barba e capelli lunghi mentre brinda con degli amici.
Il 45enne in tutti questi mesi, – come sottolineano dall’Albania – avrebbe infatti vissuto in un appartamento a Valona fino al 12 settembre, facendosi chiamare “Cristiano” e spacciandosi per uno scrittore: nella città albanese avrebbe trascorso l’estate tra cene, partitelle a calcio e passeggiate in spiaggia.
Ai nuovi amici albanesi, dunque, Pecorelli avrebbe detto di voler scrivere una storia sul Conte di Montecristo ambientata sulla vicina isola albanese di Saseno. Ed è proprio l’ossessione per questo romanzo di Dumas che lo avrebbe portato a naufragare a due passi da quell’isola, dove era diretto con gommone, pala e piccone alla ricerca del leggendario tesoro di monete d’oro di San Mamiliano.
Tornando alle indagini Pecorelli, oltre alla denuncia per sostituzione di persona (a causa dei documenti falsi ritrovati nella sua camera d’hotel al Giglio, e con cui avrebbe prenotato stanza e gommone), dovrebbe ora essere accusato dagli inquirenti albanesi per simulazione di reato (la sua “morte”), distruzione di proprietà (per il rogo appiccato alla Skoda Fabia) e, addirittura, esumazione (per quelle ossa umane ritrovate all’interno del mezzo carbonizzato). Dai Balcani pensano inoltre che Pecorelli, in Albania, non sia stato solo a costruire il suo progetto di fuga. La Procura di Perugia trasmetterà ora gli atti a quella di Tirana.